La crisi della Henkel a Lomazzo

Nell’incontro avuto questo pomeriggio con i dipendenti e i rappresentanti sindacali ho ribadito come quella di Henkel sia una decisione incomprensibile, una scelta irresponsabile che si manifesta in un settore, quello chimico, da parte di un’azienda che, a differenza di molte altre, non è stata segnata così duramente dalla pandemia. I risultati dell’ultimo anno dello stabilimento Henkel di Lomazzo sono lì a dimostrarlo; per questo la decisione dei vertici della multinazionale tedesca di chiudere, sconcerta ancora di più.
Un atto grave per un’azienda che ha fatto di "Henkel per il sociale" una delle sue parole d’ordine e che da oltre 87 anni opera sul territorio comasco.
Siamo soddisfatti del Governo Draghi
Al di là dei Ministri espressione del Partito Democratico, la soddisfazione riguarda tutto il Governo. È un Governo di alto profilo, che può dare risposte importanti al Paese.
Siamo molto soddisfatti. Siamo soddisfatti delle proposte che Draghi ha fatto nelle consultazioni e che ci confermano che questo è un Governo in cui possiamo stare a pieno titolo, convinti di poter trovare i nostri temi: il lavoro, la salute, l’ambiente, una riforma fiscale non fatta di condoni o “pace fiscale”.
È un buon Governo. Credo che ci siano anche conferme importanti; credo che lo siano anche quelle del Ministro Lamorgese e del Ministro Speranza.
Garantire a tutti la salute

Lo sviluppo della pandemia da Coronavirus sta inducendo anche nel nostro Paese a profonde riflessioni sui cambiamenti necessari in tutti i settori delle politiche pubbliche, a partire innanzitutto dal servizio sanitario. La tutela della salute in Italia è materia “concorrente” tra Stato e Regioni, ai sensi della Costituzione, ma proprio questa pandemia ci ha rivelato una volta per tutte che la salute non è cosa circoscrivibile in confini territoriali, e non va più intesa solo come “bene comune”, ma come “bene comune globale”, perché la salute di ciascuno di noi dipende da quella di tutti quelli che vivono intorno a noi, ma oggi dipende persino dalla salute delle comunità più remote del globo, come mai era successo nella storia che sta alle nostre spalle.
La Biblioteca di Baggio

Da sempre apprezzo la biblioteca di Baggio. Anche perché me la ricordo non appena costruita. Inaugurata nel 1963 e nel 1964 andrai ad abitare in via Quinto Romano 61 e frequentavo la scuola elementare “Carlo Zima”, patriota risorgimentale di Brescia. Quindi entrando e uscendo dalla scuola la vedevo bene, totem inarrivabile. Poi iniziai a frequentarla nel periodo delle scuole medie e, maggiormente, al tempo delle scuole superiori. Quel tempo fu un periodo molto cruento per la vita della biblioteca. In particolare per quanto accadeva nel parchetto. Sono stato un accanito fruitore dei suoi servizi e lì mi ritrovavo spesso con alcuni vecchi amici di Baggio così come ho potuto conoscere molti bibliotecari/e di cui ho apprezzato la passione per il lavoro.
Scuola: un campus digitale metropolitano per guardare al futuro

La scuola è divenuta, in quest’anno segnato dalla pandemia di Covid-19, una dei terreni più importanti sui quali misurare l’azione e la tenuta della nostra società. In particolare, il tema della cosiddetta DAD, la didattica a distanza, sta da tempo monopolizzando molti dei discorsi attorno alla scuola. Perché se è vero che, soprattutto nei mesi invernali, la presenza in classe degli studenti può essere veicolo di contagio, allora diventa sempre più necessario e urgente fare in modo che la DAD sia una pratica non solo diffusa, ma efficace, che funzioni davvero.
E per rendere possibile una DAD efficace serve una infrastruttura informatica moderna e diffusa su tutto il territorio che consenta quindi un sistema di interconnessione ampio e capillare.