Sulla morte di Erich Priebke
E' morto Erich Priebke. Per gli strani appuntamenti che la storia combina, la sua morte cade a poche ore dal settantesimo anniversario della deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma. Furono i colleghi di Priebke a strappare al ghetto 1023 ebrei romani per deportarli ad Auschwitz. Solo 16 di loro sopravvissero. Priebke invece fu condannato per la strage di 335 innocenti alle Fosse Ardeatine. Nella tradizione ebraica non si gioisce per la morte di un nemico e così è per me, anche oggi. Io ho gioito invece quando Priebke fu condannato, perchè volevo e voglio che giustizia sia fatta per coloro che come lui commisero atroci crimini contro l'umanità. La sua morte e l'anniversario del ghetto di Roma ci avvicinano a una svolta della storia nella quale purtroppo, e lo dico da figlio, non saranno più in vita i testimoni diretti di quelle tragedie.
Dopo di loro sarà ancora più forte il dovere di trasformare la memoria che ci e' stata tramandata nei valori di libertà e democrazia per ogni giorno della nostra vita.
L'eco dei funerali di Erich Priebke celebrati ad Albano laziale arriva anche nell'Aula della Camera. "Fino a quando -si è chiesto Emanuele Fiano del Pd- dobbiamo sopportare che vi siano in questo Paese manifestazioni neofasciste e neonaziste? Priebke è il simbolo di coloro che hanno perso, perchè se avessero vinto oggi non saremmo qui a parlare tra di noi. E' necessario che non sia dato spazio ai nipotini di coloro che hanno perso e che vorrebbero riscrivere la storia. Siamo allibiti e scandalizzati che si sia permesso, in un Comune italiano che non lo voleva, ad un bus di neonazisti di andare lì a celebrare il maiale Priebke".