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Ricerca scientifica e animali

Scritto da Emilia De Biasi.

Emilia De Biasi
Intervento in Senato nella discussione di mozioni sulla promozione della cultura contro i maltrattamenti degli animali.
Vorrei partire da una prima considerazione e cioè dalla necessità di avvicinarci a questi temi in modo pluralista, con il rispetto delle opinioni di ognuno, perché è insopportabile che vengano lanciate invettive su un tema che è discusso, su cui non sempre ci sono accenti pluralisti, ma su cui assistiamo a fondamentalismi francamente fuori luogo. Si tratta infatti di un tema che, se affrontato male, rischia di comunicare falsità e determinare contrapposizioni nell'opinione pubblica. Che senso ha accostare la ricerca scientifica agli animali di affezione?
Tutti abbiamo animali di affezione, ne siamo tutti lietissimi, e vogliamo loro bene, ma non possiamo mettere insieme ogni volta il discorso sugli animali di affezione con quello sulla ricerca scientifica, perché il tema della ricerca scientifica e della sperimentazione con uso di animali (per altro ampiamente restrittivo per quanto riguarda la normativa europea) è altra cosa e ha a che fare con il benessere di tutti, umani e animali.
A meno che pensiamo debba prevalere l'ipocrisia - perché di questo si tratta - di andare a comprare la ricerca all'estero. Non è che se votiamo una mozione sul tema, improvvisamente nel resto del mondo si spaventano e non fanno più la ricerca. (Applausi del senatore Carraro). L'unica verità è che, con la moratoria che abbiamo in corso, i ricercatori italiani, anche quelli che tentano la sperimentazione con usi alternativi alla sperimentazione su animali, sono tagliati fuori da qualunque circuito di bando di ricerca. Quindi l'Italia sta facendo passi indietro, che non fanno bene al sistema Italia e non fanno bene alla vita, al suo valore e al diritto alla vita, che nel nostro mondo hanno prima di tutto gli esseri umani.
Scusate, ma è davvero intollerabile che si facciano delle mistificazioni: sono stati stanziati finanziamenti per la sperimentazione alternativa a quella con uso di animali. Abbiamo chiesto di recente, in occasione di un parere sulla normativa europea, che il Governo dia conto di questa moratoria e anche dei finanziamenti che sono stati investiti. Questo è stato fatto e credo che questo sia giusto fare, perché è giusto circoscrivere l'utilizzo degli animali per la sperimentazione, ma non è certamente giusto vietare la sperimentazione animale. A nulla servono i fondamentalismi di chi apre gli stabulari e fa uscire i topi dalle università: non serve a nulla, se non a esacerbare una popolazione, che ha invece bisogno di essere informata correttamente su che cosa è il valore della scienza.
Non esiste una verità, tanto è vero che discutiamo anche di altri tipi di ricerca, ma non posso votare nessuna mozione che contenga un diniego rispetto alla sperimentazione con uso di animali: lo dico da Presidente della Commissione igiene e sanità del Senato. Noi sappiamo che se non ci fosse stata la sperimentazione animale, oggi non avremmo non l'aspirina, ma le medicine contro in il cancro, il farmaco contro l'epatite C o il farmaco contro l'Alzheimer.
Vogliamo pensare anche a questo? Vogliamo pensare ai milioni di persone che hanno malattie rare che richiedono delle cure e queste cure possono essere trovate solo attraverso la sperimentazione? O crediamo che se dobbiamo pensare alle sostanze da abuso piuttosto che alla sperimentazione di un farmaco contro l'ansia o la depressione, un farmaco che inevitabilmente fa addormentare, dovremmo addormentare a nostra volta l'animale perché in questo modo si possa sperimentare meglio? Non credo, signora Presidente. Io credo che la ricerca sia il prius in questo caso.
Il secondo punto su cui non posso essere d'accordo è l'atteggiamento per il quale si vorrebbe modificare surrettiziamente le legislazioni attraverso le mozioni. Questa, dal punto di vista regolamentare, è un'operazione molto ma molto scorretta su cui personalmente io non sono d'accordo. Non si può stabilire con una mozione il divieto di clonazione per gli animali per la produzione di cibo: non si può fare, perché ci vuole una legge. Noi siamo un Parlamento, non siamo un'assemblea qualunque che vota e le cose vanno per conto loro: noi siamo un'Assemblea che deve dare indirizzi al Governo e questa serie di divieti non serve a nulla se non a illudere i cittadini rispetto ad una deliberazione che dovrebbe essere informata.
Infine, spero che quando si parla di formazione bioetica per i veterinari si abbia anche la faccia di dire che la formazione bioetica va fatta anche per i medici che curano le persone, gli esseri umani, perché non è possibile essere così tanto unilaterali. E allora io sono la prima, e l'ho detto (come le colleghe sanno) in circostanze pubbliche, a lavorare per il benessere animale. E però non sono e non sarò mai d'accordo a contrapporre il benessere animale al progresso dell'umanità, che per me è fondamentale. Tornare alla pietra focaia non serve a niente e a nessuno e neanche tornare al medioevo con le sue paure e i suoi oscurantismi.
La ricerca è importante, la scienza è importante nel nostro mondo. Io vorrei che i cittadini italiani sapessero di più e si fidassero un po' di meno di alcune affermazioni che muovono la pancia e addormentano il cervello.
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