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Il PD si candida a continuare la stagione di riforme iniziata

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervento fatto al Gazebo PD a Baggio (video).

Abbiamo di fronte alcuni passaggi molto importanti.
Ci avviamo, infatti, verso le elezioni.
Alla Camera dei Deputati è stata approvata una nuova legge elettorale e al Senato contiamo di approvarla definitivamente nelle prossime settimane.
Si tratta di una legge elettorale importante. Non è certamente la legge che avremmo voluto: all’Italia servirebbe una legge elettorale in grado di garantire ai cittadini la possibilità di scegliere chi governa e di mettere chi vince le elezioni nelle condizioni di poter governare per una legislatura.
L’Italicum voleva rispondere a questo obiettivo ma purtroppo è stato dichiarato incostituzionale e, soprattutto, ha subito la dura sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre, perché la riforma costituzionale proposta era coerente con quella legge elettorale, costruita per un’unica Camera mentre adesso ne abbiamo ancora due.
Le sentenze della Corte Costituzionale avevano portato ad avere due sistemi elettorali proporzionali ma entrambi diversi tra loro e questo avrebbe reso ancora più difficile la governabilità.
Per fare una legge elettorale di stampo maggioritario, tuttavia, non ci sono i numeri in Parlamento.
Il Rosatellum ha due meriti: il primo è quello di superare la discrasia tra Camera dei Deputati e Senato, adeguando i sistemi in modo che siano omogeni anche se le platee elettorali sono diverse; in secondo luogo perché in questo sistema elettorale c’è anche una parte di maggioritario con i collegi uninominali e la possibilità di costruire coalizioni a sostegno del candidato dei singoli collegi uninominali. Questo dà ai cittadini la possibilità di scegliere i propri eletti sul territorio.
Questo è, quindi, un sistema elettorale che favorisce l’incontro tra le forze politiche e, di conseguenza, anche la possibilità di prendere impegni per il futuro su quali saranno le alleanze per il Governo.
C’è poi una parte che prevede il proporzionale e lì sarà il Partito Democratico a dover fare la sua battaglia, tenendo conto che, comunque, il voto è collegato all’uninominale.
Questa legge elettorale è, dunque, importante.
Va ricordato che solo fino a poco tempo fa tutti accusavano il Partito Democratico di non voler fare la legge elettorale e ora la si sta facendo proprio su iniziativa del PD e con il contributo decisivo anche di pezzi consistenti dell’opposizione.
È stato fatto, quindi, un passo avanti utile e sicuramente è meglio rispetto alle leggi scritte dalla Corte Costituzionale che, oltretutto, non dovrebbe scrivere le leggi.
La politica si è ripresa il suo ruolo e ha fatto una legge elettorale con cui andremo ad un appuntamento elettorale importantissimo.
Questa è una legge elettorale per cui collegio per collegio ci dovremo confrontare con il centrodestra che, come hanno dimostrato le ultime elezioni amministrative, ha ripreso forza.
Il Partito Democratico si candida per continuare una stagione di riforme di cui siamo stati protagonisti prima con il Governo Renzi e ora con il Governo Gentiloni.
Le riforme fatte hanno prodotto risultati importanti per il Paese.
Tutti i dati economici, i dati sulla disoccupazione e i dati sulla ripresa industriale mostrano che le riforme fatte hanno prodotto risultati positivi. Oggi, ad esempio, siamo ritornati ad avere lo stesso numero di occupati che c’era prima della crisi e questo significa che le politiche messe in atto sono state in grado di produrre oltre 900mila posti di lavoro. È evidente che il numero dei disoccupati rimane comunque troppo elevato, però la stagione di riforme che abbiamo iniziato ha invertito la tendenza.
È salita la produzione industriale; siamo tornati ad essere anche il maggior Paese esportatore in Europa dopo la Germania e la nostra bilancia del commercio estero è sempre più positiva; ci sono interi settori come cultura e turismo che hanno avuto un vero e proprio boom che ha prodotto occupazione. Questa, dunque, è la strada giusta e dobbiamo continuare su questa strada, pur avendo consapevolezza del fatto che una parte del Paese ancora non sta beneficiando di questi buoni risultati.
