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La grande opportunità di MilanoDomani

Scritto da Matteo Bianchi.

Matteo BianchiTra i compiti che già dai prossimi giorni attendono gli organizzatori di MilanoDomani, l’iniziativa del PD Metropolitano milanese prevista per il prossimo sabato 13 giugno, dovrà esserci quello di individuare al più presto una definizione sintetica ed efficace per l’evento. Solo così, infatti, ad addetti ai lavori e semplici interessati sarà risparmiata l’etichetta di Leopoldina con la quale, per eccesso di semplificazione ma anche con un po’ furbizia, qualcuno ha voluto liquidare un appuntamento pure così ambizioso. Stavolta non si tratta di rivendicare l’orgoglio del rito ambrosiano, ma di sottolinearne la specificità. Chi ha voluto e progettato questa mattinata di confronto ha ben presente ciò di cui il Partito Democratico ha bisogno alla vigilia della prossima scadenza elettorale per le comunali: non più soltanto la reiterata affermazione di un profilo irrituale e innovativo nei modi di fare politica, perché questo fa ormai già parte della credibilità riconosciuta al PD nel corso di questi ultimi due anni, ma l’apertura di un rapporto concreto con la società in ogni sua declinazione.
Lo sforzo di assegnare agli svariati aspetti dai quali è possibile leggere il futuro di Milano altrettanti tavoli di discussione dovrà essere premiato da convitati rappresentativi, certo, ma soprattutto da un ospite (il PD per l’appunto) capace di confermarsi interlocutore paritario su ogni argomento. A garanzia di tale esito non sarà sufficiente portare l’audacia riformatrice del governo nazionale, ma occorrerà un’idea di città che, nel proseguire lo spirito dell’attuale esperienza amministrativa, si ponga l’obiettivo di completare il percorso di trasformazione di Milano oltre Expo 2015, guardando alle sue risorse (soprattutto a quelle finora inespresse) e avendo ben chiare le arretratezze e le diseguaglianze che fino ad oggi ne hanno rallentato l’attuazione. MilanoDomani può essere l’occasione, l’inizio di un lavoro comune con e per i milanesi che, come protagonista, dovrà avere la meno quotata delle scommesse, quella dell’autorevolezza della politica. Solo se si sarà in grado di non abbandonare a loro stesse le tante parole d’ordine che emergeranno nel corso della discussione del 13 giugno, e di dare a ciascuna un ruolo consapevole nel progetto, il PD potrà infatti dimostrare una volta di più quel radicamento nella società di cui tanto si vagheggia nelle discussioni interne, e la cui definizione resta materia di appassionati contenziosi. Per non parlare della soddisfazione nel dare ai prossimi mesi la cadenza di una vera discussione politica, prima che attacchi definitivamente l’estenuante sarabanda delle candidature. Nient’altro che un gioco di parole, e di nomi, almeno per il momento. Un po’ come dire Leopoldina…..
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