La sentenza sul caso Ruby
A proposito della sentenza sul caso Ruby:
Punto primo: le sentenze vanno rispettate. Si può non condividerle, ma vanno rispettate.
Punto secondo: è del tutto evidente che tipi come Ruby e le sue numerose "consorelle" non avrebbero nemmeno dovuto avvicinarsi alla residenza privata del Presidente del Consiglio in carica non per questioni morali ma per mera opportunità istituzionale.
Punto terzo: che Berlusconi fosse un affarista spregiudicato, un evasore fiscale (ora condannato in via definitiva) con amicizie pericolose (fra cui un tale condannato anch'esso in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa) e con una vita privata a dir poco discutibile era noto da anni a chiunque volesse vederlo.
Punto quarto: ciononostante milioni di italiani hanno continuato a votarlo per anni, segno che la miseria morale dell'uomo non li distoglieva dalla loro scelta politica.
Punto quinto: Berlusconi non tornerà mai più a Palazzo Chigi né potrà mai aspirare al Quirinale, il suo partito è scivolato al di sotto del venti per cento ed è squassato da una dura lotta interna. La sua unica speranza di sopravvivenza è legata al rimanere attaccato al tavolo delle riforme.
Punto sesto (il più importante) : Berlusconi non è stato sconfitto per via giudiziaria ma per via politica, perché molti italiani che lo votavano gli hanno girato le spalle ed hanno trovato a sinistra una leadership ed una proposta politica più convincenti. E ciò con buona pace di chi, come il sen. Mineo, straparlando delle "conseguenze del patto del Nazareno", conferma di fatto la tesi dei berlusconiani per cui la magistratura è al servizio della sinistra, e condanna o assolve secondo esigenze politiche, il che è offensivo non verso Renzi ma verso la magistratura.
E' venuto il momento di uscire dalla logica delle tifoserie pro o contro Berlusconi e di fare politica, quella vera.