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Vaccini, riforme e PNRR per far ripartire il Paese

Scritto da Marina Sereni.

Marina SereniArticolo di Marina Sereni

Alcuni giornali ci ricordano che proprio sei mesi fa il Presidente Draghi iniziava le consultazioni con le forze politiche per la formazione del Governo. Sono stati sei mesi intensi, con la conclusione del lavoro sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e con l’avvio di un percorso di riforme necessarie ad accompagnare la ripartenza della nostra economia.
Sul piano internazionale, oltre al ruolo di primo piano che il nostro Paese ha mantenuto e rafforzato in Europa e nei principali scenari di crisi che ci riguardano, a cominciare dalla Libia, la Presidenza italiana del G20 ha ottenuto sin qui alcuni importanti risultati.
E’ stato così con il vertice dei Ministri degli Esteri e dello Sviluppo a Matera, che ha posto al centro il tema della sicurezza alimentare e della sostenibilità; è stato così con il vertice dei Ministri delle Finanze, che ha trovato un accordo importante sulla tassazione minima per le grandi aziende multinazionali; è stato così per il primo vertice dei Ministri della Cultura organizzato nell’ambito del G20, che ha messo in luce la straordinaria potenzialità del settore culturale nella prospettiva della ripresa. Non sono mancate luci e ombre nel vertice dei Ministri per l’Ambiente che, pur partendo da un’analisi largamente condivisa sulla gravità della crisi climatica, ha fatto emergere differenze non banali tra i Paesi del G20 sui tempi della transizione verso sistemi energetici e produttivi meno inquinanti. Insomma nell’insieme l’Italia ha dato prova di leadership nell’affrontare insieme agli altri Paesi del G20 le grandi sfide globali del nostro tempo, a cominciare da quella della Salute.
La lotta al Covid19 resta peraltro anche al centro dell’agenda politica nazionale, di fronte ad un aumento dei contagi determinato dal diffondersi della variante Delta. Il Governo ha giustamente definito – attraverso l’estensione del Green Pass – misure di maggiore precauzione per accedere ad alcuni servizi e attività. Mi ha molto colpito sentire stamattina alla radio l’appello di una signora cinquantenne siciliana: con la voce rotta dal pianto diceva di aver rischiato la vita e di essere ricoverata in ospedale per Covid19 insieme a persone tutte come lei, che avevano rifiutato il vaccino e si erano ammalate gravemente. La sua testimonianza, il suo dirsi “pentita” e il suo accorato invito a vaccinarsi subito sono stati forse più efficaci di tanti discorsi di esperti e ci conferma della necessità di fare ogni sforzo perché la campagna vaccinale raggiunga quante più persone è possibile nel più breve tempo possibile.
Il Parlamento intanto, dopo le prime misure di semplificazione per l’attuazione del PNRR, ha approvato la riforma della giustizia, al termine di un confronto complesso e a tratti molto teso tra il governo e la sua maggioranza.
Mi soffermo sul tema politico, non sui contenuti. Cosa può e deve tenere insieme partiti che hanno diversi valori di riferimento, diverso insediamento sociale e territoriale, idee divergenti sul futuro dell’Europa e dell’Italia? Qual è il “bene comune” attorno al quale si possono mettere di lato le differenze e trovare una convergenza? La risposta non può che essere: l’uscita dall’emergenza Covid 19, il superamento della crisi economica e sociale oltre che sanitaria con cui si sta confrontando il mondo intero. Ma perché questa sia la risposta prevalente nei partiti che sostengono l’attuale maggioranza non basta l’appello alla responsabilità, che certo è il primo requisito. Serve anche un “di più” di politica, di confronto politico. In particolare credo sia compito del Governo, nel lavoro dei singoli Ministri così come nella dimensione di collegialità, sviluppare un dialogo costante con il Paese reale – forze economiche e sociali, istituzioni locali, società civile variamente organizzata – e con il Parlamento. Vorrei insomma che uscissimo dalla “narrazione” secondo la quale con Draghi e i tecnici al Governo la politica non serve più. Anche perché l’altra faccia di questa narrazione è che allora ai partiti e alle forze politiche – tanto più nel cosiddetto “semestre bianco” –non resta altro che entrare in modalità di “propaganda permanente”. Con alcuni leader - come Salvini - che hanno già una forte propensione a giocare in quel ruolo, come dimostrano le polemiche sul Green Pass tradottesi in 900 emendamenti al decreto legge che le Camere dovranno esaminare alla ripresa.
Il Pd ha sempre dimostrato grande senso di responsabilità e si è speso per costruire di volta in volta la migliore sintesi possibile nell’interesse del Paese. Il confronto tra il Presidente Draghi e le forze politiche dunque non è inutile, non è una “concessione” alla ritualità della politica. E anche il rispetto delle prerogative del Parlamento non è, non può essere, solo un fatto formale. Per l’oggi e anche per il domani il confronto con il Parlamento - così come il coinvolgimento di Sindaci e Presidenti di Regione - è indispensabile per dare alle forze politiche la possibilità di contribuire a risolvere i problemi del Paese, per costruire il consenso nella attuazione delle riforme, per raccogliere le aspettative dei territori e delle comunità locali. Per qualche giorno la politica istituzionale andrà “in vacanza” ma non ci andranno i problemi dell’Italia e degli Italiani, a partire dai più vulnerabili. Per questo direi che possiamo augurarci una buona pausa per riflettere e ricaricare le energie, sapendo che la sfida più grande - usare bene e nei tempi giusti le risorse del PNRR - è tutta davanti a noi e non è affatto scontata.

Per seguire l'attività di Marina Sereni: sito web

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