Non dobbiamo, quindi, accodarci a chi racconta l’Italia come un Paese disperato. L’Italia è un Paese che sta dimostrando grandi capacità e grande forza e serve un Governo che non faccia demagogia e propaganda ma che metta in campo riforme serie.
Il Partito Democratico lo ha fatto e lo sta facendo, senza perdere di vista il fatto che ci sono persone che comunque si trovano in difficoltà, perché in questi anni di crisi la sacca della povertà si è molto dilatata.
Abbiamo fatto la prima legge nazionale contro la povertà che garantisce un reddito per 18 mesi a 800mila famiglie che non hanno niente, a partire dai nuclei familiari con minori e disabili. La legge non arriva a coprire tutte le famiglie in stato di necessità e nella Legge di Bilancio che si andrà ad approvare si cercherà di trovare risorse per aumentare coloro che potranno essere aiutati.
Il PD ha fatto battaglie importanti e ottenuto risultati importanti sui diritti civili e ciò che riguarda la vita delle persone, come la legge sulle Unioni Civili, sul Dopo di noi per garantire le famiglie con persone non autosufficienti che sono angosciate dal cosa accadrà loro quando non avranno più i parenti.
Anche sul fronte della legalità sono state fatte moltissime cose, compreso il migliorare le norme contro le mafie.
Abbiamo fatto, quindi, un lungo lavoro che vogliamo continuare a fare.
Dovremo fare la campagna elettorale raccontando tutto questo: non possiamo seguire coloro che disegnano l’Italia come un Paese in declino e questa stagione di Governo come fallimentare.
Non esiste alcun dato economico che indichi questa stagione di Governo come fallimentare.
È sicuramente più facile accodarsi a quelli che dicono che va tutto male.
Ci sono sicuramente molte cose che vanno male ma alcune cose, in questi anni di Governo, le abbiamo migliorate. La strada che abbiamo intrapreso, quindi, è utile e la vogliamo proseguire, anche perché ci stiamo occupando dei problemi del Paese e dei problemi delle persone.
Non stiamo facendo ciò che ha fatto Maroni in Regione Lombardia, che ha speso oltre 54 milioni per fare un referendum inutile che serve solo da propaganda per il Presidente della Regione.
Tra poco si andrà a votare anche per la Regione Lombardia; Maroni è consapevole di non aver fatto nulla in questi anni e non aver saputo dare un segno tangibile della propria esistenza e, quindi, si è inventato questo referendum.
Il referendum ha l’obiettivo di chiedere più poteri e più competenze per la Regione Lombardia rispetto ad alcune materie.
Questo è possibile e previsto dalla Costituzione e su questo siamo anche tutti d’accordo, tanto che ci domandiamo per quale ragione dobbiamo fare un referendum, spendendo soldi dei cittadini, e non siamo invece già seduti a trattare con il Governo, visto che c’è il sostegno di tutte le forze politiche sedute in Consiglio Regionale.
L’Emilia-Romagna, ad esempio, lo sta facendo, senza far spendere dei soldi per un referendum inutile.
La Lega, quindi, in Lombardia ha voluto fare questo referendum per avere un momento di propaganda politica in vista delle elezioni.
Oltretutto, la Lega sta raccontando ai cittadini cose diverse da quelle contenute nel quesito referendario. Il quesito, infatti, riguarda la richiesta di maggiori competenze per la Regione Lombardia, nell’ambito di quanto previsto dalla Costituzione; non prevede invece il far rimanere le entrate fiscali in Lombardia o la diminuzione delle tasse per i cittadini lombardi che, oltretutto, non sarebbero neanche possibili. Si prendono, dunque, in giro i cittadini e l’unico dato certo è che nelle casse della Regione ci saranno oltre 54 milioni di euro in meno che potevano essere spesi per fare altre cose; magari anche per mantenere qualcuna delle promesse che la Lega aveva fatto nella precedente campagna elettorale, oppure per le case popolari (che sono di competenza regionale ma per cui i soldi non vengono stanziati mai). Con il referendum, la Lega ha deciso di spendere oltre 54 milioni di euro dei contribuenti lombardi per fare campagna elettorale a Maroni.
