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Non basta aver bloccato l'aumento dell'IVA per le cooperative

Scritto da Carlo Borghetti.

Carlo BorghettiLa crisi economica e sociale si manifesta con dati che parlano da soli: un italiano su quattro arriva a fine mese con difficoltà, 6 milioni si sentono poveri (dall'ultima rilevazione sono raddoppiati) e quasi 7 italiani su 10 (68%) hanno paura di perdere il lavoro. Solo il 39% ritiene di appartenere al cosiddetto "ceto medio", un dato che 10 anni fa arrivava al 70%.
Le principali paure che emergono riguardano disoccupazione, pressione fiscale e precarietà del lavoro. Sono informazioni che ci vengono dal sondaggio Swg presentato in questi giorni al terzo congresso nazionale di Legacoopsociali, “Le cooperative sociali: l'Italia che genera l'economia di domani".
L'altra faccia della medaglia (e forse anche questa è una conseguenza della crisi) è la percezione del welfare nell'opinione pubblica: per il 70% degli italiani le politiche sociali sono un investimento e non un costo.
Dall'indagine risulta che il 46% degli italiani pensa che lo Stato debba recuperare le risorse per il welfare dall'evasione fiscale e il 56% indica come bisogno prioritario i servizi di cura domiciliare agli anziani. È interessante notare che per il 61% degli intervistati sono le cooperative sociali a supplire alle mancanze dello Stato nel campo dell'assistenza (anche se in realtà queste operano spessissimo su incarico pubblico...).
Il Governo ha ascoltato le richieste giunte da molti, noi compresi, in favore delle cooperative sociali, risolvendo, con la Legge di Stabilità (una volta approvata), il problema dell'aumento dell'IVA per le cooperative che avrebbe danneggiato moltissimo soggetti così centrali per il nostro welfare. Ma molte altre sono le urgenze da affrontare, e la direzione è chiara: lo dimostrano ancora una volta anche questi dati.
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