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E' necessario lo sviluppo di una cultura comune per tutti i popoli europei

Scritto da Dario Franceschini, Aure'lie Filippetti, Jose' Maria Lassalle, Jorge Barreto Xavier.

Dario Franceschini Dario Franceschini, Aure'lie Filippetti, Jose' Maria Lassalle e Jorge Barreto Xavier, rispettivamente ex ministri della Cultura di Italia, Francia, Spagna e Portogallo, in un loro intervento su "Il Messaggero" scrivono che viviamo in tempi difficili.
"La stessa sopravvivenza delle comunita' umane e del nostro pianeta sono minacciate e le misure prese per evitarlo sono insufficienti. L'Europa vive una fase storica che esige nuove risposte.
Di fronte alla sfida posta dalla crescente disuguaglianza economica, dall'invecchiamento della popolazione, dalla disoccupazione, dalle trasformazioni tecnologiche e dall'estremismo politico e religioso le risposte in atto sono troppo spesso formulate all'interno di visioni di breve periodo".
"L'Europa - continuano - che si e' voluto costruire dopo la seconda guerra mondiale per preservare la pace e lo sviluppo dello stato sociale; l'Europa che si e' affermata dopo la caduta del muro di Berlino per riunificare l'est e l'ovest del continente; l'Europa che si e' allargata fino a 28 Paesi per entrare con piu' forza nel XXI secolo: questa Europa oggi ha bisogno di ripensarsi dando in particolare nuovo peso alla centralita' della cultura. La cultura e' un elemento essenziale per consolidare il progetto europeo. Nel caso delle politiche culturali, il principio di sussidiarieta' non diminuisce, conformemente ai trattati, il valore politico della cultura e non pregiudica la capacita' di attribuire maggiore importanza alla cultura nello sviluppo del progetto europeo". Naturalmente - spiegano gli ex ministri - non una cultura di e'lite per le e'lites, ma una cultura che parli a tutti i popoli europei senza distinzione di etnia, religione, livello economico o sociale e che si articoli nei diversi momenti delle vita a cominciare possibilmente dall'infanzia. "Lo stato delle relazioni nell'Europa odierna e' diventato cosi' complesso da non consentire che tre possibili sviluppi: - un approfondimento ulteriore delle relazioni fra paesi membri; - la creazione di un'Europa a velocita' differenziata; - l'exit volontario di paesi non interessati all'avanzamento del processo comune. Non vi sono altre vie se non quella di una dissoluzione medio termine dello stesso progetto europeo. La cultura e' un elemento essenziale per lo sviluppo economico e sociale dei popoli europei. La cultura genera ricchezza in termine di beni e servizi, affina la coscienza territoriale e la pluralita' delle diverse sensibilita' europee, aumenta le conoscenze individuali e conseguentemente una piu' matura partecipazione alle strutture democratiche". "Solo un'Europa plurale, - aggiungono - consapevole del proprio ruolo passato e presente puo' affermarsi come potenza mondiale, democratica e protagonista convinta di modelli di organizzazione sociale sostenibili ed inclusivi. Per questo, alla vigilia delle elezioni europee, nell'intento di sensibilizzare gli elettori europei ed i candidati al Parlamento Europeo, propongono:
1) un accordo fra i paesi membri dell'Unione Europea per includere nel curriculum scolastico dei rispettivi sistemi educativi, in modo sistematico e coordinato, dei programmi che consentano ai giovani di meglio comprendere sia le istituzioni europee sia il patrimonio culturale dell'Europa;
2) la creazione di nuovi progetti di partecipazione culturale a livello locale nei diversi paesi membri;
3) l'inclusione di un asce di sviluppo culturale a fianco di quello politico, economico e sociale per il periodo 2021-2027;
4) la riduzione degli aspetti burocratici nei diversi programmi che la Commissione Europea gia' propone nel settore culturale per migliorarne ed allargarne la partecipazione;
5) lo sviluppo di piattaforme digitali per facilitare la circolazione della letteratura europea nelle diverse componenti linguistiche;
6) il rafforzamento della presenza della dimensione culturale nelle iniziative di discriminazione positiva nelle regioni ultra periferiche;
7) l'articolazione della dimensione culturale in ogni iniziativa comune in materia di politica estera e di difesa. "Noi sottoscritti, provenienti da diverse famiglie politiche europee, condividiamo lo sviluppo di questi obbiettivi e invitiamo tutti coloro che lo desiderano, al di la' di ogni differenza, a valorizzare e sostenere le politiche qui elencate", hanno concluso gli ex ministri.

Articolo del Messaggero (file PDF)»»
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