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La riforma della Sanità in Lombardia

Scritto da Sara Valmaggi.

Sara Valmaggi Sono dilettanti allo sbaraglio. Una gestione così superficiale di una riforma tanto importante non si era mai vista. Ora si blocca tutto e non sarà facile per Maroni trovare un nuovo punto di equilibrio con una maggioranza sempre più divisa. E intanto i lombardi continuano ad essere alle prese con gli stessi problemi. In commissione sanità del Consiglio Regionale della Lombardia il presidente Fabio Rizzi ha ammesso che il testo di riforma, approvato dalla giunta il 23 dicembre scorso, non è conforme al regolamento consiliare (le cui modifiche, approvate a fine ottobre, sono entrate in vigore dal primo gennaio) e pertanto non può essere incardinato. In altre parole, deve essere riscritto, affinché sia in forma di modifica del testo unico della sanità anziché come testo autonomo e deve essere corredato da una relazione di compatibilità economica che espliciti in modo dettagliato l’impatto economico.

La maggioranza è implosa e con queste condizioni la riforma della sanità rischia di non essere incardinata mai. Solo per scrivere una relazione sugli impatti finanziari di un sistema così complesso e con un bilancio ridotto, gli uffici dovranno fare un lavoro enorme e, al contempo, occorrerà riscrivere tutto il provvedimento in forma di modifica del testo unico esistente. Un infortunio non da poco, che è sintomo di un malessere evidente nella maggioranza.
La maggioranza è divisa non solo su questioni formali ma anche sul metodo di lavoro con cui procedere. Il presidente Rizzi ha il dovere di proporre alla commissione un metodo di lavoro trasparente e condiviso. Ricordo peraltro che da luglio è già depositato il nostro progetto di legge. Quando ci sarà il testo definitivo della giunta si facciano le audizioni, com’è logico fare.
La proposta del Pd resta quella di una riforma vera del sistema socio-sanitario, per affrontare meglio i bisogni dei lombardi e le nuove emergenze. Oggi, in Commissione sanità è stato finalmente avviato il percorso di riforma, che prevede il percorso di audizioni che avevamo proposto, ma il progetto di legge che sarà discusso è quello di Maroni, diverso da quello che depositerà il Nuovo centro destra, dunque tutto resta in alto mare. La maggioranza, nonostante Rizzi tiri dritto, non sa in realtà che pesci pigliare e non sappiamo ancora se e quando farà sintesi tra i diversi progetti. Prima del 3 febbraio non si cominceranno le audizioni, poi occorreranno settimane per metterle in calendario: di tempo se n’è perso sin troppo, per la confusione del centrodestra. Il Pd ha depositato la sua proposta,peraltro coerente con il Patto per la salute e la normativa nazionale, da mesi, e da mesi aspetta un confronto, che ancora non c’è stato.

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