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Sinistra e sicurezza

Scritto da Giuseppe Sala.

Giuseppe Sala
Intervista di Repubblica a Beppe Sala.

"Sabato saremo tutti per strada, a Milano, e spero davvero ci sia tanta gente. Dal giorno dopo, però, riprenderemo a fare quello che facciamo ogni giorno: lavorare affinché ci sia una vera integrazione, e non solo una generica accoglienza ".
Sindaco Beppe Sala, a febbraio a Barcellona hanno sfilato 160mila persone nella marcia per i migranti. A Milano, dove ci sarà anche il presidente del Senato Piero Grasso, quante persone si aspetta?
"Non faccio pronostici, ma so una cosa: che ci saranno tante persone, tanti milanesi, che pensano che sia giusto esserci. Come mia madre, che ha 86 anni: si è affidata alla sua coscienza e mi ha detto che camminerà con me".
La sindaca Ada Colau dice "Vogliamo accogliere" e immagina un network tra città per spingere i governi a migliorare le loro politiche. Si può fare?
"Condivido totalmente l'idea che sia necessario e giusto accogliere, non costruire muri. Ma penso che, oltre a farci sentire con i nostri governi, come sindaci dobbiamo provare ad individuare soluzioni concrete. Oggi in prefettura a Milano firmiamo un protocollo che stabilisce i criteri di accoglienza dei migranti nella Città metropolitana: ai comuni che firmeranno verranno indirizzati migranti in una misura pari al 50 per cento della quota prevista dal piano Anci, però i comuni stessi si impegneranno a indicare gli spazi disponibili alla prefettura, che farà da stazione appaltante per i servizi di accoglienza ".
Non tutti i sindaci sono d'accordo, e hanno il sostegno del governatore Maroni e di Matteo Salvini.
"Certo, ci sono sindaci leghisti che non firmeranno, ma a loro e alla Lega continuo a chiedere: se non vi piace questa soluzione, cosa proponete in alternativa? Le dichiarazioni di principio slegate dalla realtà non risolvono il problema. Questi temi vanno affrontati, non spariscono da soli".
Ma al milanese povero che le contesta di pensare più ai migranti, cosa risponde?
"Intanto che non è vero, perché con tanti sforzi un pasto caldo e un letto cerchiamo di garantirli a tutti. Soprattutto sono convinto che il momento positivo di Milano si sgonfierebbe rapidamente se non mantenessimo l'apertura internazionale che abbiamo. E non si possono aprire e chiudere le porte a nostro piacimento".
Cosa intende?
"Che avere un'apertura internazionale vuol dire attrarre gli studenti stranieri nelle nostre università e le grandi multinazionali che aprono sedi da noi, ma vuol dire allo stesso modo accogliere chi scappa dalla fame e dalla guerra. Quelle persone che fanno da badanti ai nostri anziani, imbiancano i muri delle nostre case, lavorano negli ospedali e nelle nostre pizzerie: quanta parte dell'economia di Milano è fatta da loro? Quanto saremmo più poveri senza di loro? Altro che alzare muri".
Sabato ci sarà la marcia per i migranti ma il 2 maggio, davanti alla Stazione Centrale, la polizia li caricava sui pullman, tra elicotteri in cielo e ingressi della metropolitana sbarrati. Sicuro che non sia quella, la vera Milano?
"Ho condiviso con il questore Cardona la necessità di concordare le modalità con cui intervenire in futuro, tenendo conto delle nostre politiche di accoglienza e della sensibilità di questa città. È quella di sabato prossimo la vera fotografia di Milano, non quella della Centrale: su questo non ho dubbi. Mi auguro che d'ora in poi, pur sapendo che la sicurezza è un tema importantissimo, si trovino formule condivise per gestire i controlli".
Dopo un anno da sindaco ha capito se la sicurezza può essere anche di sinistra?
"La sicurezza di sinistra è quella che non si vergogna di chiedere più militari, come ho fatto io, ma allo stesso tempo si sforza di gestire con realismo i problemi. Mettere in relazione diretta l'immigrazione con la sicurezza è sbagliato, ma aggiungo - e lo dico proprio a chi specula su questi temi - che la sicurezza aumenta anche se, dopo la prima accoglienza, c'è vera integrazione. Per farlo serve prima di tutto accorciare i tempi per la definizione dello status dei rifugiati. Ne sto parlando con il ministro Marco Minniti: non si possono aspettare due o tre anni per vederselo riconoscere, perché nessuno si può integrare se, in un certo senso, non esiste".
Con Minniti sta parlando anche dell'applicazione del decreto sicurezza? Lei userà lo strumento del daspo urbano?
"Di fatto manca ancora il decreto attuativo, ma è evidente che la responsabilità sarà soprattutto in carico alla questura. Noi possiamo agire solo su reati minori e per un tempo molto limitato".
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