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Farmacie e Parafarmacie

Scritto da Emilia De Biasi.

Emilia De Biasi Proprio alla luce di una ridefinizione del ruolo e dei servizi delle farmacie sul territorio, per una chiarezza di finalità per i pazienti, va sciolto il nodo delle parafarmacie, abolendo la differenza con le farmacie e ristabilendo una situazione di uguaglianza. Se non si può parlare di sanatoria, occorre iniziare a pensare al problema, in modo che sia chiaro che il farmacista è uno solo. In una parola, penso sia il momento di parlare di farmacie anche per le parafarmacie. A dirlo Emilia De Biasi, presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, durante il convegno "L'evoluzione della professione farmaceutica tra stato e mercato: la tutela della salute e l'universalismo diseguale" al centro della seconda giornata di FarmacistaPiù, in corso fino a domenica al Mico di Milano.
«Rispetto al periodo delle lenzuolate di Bersani i tempi sono cambiati, soprattutto nella direzione di un'integrazione della farmacia nel Ssn che prima non era così marcata. Se si procede, come sembra intenzione, a una ridefinizione dei ruoli sanitari della farmacia sul territorio, occorre fare chiarezza sull'identità della parafarmacia. Ho lavorato a lungo su questo tema e avevo anche proposto una sanatoria. Se non è una sanatoria, qualcosa in ogni caso occorre fare: non possono esistere farmacie di serie B. Innanzitutto mi chiedo se hanno senso quelle parafarmacie la cui proprietà è un titolare di farmacia. Poi la strada è ricomprendere la parafarmacia, presidio in cui opera, lo ricordo, un farmacista, come farmacia». Il tema «certamente è complicato, ma se si abbandonano le conflittualità, se combattiamo insieme, e il mondo politico capisce che è un elemento di tutela della salute, penso si possa fare. Ognuno deve rinunciare a un pezzettino».

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