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Svolta dell'UE sull'immigrazione

Scritto da Patrizia Toia.

Patrizia Toia L'Agenda europea sulla migrazione presentata oggi dalla Commissione Ue è una vera svolta. Finalmente c'è una risposta europea al fenomeno dell'immigrazione. Accogliamo con soddisfazione queste proposte che riprendono le richieste che abbiamo avanzato come eurodeputati Pd e come gruppo dei Socialisti e Democratici. Il documento pone le basi per ottenere in poco tempo anche quello oggi non è nero su bianco, cioè delle quote obbligatorie e proposte più concrete su accoglienza e corridoi umanitari. Con questo piano l'Europa si prende le sue responsabilità politiche e morali mettendo in campo proposte e risorse per affrontando sia il versante dell'emergenza che quello della ricollocazione in modo solidale e condiviso tra tutti gli Stati membri.
Bisogna riconoscere che l'Italia, e il governo Renzi in particolare, ha ottenuto questo risultato europeo grazie alla sua autorevolezza e o oggi possiamo toccare con mano l'importanza di avere l'italiana Federica Mogherini nel posto di Alto Rappresentante dell'Ue, una poltrona troppo frettolosamente giudicata inutile da chi criticava questa scelta.
Questa agenda combina elementi di una politica di emergenza con soluzioni di medio e lungo periodo, nell’ottica, per la prima volta, di una gestione integrata delle politiche migratorie. Il Presidente Juncker è stato all’altezza delle nostre aspettative. La Commissione ha mostrato l’ambizione necessaria in questa momento. Questa è l’Europa in cui crediamo, un’Europa che risponde solidale ad un’emergenza senza precedenti, ponendo come obiettivo primario salvare vite umane, estendendo il raggio di azione delle operazioni di ricerca e salvataggio.
Per la prima volta siamo di fronte ad un sistema di quote di redistribuzione dei migranti e ad un piano per garantire un accesso legale all’Unione per chi ne ha diritto, senza che i profughi si affidino ai trafficanti di esseri umani. Un accesso limitato a 20 mila persone è l’unico punto debole di questo piano. In un continente di mezzo miliardo di persone, con milioni di profughi solo in Medio Oriente, forse si poteva fare di più. Ma è un inizio.

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