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Il PD, il congresso, il Governo

Scritto da Matteo Renzi.

Matteo Renzi
L’ex premier a Porta a Porta: sintesi e video del Corriere della Sera

«Si vada a sentenza. Ci sono politici che sperano che le cose cadano nel dimenticatoio. Io chiedo che si vada a sentenza e ricordatevi di queste ore e andiamo a vedere se ci saranno sentenze di condanna... chi è innocente non ha paura a della verità». Lo dice Matteo Renzi a Porta a porta parlando dell’inchiesta Consip in cui è indagato anche il padre Tiziano. «Non metto bocca su questa indagine - aggiunge l’ex premier - Mio padre ha un avvocato, si difende, racconta cosa è successo, ed è assolutamente certo di essere innocente e fa la sua parte. Io da figlio, vivo la dimensione umana di questa vicenda, ma rispetto le istituzioni».
«Si vada a sentenza. Ci sono politici che sperano che le cose cadano nel dimenticatoio. Io chiedo che si vada a sentenza e ricordatevi di queste ore e andiamo a vedere se ci saranno sentenze di condanna... chi è innocente non ha paura a della verità». Lo dice Matteo Renzi a Porta a porta parlando dell’inchiesta Consip in cui è indagato anche il padre Tiziano. «Non metto bocca su questa indagine - aggiunge l’ex premier - Mio padre ha un avvocato, si difende, racconta cosa è successo, ed è assolutamente certo di essere innocente e fa la sua parte. Io da figlio, vivo la dimensione umana di questa vicenda, ma rispetto le istituzioni».
Nel corso dell’intervento in tv, l’ex premier ha anche parlato della crisi del Pd ribadendo la necessità di «ripartire dal Lingotto»: «Perché è il luogo da dove è partito il Pd, 10 anni fa con Veltroni - ha spiegato -. Dopo tutte le polemiche e le discussioni che hanno annoiato gli altri e stancato i nostri, torniamo a parlare di idee e contenuti, di proposte». Duro attacco a Bersani. «Un partito non è come `C’è Posta per te´, non stai dalla De Filippi. Se non ci si trova si va via, in un partito ci sono delle regole e si rispettano - ha detto Renzi - Con Bersani non ci siamo mai trovati dal punto di vista personale, ma quando ho perso le primarie io non sono andato via dal partito, ho dato una mano a Bersani». «Mi sarebbe piaciuto avere in cambio la stessa lealtà e non avere la guerriglia permanente. Ora c’è il paese che chiama», ha aggiunto.
Renzi ha anche parlato delle prospettive del governo Gentiloni, ricordando in primo luogo che «fino al febbraio 2018 il percorso della legislatura è previsto dalle leggi dello Stato». In altri termini, «Gentiloni ha detto che il governo durerà fino al 2018? Lo abbiamo già detto in tutte le sedi e in tutte le salse. L’importante è che si facciano le cose». Con il premier «c’è pieno accordo e tutti siamo impegnati a sostenerlo - ha aggiunto -. Io ho sempre detto che l’importante è che lavori e non ci si parli addosso tra politici». Con Paolo Gentiloni - ha aggiunto ancora Renzi - «giochiamo con la stessa maglietta, con la stessa squadra, non importa chi faccia gol».
Ma Renzi ha anche accennato dei suoi progetti per il futuro. «Ho perso il referendum, è stata una mia sconfitta e una perdita per il Paese, ma non mi sono tirato indietro. Mi sono dimesso da tutto e ora riparto da zero - ha detto l’ex premier spiegando poi quali sono i suoi progetti - Io ho le mie iniziative, un libro, fare il professore universitario, ho una piccola realtà imprenditoriale però importante e prestigiosa. Io sono diverso dagli altri politici. Sono uscito senza paracadute senza portarmi dietro la seggiolina».
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