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Dieci anni di Pd

Scritto da Piero Fassino.

Piero Fassino
Articolo pubblicato da Democratica.

Dieci anni fa nasceva il Partito democratico, al termine di un percorso iniziato alla metà degli anni ‘90 con la costituzione dell’Ulivo. Un cammino che ha visto il centrosinistra per tre volte vincere e governare l’Italia – nel ‘96, 2006 e 2013 – e per tre volte soccombere di fronte al centrodestra, nel ‘94, 2001 e 2008. Un cammino che ha suscitato speranze e entusiasmi, ma anche travagliato da fragilità e divisioni che proprio per essere superate portarono alla costituzione del Partito Democratico. Un cammino condotto in un mondo segnato in ogni campo da enormi trasformazioni. Non e’ dunque formale chiedersi se le ragioni che portarono alla fondazione del Pd siano ancora valide.
Il Pd nacque in primo luogo per rispondere alle sfide di un mondo in tumultuosa trasformazione e segnato dalla globalizzazione. Cambiamenti nel modo di produrre, di consumare, di comunicare, di vivere, nessuno dei quali poteva essere interpretato e gestito con la cassetta degli attrezzi del Novecento. Insomma serviva un partito nuovo con un pensiero riformista nuovo per un nuovo secolo. Ebbene, nel decennio che abbiamo alle spalle i cambiamenti sono ulteriormente cresciuti con velocità esponenziale e ancor di più richiedono oggi un partito capace di esprimere un pensiero nuovo.
Il Pd nacque per dare all’Italia una grande forza riformista che unisse le grandi correnti popolari e democratiche che a lungo si erano contrapposte, vincolate da uno scenario internazionale segnato dalla divisione ideologica e politica dell’epoca bipolare. Una contrapposizione che, con la caduta del muro di Berlino, poteva finalmente essere superata grazie a un solido giacimento di valori comuni. Ebbene il centrosinistra non sarebbe certo più credibile se oggi qualcuno pensasse di tornare indietro ai Ds e alla Margherita.
Il Pd nacque per dare all’Italia una forza politica che riformasse e modernizzasse il sistema istituzionale. Il fatto che la proposta di riforma della Costituzione non sia stata approvata rifiutata non significa che quell’obiettivo sia caduto. Al contrario, l’esito del referendum ha prodotto una regressione politica e istituzionale che ci ha precipitato nelle instabilità della prima Repubblica. L’urgenza di riprendere un cammino di riforme è tema di stringente attualità’.
Infine, il Pd nacque con l’ambizione di contribuire dall’Italia a un rinnovamento del riformismo europeo di cui già dieci anni fa si avvertivano le difficoltà. Allora la nostra poteva sembrare una presunzione. Oggi, di fronte all’affanno politico ed elettorale in cui si dibattono in Europa tutti i partiti socialisti e socialdemocratici, l’obiettivo di una profonda ristrutturazione del campo progressista europeo appare urgentissimo.
Le ragioni per cui dieci anni fa fu fondato il Pd sono dunque più valide che mai. E tuttavia il Pd vive oggi un passaggio difficile. Quel moto di speranza suscitato dalla carica di innovazione e discontinuità immessa da Renzi – tradottasi in riforme che stanno rimettendo in piedi il Paese – è stata in parte offuscato dagli esiti negativi delle elezioni amministrative del 2016 e del 2017 e del referendum costituzionale.
Eppure solo dal Pd può venire oggi una proposta di sviluppo economico, sociale e culturale capace di restituire agli italiani opportunità e certezze. E solo il Pd può rappresentare un argine ai rischi di una deriva populista. Centrodestra e M5S possono raccogliere consensi significativi, ma non appaiono in grado di proporre un progetto per il futuro dell’Italia. E solo il Pd può restituire certezze a una società inquieta – per il futuro dei figli, per la sicurezza, per l’immigrazione – mettendo in campo politiche all’altezza delle aspettative degli italiani
Pesa dunque sul Pd una grande responsabilità che deve essere onorata con una mobilitazione straordinaria, chiamando a raccolta l’enorme giacimento di energie, risorse, idee di cui la società italiana è ricca. L’obiettivo deve essere un nuovo “balzo in avanti” che consenta all’Italia di riprendere il cammino delle riforme, della crescita, della creazione di lavoro.
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