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Serve un piano di rilancio nazionale

Scritto da Giuseppe Sala.

Giuseppe SalaArticolo pubblicato da Il Giorno.

"Milano, che è caduta dall'alto, sta pagando un prezzo importante, quanto durerà non lo so, il punto è che o si rilancia anche a livello di Paese con politiche di investimento e infrastrutturali importanti o saranno dolori". Ne è convinto il primo cittadino meneghino Giuseppe Sala, ospite di Tagadà su La7. A suo parere la pandemia "nel breve periodo" ha cambiato il destino della città. "Nel lungo penso di no. Nel breve e nel medio ci sarà un prezzo da pagare" ha ribadito.
Come detto in più occasioni per il sindaco il nodo cruciale sarà quello economico. "Io sono preoccupato dall'economia, ma soprattutto leggo una cosa: dopo la crisi del 2008 l'Ue o la Fed negli Usa hanno salvato aziende, banche, dando direttamente soldi alle banche. Oggi i soldi li danno ai Governi e mentre la banche, le conosciamo, sono rapide nel trovare altre soluzioni, il mio timore è che, in una realtà come la nostra nella quale i Governi durano mediamente un anno e due mesi, non so se" al Governo "hanno la capacità di impostare dei piani di lungo termine in maniera rapida" ha aggiunto il primo cittadino. "Quelli della finanza, quelli bravi che stanno a Londra, in questo momento guardano con interesse agli Stati, ai Paesi, perché sanno che diventeranno centrali. La mia paura è che quelli forti tipo Germania diventeranno anche più forti, in Italia se non siamo rapidi rischiamo di non attivare questa possibilità che abbiamo" ha concluso Sala.
Per il primo cittadino "Al governo Conte darei un voto senz'altro positivo rispetto al fatto di intervenire con rapidità e cercare di intercettare i bisogni delle persone, è vero che la cassa integrazione stenta ad arrivare però sono intervenuti - ha aggiunto -. Non per fare polemica ma gli Stati Generali li puoi fare in due modi: o hai il tuo piano e chiami gli altri attorno ad un tavolo per discuterlo e migliorarlo, oppure un'altra via, che mi pare quella scelta dal governo, chiami al tavolo e dici costruiamo insieme il piano. È più bello ma anche più difficile".

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