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Giuseppe Conte e Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico

Scritto da Massimo Cingolani.

Massimo CingolaniArticolo di Massimo Cingolani pubblicato da La Voce Metropolitana.

La vicenda di Conte Primo Ministro, per il momento si caratterizza per essere la prima volta nella seconda repubblica, che un presidente del Consiglio riesca a governare con 2 coalizioni differenti e non è escluso che possa arrivare alla fine della legislatura.
Quella di Conte rimane sempre la storia di un outsider, che è riuscito ad arrivare al potere e a tenerlo ben stretto. Adesso gli serve solo di fare in modo di entrare nei libri di storia con delle realizzazioni che rimarranno a futura memoria.
Da infrastrutture come il ponte Morandi, alla gestione dell’emergenza Covid, che dai sondaggi rafforza il suo gradimento. Gli manca solo una riforma di grande portata, forse della scuola o del lavoro, ad esempio normando lo smart working (in italiano telelavoro). Dubito di una riforma della giustizia, ma una legge elettorale non si nega a nessuno.
Potrebbe trarre ispirazione dal passato, in particolare dall’imperatore Claudio.
Dopo l’assassinio di Caligola del 41, i pretoriani si trovarono di fronte al problema di trovare un membro superstite della famiglia Giulio-Claudia da mettere sul trono. Molti di loro erano stati assassinati da tempo, mentre Claudio era riuscito a scampare ad ogni congiura perché nessuno lo aveva considerato un avversario pericoloso.
Lo scrittore latino Svetonio narra, infatti, che Claudio, nascostosi in una stanza per sfuggire alle deportazioni delle persone fedeli a Caligola, fu trovato da un soldato semplice che, una volta riconosciutolo, lo salutò imperatore; condotto al cospetto dei propri superiori, dopo averlo tenuto in custodia per una notte, decisero di acclamarlo imperatore.
Claudio però. fu un imperatore capace, che seppe unire attorno al potere imperiale cavalieri romani e aristocrazie provinciali, prese importanti provvedimenti per l’amministrazione dello Stato ,per garantire il funzionamento di tutti i suoi organi di governo, realizzò importanti opere di interesse pubblico per migliorare le condizioni di vita dei suoi concittadini, rese più efficiente l’apparato burocratico conferendo ampi poteri ai suoi liberti.
Egli seppe, infatti, scegliere validi collaboratori tra i suoi funzionari e generali, ed imporre le proprie linee politiche. Per prima cosa rafforzò la sua posizione placando i vari partiti interni al Senato, cancellando la memoria del regno di suo nipote Caligola e richiamando gli esiliati con un’amnistia generale. Inoltre si mostrò rispettoso del Senato e dei magistrati.
Claudio non temette le innovazioni. Egli fu, infatti, il primo a creare una burocrazia centralizzata, suddivisa in sezioni, materie speciali, ognuna delle quali fu posta sotto il controllo di un liberto, una specie di moderno ministro in scala ridotta.
La storia nel nostro paese è abbastanza disprezzata, poco conosciuta e speso male interpretata da antichi vizi ideologici, a Conte, prima di costruirsi un partito tutto suo non farebbe male studiarla un po’.
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