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Piano casa: cosa si può e si deve fare

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervista di Simonetta Alfaro per Finco – Il Nuovo Cantiere (File PDF)
Il 14 aprile 2014 è iniziata presso le Commissioni riunite Ambiente e Lavori Pubblici del Senato la discussione del decreto legge n.47/2014 (Casa-Expo) , pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.73 del 28 marzo 2014, che prevede, per dirla in poche battute, interventi per 1 miliardo e 741 milioni di euro per il sostegno all’affitto a canone concordato, l’ampliamento dell’offerta di alloggi popolari e lo sviluppo dell’edilizia residenziale sociale. Temi quindi di estrema importanza per il nostro Paese in cui è coinvolta, o un per un verso o per un altro, la totalità dei cittadini. Ne parliamo con il senatore Franco Mirabelli, relatore per la Commissione Ambiente, che fin da subito sottolinea quanto sia importante e urgente preordinare nell’immediato validi strumenti per rilanciare politiche pubbliche sulla casa, in assenza delle quali si rischia di non rispondere ai bisogni di tanti cittadini e lavoratori.
Non solo. C’è una novità importante: oggi, siamo di fronte a un’emergenza abitativa vera e drammatica in tutto il Paese ma il Decreto cerca di affrontarla in una logica e con un approccio non emergenziale. Si cerca, quindi, di affrontare la questione della casa cominciando a prevedere alcuni provvedimenti che disegnano un’idea di quelle politiche pubbliche che da molto tempo mancano in questo Paese. E ancor più con un’attenzione dovuta a tutti i risparmiatori italiani che hanno confidato in questi anni nel risparmio profuso nel patrimonio immobiliare, oggi in caduta libera, auspicando che con questo provvedimento si generi un’inversione di tendenza, un ritorno di interesse mirante al rilancio dell’affitto e con esso dell’investimento.
La vicenda degli appalti sembra trovare un esito definitivo con l’operazione del decreto sull’emergenza abitativa tutelando la qualità delle opere attraverso l’affidamento di quelle specialistiche ad imprese qualificate. Qual è la sua opinione in merito?
Penso che questo decreto possa chiudere definitivamente una vicenda che ha penalizzato tante aziende che hanno saputo, in questi anni difficili, investire in innovazione e conoscenze.
Si dà valore alle specializzazioni e si afferma un principio fondamentale oltre che sacrosanto, quello per cui la qualità e la sicurezza non possono essere sacrificate ad una temporanea convenienza economica per le società che gestiscono le opere. Il decreto così come uscito dal Consiglio dei Ministri rappresentava già un buon punto di equilibrio e di arrivo, l'emendamento che abbiamo proposto come relatori ha definito meglio i termini del provvedimento e credo rappresenti un buon punto di arrivo.
Quali sono gli altri principali provvedimenti di rilievo del DL 47 sull’emergenza abitativa? E a suo parere quali sono le principali criticità in materia che al momento abbiamo nel nostro Paese?
Il decreto fa fronte all’emergenza casa, che la crisi ha aggravato ulteriormente, rifinanziando i fondi a sostegno degli affitti e quello, appena istituito, per la morosità incolpevole, dando così qualche garanzia in più a inquilini e proprietari. Inoltre mette a disposizione risorse significative per rendere agibili e disponibili le migliaia di appartamenti di proprietà di IACP e comuni che oggi sono vuoti e inutilizzati e che potrebbero diventare agibili con provvedimenti dal costo contenuto. Infine fa i conti con la necessità di acquisire risorse per creare nuove opportunità abitative nel pubblico favorendo la vendita agli inquilini degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
La vera innovazione contenuta nella legge e che va oltre la logica dell'emergenza, e data dalla scelta di incentivare l'affitto e, in particolare, l'affitto a canoni contenuti e accessibili; in questo senso vanno le misure fiscali, prima di tutto l'abbassamento della cedolare secca al 10% per chi affitta! La nuova normativa sull'affitto a riscatto e le deroghe previste per favorire l'housing sociale coinvolgendo anche imprese cooperative e private nella realizzazione di alloggi sociali. Di fronte ai mutamenti economici e del mercato del lavoro il modello italiano che risolveva tutto con la casa in proprietà per tutta la vita vicino al luogo di lavoro non e' più attuale e l'offerta abitativa va riorientata verso l'affitto accessibile soprattutto per i giovani.
