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Mozioni di sfiducia strumentali ma Bonafede apra una discussione sulla Giustizia

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in Senato durante la discussione delle mozioni di sfiducia al Ministro della Giustizia (video).

Dico subito che voteremo con convinzione contro le mozioni in discussione oggi; lo faremo per ragioni di merito e di metodo. È infatti evidente il tentativo delle opposizioni di usare un tema tanto importante e tanto delicato, come quello della giustizia, per provare a far cadere il Governo, scommettendo sulle differenze che convivono in una maggioranza di coalizione.
La strumentalità di tutto ciò è evidente: ci sono e ci saranno senatori di centrodestra che voteranno o addirittura hanno firmato mozioni tra loro contrapposte e inconciliabili, pur di provare a far cadere il Governo.
Scopriremo oggi che sulle carceri si può essere contemporaneamente per il giustizialismo, si può essere per il "buttiamo via la chiave", ma si può anche essere garantisti e attaccare il Governo per aver tenuto troppe persone in carcere. Tutto legittimo, giudicheranno gli italiani.
Ma per noi un'opposizione che, in questo momento tanto grave per il Paese, sceglie questa strada, la strada delle mozioni di sfiducia individuali, prima nei confronti del Ministro dell'Economia e ora nei confronti del Ministro della Giustizia, è un'opposizione senza argomenti, che, come se fossimo in una situazione normale, preferisce tentare di logorare il Governo piuttosto che aiutare a rispondere ai problemi urgenti dai cittadini.
Non credo che sia ciò che serve al Paese; non credo che sia questa la responsabilità di chi dovrebbe essere al servizio del Paese.
Ma anche sul merito non sono condivisibili le mozioni in discussione.
Sulla gestione di un problema cronico del nostro Paese, come quello del sovrappopolamento delle carceri, in una fase emergenziale come questa della pandemia, si fanno ricostruzioni assolutamente strumentali e false di ciò che è stato fatto.
Non c'è stato nessuno "svuota carceri" e nessun rilascio degli autori delle rivolte che ci sono state, nessuna liberazione.
Smettiamola con la propaganda: ne va della credibilità dello Stato.
Con il decreto-legge Cura Italia abbiamo dato la possibilità a chi aveva meno di diciotto mesi da scontare di andare agli arresti domiciliari con il controllo dei dispositivi elettronici e abbiamo allungato le licenze per chi già lavorava fuori dal carcere.
Come si sa, il Partito Democratico avrebbe voluto fare di più, perché, nonostante ciò che scrive la mozione della Lega, è evidente a tutti che, in un ambiente in cui si sta in sei in una cella di 10 metri quadrati, il distanziamento fisico per prevenire il virus è impossibile. Comunque, penso che i numeri li darà il Ministro.
Grazie a quell'intervento e allo straordinario lavoro della magistratura di sorveglianza, che ha usato tutte le norme disponibili per ridurre la popolazione carceraria e salvaguardare la salute dei detenuti, si è difeso un principio costituzionale e si è evitata la diffusione del coronavirus nelle carceri.
Ancora sul merito delle mozioni, io speravo che almeno in nell'Aula del Senato nessuno potesse usare strumentalmente la telefonata di un magistrato a una pur importante trasmissione televisiva per giustificare un atto parlamentare importante come quello della sfiducia a un Ministro. Ma ci siete riusciti.
Non solo, si è anche ringraziato in Aula il giornalista che ha raccolto quella telefonata. Su questo noi non abbiamo ragione di dubitare delle risposte date più volte dal Ministro anche in quest'Aula.
Certamente grave e preoccupante, però, è stata la messa in detenzione domiciliare, non la liberazione - stiamo attenti alle parole - di troppi detenuti condannati o sotto processo per reati di mafia; detenuti che il decreto-legge Cura Italia prevedeva esplicitamente non potessero godere di quei benefici.
Non c'è stata nessuna nuova norma del Governo che abbia consentito quelle scarcerazioni, ma certamente si sono rivelati esserci problemi gravi nel funzionamento del DAP e gravi responsabilità di chi lo ha guidato perché, oltre a non garantire il rapporto con le Direzioni Antimafia, non ha saputo predisporre soluzioni che evitassero la detenzione domiciliare per questi detenuti, senza compromettere la loro salute.
Su questo il Governo e la maggioranza unita sono intervenuti efficacemente e prontamente con gli ultimi due decreti, per impedire che si possano ripetere le troppe scarcerazioni di detenuti per mafia e accelerarne il rientro in carcere.
Quali sono dunque le ragioni della sfiducia? Il fatto che il Ministro pretenda che i cittadini paghino le tasse, come ho sentito nel dibattito in Senato? Logorare il Governo? Far cadere il Governo? Comunque - lo ribadisco - nulla di utile per la Giustizia né per gli italiani.
Chiarite, quindi, le ragioni per cui voteremo contro queste mozioni, voglio chiedere al Ministro Bonafede di cogliere, però, l'occasione per aprire una discussione in maggioranza e nel Paese per cercare soluzioni ai grandi problemi della giustizia, trovando una sintesi tra le diverse culture politiche che hanno dato vita a questa maggioranza.
Bonafede è stato Ministro anche del Governo precedente e si è intestato provvedimenti che noi non abbiamo condiviso. Insieme alla Lega - ricordiamocelo - ha votato il provvedimento “spazzacorrotti”, e con la Lega - che leggo essersene dimenticata - ha abolito la prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Con il precedente Governo ha buttato il lavoro del suo predecessore sulla riforma delle carceri e sulla riforma del processo.
È chiaro a tutti che oggi Bonafede è Ministro di un Governo diverso e che la discontinuità con quello precedente deve essere maggiore di quanto sia stata finora: questo le chiediamo. Chiediamo, forti anche di questo passaggio parlamentare, di costruire insieme un'agenda condivisa che indichi le priorità e definisca concretamente una discontinuità con il passato.
Le riforme del processo civile e penale sono ancora di più oggi necessarie, perché anche la Giustizia possa contribuire ad affrontare la fase difficile che si apre per il Paese.
Soprattutto sul processo penale, andiamo avanti spediti sulle proposte e le idee che abbiamo già condiviso, e in questo passaggio riaffrontiamo il tema della prescrizione, perché le modifiche sono introdotte nel decreto-legge del Governo non sono sufficienti; ce lo siamo già detti.
Rimettiamo in agenda anche i temi della riforma carceraria, dell'esecuzione della pena e il tema dei diritti, a partire dalla legge contro l'omofobia.
Su queste questioni, il Ministro troverà un PD disponibile ma esigente, e serve una coalizione che faccia sintesi, guardando avanti e non indietro.
Deve essere il Ministro Bonafede ad imporre e proporre la discontinuità necessaria.
Il PD su queste cose c'è e valuterà l'azione di Governo sulla Giustizia.
Noi non siamo come quelli che aboliscono la prescrizione stando in maggioranza e quando vanno all'opposizione gridano allo scandalo e vogliono reintrodurla. Né siamo come quelli per cui dire "tutti dentro" o "tutti fuori" è uguale se serve strumentalmente ad indebolire il Governo.
Abbiamo proposte e idee e abbiamo fiducia che il Ministro saprà farne tesoro e saprà fare una sintesi positiva dentro la coalizione e dentro la maggioranza.

Video dell'intervento»

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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