Junker deve essere credibile
Intervista a Patrizia Toia (capodelegazione PD al Parlamento Europeo) di Della Pasqua pubblicata da Il Tempo
«Il programma di investimenti per 300 miliardi che il presidente della Commissione Ue Juncker ci presenterà in settimana, deve essere credibile. Non pensi di riproporre ciò che è già stabilito nel bilancio europeo».
Patrizia Toia, europarlamentare del Pd, rilancia l'ipotesi di un piano di investimenti europei reale con risorse fuori dai vincoli del Patto di Stabilità.
Avete già un'idea del piano di investimenti che presenterà Juncker?
«Juncker ha parlato di un piano di 300 miliardi con risorse pubbliche e private per il rilancio dell`economia. Il mio gruppo ha ipotizzato la creazione di un fondo ad hoc da affiancare a fondi già esistenti come il Fondo Fei dentro la Bei e il Fondo Margherita del bilancio Ue per l'efficienza energetica».
Un nuovo fondo alimentato da finanziamenti pubblici. Ma quale Stato con la crisi attuale sarebbe disponibile a mettere soldi?
«L'idea che sta prendendo piede è di incentivare i Paesi a finanziare il fondo. I soldi per il piano di investimenti europeo sarebbero scorporati dal calcolo del deficit strutturale. Senza questa condizione lo strumento rischia di fallire».
Poi però bisogna convincere i privati a partecipare. In quale modo?
«La convenienza a partecipare al piano è nel fatto che gli investimenti avrebbero la garanzia europea. Questo eviterebbe l'incognita di opere iniziate e mai finite. Inoltre i privati avrebbero l'opportunità di partecipare a grandi progetti come le me ga infrastrutture, la digitalizzazione, l'energia e la formazione».
Quali quote dovrebbero essere versate dai Paesi?
«Se solo una ventina di Paesi partecipassero al piano mettendo 3 miliardi, nel fondo confluirebbero circa 50-60 miliardi. Poi potrebbero essere coinvolte le banche di investimento. Nel caso dell`Italia la Cassa Depositi e Prestiti. I finanziamenti pubblici servono ad avviare un meccanismo virtuoso che coinvolgerebbe i privati».
Non c'è il rischio che vengano riproposti vecchi progetti?
«Sì, questo rischio c'è. Ma spero davvero che a fronte di alcuni piani già previsti dal bilancio europeo, Juncker ne preveda di nuovi».