La proprietà immobiliare secondo il sistema in vigore in Italia non è più una forma di risparmio attrattiva per i singoli risparmiatori. Chi possiede un’abitazione è tenuto pagare cifre esorbitanti di tasse, soprattutto se ha la disgrazia di averne una seconda e non abbia un reddito da lavoro. Vien da sé, quindi, con quali mezzi mantenere la proprietà?
Questa situazione ha creato il fallimento di tante famiglie e il mercato in toto ne ha risentito pesantemente: cosa si può e si deve fare per rilanciare il settore in un sistema che sia equo ed equilibrato?
Credo che con l'abolizione dell'Imu sulle prime case e ora della componente patrimoniale della tasi per le abitazioni principali si sia data una risposta, forse parziale, ma una risposta sulla casa di residenza. Per il resto, anche con questa legge proviamo a costruire un patto che garantisca meglio e di più chi mette in affitto un appartamento e incentiva, anche con convenienze economiche, i proprietari a non lasciare vuoti gli appartamenti e, dall'altra parte, da' più opportunità alle famiglie con redditi medio-bassi di trovare casa a canoni sostenibili. Oltre alla cedolare secca al 10% per i canoni concordati e ad altre norme fiscali contenute nel decreto va in questa direzione anche la battaglia che stiamo facendo insieme al governo per trovare le coperture per dimezzare l'Imu per chi affitta a canone concordato. E ancora, in questo senso vanno anche le norme per tutelare le proprietà dall'abusivismo, proibendo l'allacciamento delle forniture e il riconoscimento da parte dei comuni della residenza, e quelle, già ricordate, per intervenire ad aiutare chi l'affitto non riesce a pagarlo.
Emergenza abitativa, con costi straordinariamente pesanti sui bilanci famigliari. Occorrono quindi politiche che contribuiscano a calmierare i prezzi, norme urbanistiche che consentano di costruire più in edilizia a canone moderato, incentivi per coloro che costruiscono case da dare in affitto a costi sostenibili per le famiglie dei lavoratori. Quali sono le novità e quali gli strumenti che possiamo offrire ai cittadini per poter ancora credere in un nostro sistema Paese che sia realmente fondato su una matrice di giustizia sociale?
Il decreto sulle emergenze abitative contiene diverse delle norme e degli obbiettivi che lei cita. Pur non essendo una legge complessiva sul tema dell'abitare, indica una direzione convincente proprio per rispondere a quei temi. Si esce definitivamente dall'idea che alla domanda sociale di casa si può rispondere solo con la realizzazione di quartieri di edilizia residenziale pubblica contando su risorse pubbliche che dopo l'abolizione della GESCAL non ci sono più. Serve un altro modello di intervento pubblico, capace di mettere in campo politiche coerenti con le diverse domande abitative, capace di attivare risorse private e imprenditoriali, creando incentivi e convenienze per chi costruisce garantendo quote significative di case a canone moderato. Le deroghe urbanistiche, le norme per facilitare il cambio di destinazione d'uso di ciò che è già costruito se serve a realizzare più case a canone moderato vanno in questa direzione A ciò si aggiunge la necessità di prendere atto di altre compatibilità e opportunità rispetto al passato: privilegiare il riuso e l'intervento sulle aree dismesse e sulla ristrutturazione e ricostruzione per evitare nuovo consumo di suolo, intervenire per garantire standard di efficienza energetica e uso delle risorse rinnovabili come obbiettivo imprescindibile non solo per la sostenibilità ambientale, ma anche per abbattere i costi delle spese per gli inquilini e i proprietari.
Terminando, ci dà un giudizio complessivo sul provvedimento.
Per le cose che ho detto fin'ora è chiaro che ritengo il decreto del governo utile e positivo. Il provvedimento risolve in modo positivo materie come quella che riguarda in particolare voi, regolamentando, spero definitivamente, la questione dell'affidamento ad aziende qualificate delle opere specialistiche nel settore, e indica una direzione chiara per le politiche abitative che non si riduce a scelte episodiche o emergenziali. Il lavoro in commissione ha migliorato il testo del decreto grazie al contributo di tutte le parti coinvolte, riuscendo, credo a trovare una buona sintesi e conciliando le diverse esigenze e punti di vista.
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