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Human Technopole, i primi laboratori pronti a inizio 2021

Scritto da Il Giorno.

MilanoArticolo del Giorno.

"Una parte dello Human Technopole sarà pronta a inizio 2021 e ospiterà centinaia di scienziati e delle tecnologie di ricerca che in Italia ancora non esistono". L'annuncio è di Marco Simoni, il presidente del maxi polo che sta crescendo nell'area oggi battezzata Mind (Milano Innovation District), un'infrastruttura di ricerca su larga scala che vuole far volare le scienze della vita. "Qui oggi è un cantiere e ce ne saranno sempre di più", aggiunge intervenendo a un evento che proprio da Milano dà idealmente il via al percorso di avvicinamento dell'Italia a Expo Dubai. Si lavora senza sosta perché a inizio 2021 saranno consegnati i primi laboratori, spiegano dal tecnopolo.
Le tecnologie all'avanguardia citate dal presidente saranno implementate progressivamente. Saranno infrastrutture che consentiranno ai ricercatori di Human Technopole di portare avanti a Milano gli studi scientifici su cui stanno già lavorando per conto di Ht nei loro istituti di provenienza, e di proseguire con il reclutamento di personale per ampliare i propri team di ricerca. Si stima, spiegano dal centro, "che entro la fine del 2021 in Human Technopole saranno al lavoro 250 persone tra ricercatori e personale amministrativo". I primi edifici a essere disponibili saranno il Padiglione Nord e gli Incubator Labs.
l Padiglione Nord è un edificio già esistente ai tempi di Expo Milano 2015 e strutturato su due livelli. E' stato sottoposto a lavori di rifunzionalizzazione per renderlo adatto a ospitare le facilities di imaging con i microscopi crio-elettronici (Cryo-EM) e i microscopi ottici (Light Microscopy Imaging). E' dotato di spazi di supporto per preparazione di campioni e uffici per i manager delle due strutture. Al primo piano ospita venti postazioni scrivania in open space per lo staff della Image Analysis Facility e di appoggio per gli utenti. L'edifico ha subito dei massicci interventi per renderlo adatto a ospitare i microscopi, che hanno necessità di pavimentazione stabile, cioè non soggetta a tremori, vibrazioni o minime oscillazioni, e in grado di reggerne il peso.
Ci sono poi gli Incubator Labs fra le strutture che verranno consegnate per prime. Sono tre edifici composti da strutture prefabbricate, scelta adottata per realizzarli più velocemente e consentire ai ricercatori di procedere con l'attività scientifica. Due di questi edifici, su due livelli, sono dedicati prevalentemente a laboratori e un terzo, su un solo livello, ospiterà la struttura di supporto della facility di crio-microscopia elettronica con due microscopi, una stanza per la preparazione di campioni e stanza di controllo dei microscopi. Al loro interno sono ospitate 130 postazioni denominate 'wet', cioè spazi bancone individuali per ricercatori sperimentali, scrivanie di appoggio, laboratori di supporto, stanze strumenti, colture cellulari e core service (lavaggio vetreria, cucina, magazzino), e alcuni uffici. Ci saranno laboratori di biologia molecolare, biochimica, biologia cellulare, biofisica, genetica, genomica (afferenti ai Centri di ricerca per la neurogenomica, biologia strutturale, genomica), il laboratorio 'wet' del Centro di biologia computazionale.
"La grande maggioranza degli scienziati che stanno rispondendo alle nostre call, e che di conseguenza vengono assunti qui, arrivano da tutto il mondo: dal Giappone agli Usa, passando per l'Europa - dice Simoni - E' possibile avere dei ponti tra l'Italia e il resto del mondo, luoghi che non sono torri d'avorio, ma in grado di aprirsi e confrontarsi. La ricerca è la tensione a migliorare la qualità della vita". E' un desiderio "che non si ferma qui, è internazionale". E Human Technopole punta sull'internazionalizzazione, prosegue, "che non significa non avere una forte identità italiana. Basti pensare che per prima cosa a chi arriva qui offriamo un corso di lingua italiana". C'è poi un aspetto di "servizio alla comunità che noi facciamo in vario modo. Per esempio stiamo per pubblicare nuovi bandi per far accedere giovani ricercatori non di Human Technopole a tecnologie del polo. Si tratta infatti di una tecnologia molto grande, che può stare solo in certi luoghi. E deve essere messa a disposizione delle università, delle aziende, deve essere aperta", conclude Simoni. "Abbiamo una grande ambizione - assicura il direttore di Ht, Iain Mattaj - stiamo allestendo migliaia di metri quadrati e stiamo reclutando ricercatori stellari".
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