Stampa

A proposito dell'abolizione dei voucher

Scritto da Ettore Rosato, Romano Prodi.

Ettore Rosato Voucher abrogati. La paura di perdere il referendum ha prevalso sulla bontà dello strumento, da voi sempre rivendicata? "Ha prevalso la volontà di non spaccarci sui temi del lavoro, l'Italia non ne ha bisogno", risponde a Repubblica Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera. "Dopodiché lo strumento è stato logorato da un uso sbagliato". Ve ne accorgete solo ora? "La proposta di legge non nasce oggi". "Pensiamo a un nuovo strumento riservato solo alle famiglie e per i lavori occasionali. E poi a rendere più agile il lavoro a chiamata per le imprese". Non era più semplice lasciarli solo alle famiglie? "Una strada che non faceva superare il referendum e che costava qualche centinaia di milioni alla collettività".

Romano Prodi "Penso che i voucher non bisogna farli diventare uno strumento di politica del lavoro generale ma abolirli completamente non mi sembra saggio: basta farli tornare, lo ripeto, al loro percorso originario, né più né meno". Lo dice in un'intervista al Mattino l'ex premier Romano Prodi, il cui governo nel 2008 applicò i buoni lavoro per la prima volta limitatamente all'agricoltura. "Dovevano garantire la copertura assicurativa per chi raccoglieva l'uva per una ventina di giorni all'anno", ricorda Prodi. "L'istituto era nato per ridurre il lavoro-nero e, appunto, assicurare una maggiore copertura assicurativa per occupazioni temporanee o saltuarie ma è stato applicato molto oltre i suoi obiettivi. Al punto che spesso ha finito per raggiungere il risultato opposto, sostituendosi ai regolari contratti di lavoro". Ora, però, "un'elementare saggezza avrebbe consigliato di mettersi attorno a un tavolo per cercare la soluzione concreta. Lo strumento resta certamente utile se condotto e regolato in linea con gli obiettivi che si proponeva quando fu introdotto. E sui quali, ricordo, vi era un accordo assai diffuso. Ho già detto in altre occasioni che è sicuramente difficile convergere verso una comune direzione dopo tanti decenni nei quali si sono battute strade diverse. E so perfettamente come questo cambiamento di rotta richieda un dialogo comune da parte dei sindacati. Ma resto dell'idea che se vogliamo uscire dalla crisi c'è bisogno di un sindacato forte non solo nell'elaborazione delle proposte ma anche nella capacità di interpretare l'interesse comune".
Pin It