Stampa

A proposito della delocalizzazione

Scritto da Marina Berlinghieri.

Marina Berlinghieri In questi giorni abbiamo provato, tra altri aspetti, a modificare la parte del decreto dignità che riguarda l’internazionalizzazione (sanzioni alle aziende che trasferiscono produzione all’estero dopo aver goduto di finanziamenti pubblici).
Personalmente ho presentato 6 emendamenti frutto del lavoro in Commissione, puntualmente bocciati dalla maggioranza.
Una proposta punitiva per le imprese più che propositiva, che banalizza in modo assolutamente irreale la situazione della produzione industriale del nostro paese.
La delocalizzazione va sempre punita quando è selvaggia e predatoria, non quando si inserisce in un progetto di internazionalizzazione del nostro paese.
Se si vuole diminuire i fattori di delocalizzazione industriale bisogna prima di tutto capirne le ragioni autentiche, aumentando la convenienza delle imprese a non trasferire la produzione.
L’Italia ha un export tra i migliori al mondo, ma investe molto poco nei paesi dove esporta. Un differenziale dovuto soprattutto alla dimensione medio piccola delle nostre imprese.
Oggi però i paesi che importano richiedono anche investimenti sul proprio territorio da parte del paese che esporta; internazionalizzare significa quindi anche presidiare con efficacia e lungimiranza mercati esteri. La Francia per esempio acquisendo terreni in Cina per produrre vino, sta rafforzando anche l’export verso quei paesi e su questo versante l’Italia rischia di perdere posizioni.
Questo decreto insomma, non valuta la complessità del mondo produttivo italiano; come sempre una proposta di legge in settori delicati e strategici diventa per Lega e m5s mera e ottusa propaganda.
Pin It