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Gli Stati Generali sono stati un utile momento di ascolto

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in tv a 7Gold (video).

Non capisco la polemica infinita che si è fatta sugli Stati Generali: se non ci fossero stati tutti avrebbero accusato il Governo di non ascoltare le parti sociali e di non ascoltare le organizzazioni di categoria, il mondo economico, Confindustria. Credo, quindi, che si sia fatto bene a costruire un momento di ascolto. Da una parte, infatti, si è dato il senso di un Governo che vuole ascoltare le proposte che vengono dalla società, dalle organizzazioni sociali e dalle organizzazioni economiche. Dall’altra parte c’è anche bisogno di dare il segnale che da questa crisi usciamo tutti insieme: non si può delegare a nessuno lo sforzo per uscire da questa crisi.
Penso che Conte sia stato molto chiaro: dobbiamo innanzitutto decidere alcuni settori su cui investire per costruire il futuro della nostra economia e sicuramente sono la green economy, lo sforzo per investire su tutte quelle tecnologie e quelle produzioni a basso impatto ambientale che ci rendono sono anche competitivi con il resto del mondo; il tema delle infrastrutture, cioè le strade e l’alta velocità ma anche la necessità di dotare il Paese di reti più veloci e di una capacità di far funzionare internet e la telematica in maniera più significativa, come hanno dimostrato i mesi di lockdown. Conte ha anche detto altre cose serie: credo che la lotta all’evasione fiscale e la lotta all’illegalità siano questioni fondamentali per un Paese in cui si stimano 110 miliardi evasione; quindi benissimo la spinta alla tracciabilità del denaro e alla riduzione del contante. Rispetto alla cassa integrazione credo che dovremo vedere nei prossimi mesi qual è la situazione occupazionale e dovremmo capire se c’è bisogno di prorogare ulteriormente scelte che sono state inedite, come quella della cassa integrazione in deroga anche per aziende piccolissime, o trovare altre forme di sostegno all’occupazione. Penso, quindi, che le cose emerse dagli Stati Generali siano importanti perché, al di là di quello che qualcuno chiama assistenzialismo (cioè il garantire un reddito anche a chi l’ha perso in questi mesi), c’è anche un progetto e un’idea di come rilanciare l’economia del Paese.
Se non si fossero fatti gli Stati Generali, si sarebbe detto che c’era un Governo che non ascoltava il Paese. Si è costruita, quindi, un’opportunità di incontro tra il Governo e le parti sociali (sindacati, Confindustria, commercianti, coloro che per competenza sono in grado di dare le indicazioni su quali punti occorre insistere e intervenire per garantire un futuro al Paese) che non si può certo fare in Parlamento.

Non si può dire che la cassa integrazione non sia stata erogata. Sono state erogate casse integrazioni per 8 milioni di lavoratori; sono stati dati aiuti a quasi tutti i lavoratori autonomi e le partite IVA per due mensilità e ora stanno arrivando altri aiuti. È evidente che ci sono stati dei ritardi nel far arrivare gli aiuti alle persone. È evidente che, comunque, è un fallimento il fatto che ancora migliaia di lavoratori non abbiano ricevuto nulla ma questo non cancella il fatto che, invece, milioni di lavoratori abbiano ricevuto un’integrazione al reddito o la cassa integrazione. Vorrei uno Stato in grado di rispondere in tempo reale a qualunque esigenza ma ci siamo trovati con degli strumenti vecchi ad affrontare una situazione di emergenza e a dover mettere in campo misure nuove, come ad esempio quelle per i lavoratori autonomi e le partite IVA che non hanno mai avuto ammortizzatori sociali e contributi per la disoccupazione. Oggi, su questo versante, mi pare che le questioni stiano andando a regime. Abbiamo prorogato la cassa integrazione fino a ottobre e non è detto che poi non si debba prorogare ulteriormente ma adesso credo che il tema sia soprattutto quello di far ripartire l’economia e, quindi, come riuscire a investire i soldi messi a disposizione con il Decreto Rilancio e quelli che arriveranno dall’Europa per rilanciare la nostra economia e garantire la ripresa dei settori più a rischio, come il turismo, il commercio e tutti quei settori che hanno subito una battuta d’arresto molto seria con la pandemia e che potrebbero non riuscire a riprendersi velocemente.

Grazie a questo Governo si è ricostruita una credibilità dell’Italia in Europa per cui oggi l’Europa si fida di noi e si sta lavorando per garantire che tutti i Paesi colpiti dalla pandemia, compreso il nostro, abbiano le condizioni per avere risorse, prestiti a tassi bassissimi e senza condizioni.
C’è stato un salto di qualità in Europa rispetto a prima.

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