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Decreto Salva-Risparmio

Scritto da Ezio Casati.

Ezio Casati In questi ultimi mesi i gravi dissesti finanziari di banche nazionali hanno portato il Governo a varare (lo scorso 23 dicembre) il decreto 237. Si tratta di un provvedimento che le Camere dovranno convertire in legge entro il tempo stabilito e che ha fatto discutere parecchio. Attualmente manca solo l'approvazione definitiva del Senato. Mi sembra doveroso chiarire alcuni elementi della norma e porre in riflessione alcuni temi. Si tratta di un decreto che intende sostenere, senza eludere la normativa europea che vieta il finanziamento statale alla banche, la liquidità e il rafforzamento patrimoniale degli istituti di credito in sofferenza. Quindi si tratta di un decreto per salvare il risparmio e tutelare, a vantaggio di cittadini e imprese, l'intera funzione creditizia. Il decreto 237 non è un decreto per salvare le banche e i banchieri di chi sa quali lobbie!
Il compito dello Stato, con il denaro pubblico, infatti, non è quello di finanziare le banche, andando a salvare istituti che spesso hanno avuto gestioni manageriali improvvide, spericolate o addirittura, in qualche caso che la magistratura accerterà, fraudolente. Il compito del Governo è quello di salvare gli istituti di credito italiani in grave difficoltà, onde evitare i fallimenti e le messe in liquidazione che avrebbero effetti negativi sui risparmiatori di queste banche e sull'intero sistema bancario italiano.
La crisi economica, infatti, ha colpito pesantemente il settore bancario. Con la crisi numerose imprese non sono state più in grado di onorare gli impegni assunti con i prestiti bancari. Da queste insolvenze, si sono così moltiplate le sofferenze delle banche. In Italia ci sono 563 banche italiane più 80 filiali di banche estere: in totale oltre 600 banche. Ma le sofferenze hanno toccato meno di una decina di istituti. Ripeto, in molti casi, a gestioni facili si sono aggiunti comportamenti fraudolenti e vendite di titoli inadeguate, ma a parte questi casi possiamo dire che il sistema bancario italiano ha retto bene alla crisi.
E unicamente per tutelare i risparmiatori il decreto 237 intende ridare sostegno e difesa alla funzione creditizia. Quale deve essere allora il ruolo dello Stato di fronte a situazioni di crisi bancaria?
Evitare effetti sistemici o di contagio della crisi, proteggendo la stabilità finanziaria. Proteggere i risparmiatori, anche nel caso abbiano investito in strumenti complessi assumendo rischi elevati in modo inconsapevole. Creare condizioni per il rilancio e la sostenibilità delle imprese bancarie e quindi del finanziamento dell’economia reale. Punire i responsabili della cattiva gestione. Tutelare il contribuente se nell’intervento di sostegno si renda necessario usare risorse pubbliche.
Con queste premesse, l'intervento dello Stato prevede due direttrici. Sul fronte della liquidità, l'erogazione di una garazia pubblica sulle emissioni obbligazionarie della banca in difficoltà e su quello patrimoniale l'attivazione del meccanismo della ricapitalizzazione precauzionale che prevede la sottoscrizione o l'acquisto di azioni delle banche da parte dello Stato. Per concludere: sull'intervento dello Stato per salvare Mps si individua un meccanismo in due fasi per tutelare al 100% i risparmiatori che hanno investito nel famoso bond subordinato da 2 miliardi del 2008 che parte dalla conversione in azioni dei titoli. Si tratta in definitiva di un decreto che intende porre in essere i meccanismi per proteggere il sistema bancario italiano a tutto vantaggio dei risparmiatori, siano essi famiglie o imprese.

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