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Reddito di Cittadinanza

Scritto da Carlo Borghetti.

Carlo Borghetti Ieri sono stati presentati i risultati del lavoro della commissione di esperti e accademici presieduta dal vice ministro Guerra, costituita a inizio estate, per presentare una proposta, attesa e sostenuta da tanti, sul cosiddetto reddito minimo garantito, o reddito di cittadinanza. Il documento contiene una proposta di “sostegno per l’inclusione attiva” (SIA) con queste caratteristiche:
-nazionale: risponderà al principio che il sostegno al reddito di chi si trova in condizioni di povertà deve essere garantito a tutti e con le stesse modalità, indipendentemente da dove si risiede;
-universale: l’intervento non dipenderà da nessuna caratteristica individuale o famigliare diversa dall’insufficienza delle risorse economiche;
-di contrasto della povertà: questo sarà il suo obiettivo principale, e per questo vi potranno accedere i singoli o i nuclei famigliari la cui condizione dovrà essere “provata”, sulla base di criteri stabiliti a livello nazionale, con soglie patrimoniali che fanno riferimento alla disciplina della componente dell’Isee;
-di inclusione e di attivazione: non deve essere considerato un sussidio economico, ma un programma di inserimento sociale e lavorativo in cui l’erogazione sarà accompagnata da un patto di inserimento che i beneficiari stipuleranno con i servizi sociali locali. Il patto sarà differenziato a seconda dei bisogni e la sua realizzazione dovrà essere controllata e verificata da enti del territorio;
-a base famigliare: prende come riferimento il nucleo famigliare, anche se si propone di non trascurare la dimensione individuale
-per coloro che risiedono legalmente in Italia: è indirizzato a chi risiede legalmente in Italia, immigrati inclusi, da almenodue anni. Per quanto riguarda gli aspetti economici la proposta prevede che per la fase inziale, in via transitoria, l’impegno finanziario minimo si aggiri attorno a 1,5 miliardi, che servirebbe a pcoprire il gap tra reddito familiare e il 50% della soglia di povertà assoluta. Il SIA potrà essere finanziato (2-3 miliardi) con una riforma delle attuali forme di contrasto della povertà (assegni sociali e pensioni integrate al minimo) e dall’area della protezione sociale: riordino pensioni di guerra indirette, contributo di solidarietà da parte di chi percepisce pensioni elevate, riordino delle agevolazioni fiscali, inasprimento dell’imposizione fiscale sui concorsi a premio, lotto, lotterie che hanno una potenzialità di finanziamento di almeno 4 miliardi (che non si decida di tornare indietro sul condono alle slot?! Si deve farlo!).
Durante la presentazione della proposta il Viceministro Guerra ha sottolineato che l’Italia spende per la lotta alla povertà in modo poco efficace e soprattutto in misura di gran lunga inferiore alla media dei Paesi europei.
Il governo ha mantenuto la promessa di presentare una proposta, ora resta però lo spauracchio dell’incombente discussione sulla legge di stabilità, sulla disponibilità economica per far partire il progetto che si somma alle prime critiche arrivate dagli esponenti del Pdl.
Riusciremo a dar luce a uno strumento presente in tutti gli stati europei ad esclusione di Italia, Grecia e Ungheria?!
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