Questa è la ragione per cui personalmente non andrò a votare: non bisogna dare forza a questo progetto propagandistico, pur restando sempre disponibili a dare una mano per avviare le trattative con il Governo per chiedere l’attribuzione di maggiori competenze alla Regione Lombardia. Se invece si vuole fare un lavoro utile solo a portare più voti a Maroni, ovviamente, non siamo d’accordo e non siamo disponibili, anche perché Maroni non ha fatto nulla per la Lombardia di aggiuntivo rispetto a ciò che c’era già.
Penso, inoltre, che in Lombardia sia ora di cambiare e auspico che lo capiscano anche tutte le forze politiche del centrosinistra che oggi abbiamo in campo un candidato come Giorgio Gori che può allargare il consenso e rappresentare davvero un’alternativa vincente a Maroni.
Questa sarà l’altra campagna elettorale da affrontare nei prossimi mesi.
Abbiamo bisogno, quindi, di non perdere neanche un minuto.
Abbiamo da poco raggiunto il decennale del PD; dobbiamo sapere quanto è importante questo partito, quanto ha saputo dare al Paese in questi anni e adesso dovremo spiegare alle persone che concretamente vogliamo proseguire quella stagione di riforme che abbiamo iniziato e che sarebbe un danno per l’Italia interrompere.
Le altre forze politiche, oltretutto, non hanno niente da raccontare.
La Lega parla sempre di “fermare l’immigrazione”, ad esempio, ma fino ad ora solo il Ministro Minniti ha avuto qualche idea su come governare l’immigrazione (che certamente non può essere fermata).
Il Movimento Cinque Stelle sostiene a corrente alternata delle cose e anche l’esatto contrario: vogliono le norme contro le mafie ma poi votano contro ogni volta che in Parlamento si discute di questo tema; vogliono un Paese accogliente ma sono contrari allo Ius Soli; vogliono il reddito di cittadinanza ma votano contro il reddito di inclusione che va ad aiutare le famiglie senza reddito.
Quello che ha fatto il PD al Governo, in questi anni, può essere anche criticabile, però, si sono messe in campo riforme che hanno prodotto risultati veri e concreti che resteranno e miglioreranno comunque il Paese.
Un esempio è la riforma della Pubblica Amministrazione che ha anche intaccato interessi e rendite di posizione consolidate.
Questo è ciò che abbiamo di fronte.
Siamo stati bravi, dunque, a dar vita ad un partito che compie 10 anni, per ciò che abbiamo fatto ma abbiamo ancora bisogno di lavorare, parlare con le persone e cercare di sconfiggere l’idea di un Paese devastato che non esiste e dare fiducia perché ce n’è bisogno: l’Italia è il Paese in cui c’è il maggior risparmio individuale e se si dà un po’ di fiducia quei soldi, anziché rimanere sotto al materasso, possono essere investiti per il futuro.
Ridare speranza al Paese è un compito che abbiamo cercato di assolvere e che sarà ancora da assolvere durante la campagna elettorale, pur essendo in controtendenza. C’è, infatti, il mondo dell’informazione che continua a mettere sulle prime pagine solamente le difficoltà del Paese mentre, ad esempio, il giorno in cui è stata approvata la legge di contrasto alla povertà con cui si istituiva il reddito di inclusione, pur non essendoci altri eventi rilevanti, soltanto Avvenire l’ha messa in prima pagina.
C’è, quindi, il tentativo di accreditare un’idea desolante del Paese che è sbagliata e noi, dati alla mano, dovremo spiegare la realtà.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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