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Il Cimitero di Rho accoglierà i defunti di religione musulmana

Scritto da Maria Rita Vergani.

Maria Rita VerganiArticolo di Cronaca Ossona.

Il Comune di Rho e l’associazione Lega Culturale Islamica Italo Araba di Rho hanno firmato il 21 luglio 2021 la convenzione, di durata di 20 anni, sui criteri e le modalità per le inumazioni delle salme di religione musulmana secondo i riti islamici nel rispetto delle norme vigenti nel nostro territorio comunale. L’area riservata alla sepoltura di persone di fede islamica nel cimitero rhodense era stata individuata il 25 maggio, ora sarà perfezionata con l’inserimento nel Piano Cimiteriale in via di revisione, ma con la firma la convenzione è operativa e si può procedere alle inumazioni.
“Questo è stato un bel gesto.” inizia così il presidente dell’associazione Lega Culturale Islamica Italo Araba di Rho, Kaddouri Bouzekri “Un grande lavoro da parte del Comune di Rho e di tutta l’amministrazione, che noi ringraziamo, prima dovevamo mandare le salme dei nostri cari a Varese, a Bergamo o a Bruzzano. Da adesso sarà più semplice anche per noi andare al cimitero a trovare i nostri defunti.”
La religione Islamica infatti prevede delle regole e modalità del tutto particolari per le sepolture, come a esempio la sepoltura con il capo rivolto verso La Mecca, che impediscono l’utilizzo delle aree in cui vengono sepolti coloro che appartengono ad altre fedi religiose. Le circa 20 sepolture saranno contrassegnate da un cippo con indicate le generalità del defunto (nome, cognome, data di nascita e di morte) in caratteri latini e in numeri arabi.
Queste le parole dell’assessore ai Cimiteri, Maria Rita Vergani “La nostra Costituzione è maestra di rispetto dei diritti e doveri di tutti. Anche il nostro Statuto comunale ribadisce i valori essenziali riguardo alla conduzione della cosa pubblica tra cui il confronto e la convivenza pacifica tra tradizioni, culture ed etnie diverse, la cooperazione tra i popoli e anche attraverso il confronto e il dialogo sul tema della ritualità funeraria passa quel necessario processo di sensibilizzazione e conoscenza dell’altro che ci porta a superare la paura della diversità per una comunità sempre più accogliente”.
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