Gestione dei beni confiscati, sbarchi di migranti e traffici, internazionalizzazione delle mafie
Intervento in Commissione Parlamentare Antimafia durante l'audizione del Ministro dell'interno Luciana Lamorgese (video).
Ringrazio il Ministro Lamorgese per la relazione che ha svolto alla Commissione Parlamentare Antimafia, in cui sono stati presentati dati importanti e, soprattutto, si dà il senso di quanto lo Stato sia impegnato nella lotta alla mafia e quante cose sono state messe in campo, dal punto di vista legislativo e del contrasto, in grado anche di garantire risultati importanti.
Ringrazio il Ministro Lamorgese perché con la sua presenza in Commissione Antimafia ristabilisce anche una modalità di collaborazione tra la Commissione e il Ministero degli Interni che era stata interrotta e che, invece, credo che debba andare avanti per tutta la parte restante della Legislatura. Penso, infatti, che una collaborazione tra Commissione Antimafia e Ministero degli Interni sia dovuta e necessaria e di reciproco interesse.
Il lavoro che abbiamo fatto in Commissione mi porta a condividere molto delle assi portanti del ragionamento fatto dal Ministro, a partire dalla forza con cui ha spiegato che la lotta alle mafie è una priorità assoluta. Inoltre condivido l’analisi: noi lottiamo contro una criminalità organizzata che cambia continuamente e abbiamo bisogno di attrezzarci per contrastarla e di capire come oggi si può contrastare una mafia che spara di meno ma che è molto più presente, sta aggredendo l’economia legale e si è insediata su tutto il territorio nazionale e anche a livello internazionale. Questo credo che sia un dato importante da cui partire e che il Ministro ha citato.
Come ha spiegato il Ministro, il fatto che la mafia spara di meno e suscita, quindi, meno allarme sociale non vuol dire che non sia più pericolosa; inoltre c’è anche un problema democratico di fronte alle infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’economia legale che va contrastato e, giustamente, va contrastato da tutti. È giusto dire che non ci può essere una delega al Ministero degli Interni su questo ma tutti i gangli dell’amministrazione pubblica devono essere coinvolti, allertati e impegnati nella lotta alla mafia e anche tutti i soggetti della società civile.
Alla luce delle cose ascoltate, vorrei porre alcune questioni, la prima delle quali riguarda la gestione dei beni confiscati.
Nel primo Decreto Sicurezza siamo riusciti ad introdurre un emendamento che istituiva un fondo da mettere a disposizione dei Comuni per aiutarli a gestire i beni confiscati. Molti Comuni, infatti, si trovano in carico dei beni confiscati immobili che non riescono ad utilizzare perché non hanno le risorse necessarie per attrezzarli.
Avevamo istituito quel fondo e vorrei capire se è attivo, se sono stati fatti i decreti attuativi necessari e, nel caso non sia successo, sollecitare il Ministro ad attivare il fondo perché può essere uno strumento importante in grado di consentire ai Comuni di utilizzare meglio i beni immobili, nello spirito della legge LaTorre.
Si è fatto, poi, accenno alla questione del personale e mantiene dei limiti: è vero che è stato aumentato l’organico ma continua a non esserci la stabilizzazione, cioè chi lavora nell’Agenzia dei Beni Confiscati deve essere o comandato o in distacco e, di conseguenza, l’amministrazione da cui il personale proviene deve usare risorse per pagare.
Vorrei capire se, in prospettiva, ci sia l’idea di assumere e stabilizzare il personale per l’Agenzia dei Beni Confiscati perché il meccanismo attuale sta rendendo complicato - soprattutto in alcune realtà del Sud - riuscire davvero a incrementare il personale. Inoltre, credo che stabilizzare il personale dell’Agenzia sia utile: è meglio avere persone che andranno lì a fare quel lavoro e faranno quello in modo definitivo e non più precariamente in distacco.
Un’altra questione che non è stata affrontata nel corso di questa audizione riguarda gli sbarchi dei migranti.
Durante gli scorsi mesi, in Commissione Antimafia abbiamo fatto alcune audizioni con il Procuratore di Agrigento e con il Procuratore di Palermo e già da tempo raccontavano degli “sbarchi fantasma” con preoccupazione, facendo riferimento al fatto che questi piccoli sbarchi su tutte le coste fossero organizzati dalle mafie anche italiane e fossero legati anche a traffici di armi e sigarette e non solo di poche persone in arrivo dalla Tunisia, che comunque se avevano scelto di non prendere il traghetto è perché hanno qualcosa da nascondere. Vorrei capire se su questo ci sono notizie e se c’è un’ipotesi di contrasto del fenomeno.
Un’ulteriore questione riguarda il fronte internazionale. Il Ministro ha detto che la ‘ndrangheta si sta internazionalizzando e, quindi, credo che il livello di contrasto debba essere quello e, dunque, bisogna attrezzare l’Unione Europea per contrastare a quel livello la criminalità organizzata. Vorrei capire se ci sono iniziative da parte dei Ministri degli Interni europei per provare a coordinare le forme di contrasto e le scelte giuridiche e legislative da omogenizzare per contrastare davvero le mafie a quel livello.
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