Dopo la fiducia un governo più forte
A guardare il risultato del voto sulla fiducia al governo Letta in Parlamento - a parte le assenze in dissenso di alcuni parlamentari PDL verso il loro gruppo - sembra che nella maggioranza di governo non sia successo niente in queste settimane.
In realtà molto è cambiato e oggi il governo ha una prospettiva nuova: è più nelle condizioni di garantire una stabilità necessaria per realizzare il programma, per affrontare i grandi problemi economici, fare alcune riforme (a partire da quella della legge elettorale) e, soprattutto, farsi concretamente carico dei problemi del lavoro e di una povertà ormai diffusa, senza essere sottoposto ai continui condizionamenti che, in questi mesi, hanno spesso impedito di lavorare serenamente guardando all'interesse del Paese.
La scelta di Enrico Letta di venire in Parlamento chiedendo a tutti di assumersi - di fronte agli italiani e non nelle segrete stanze - impegni precisi e la responsabilità di garantire l'azione di governo è stato un atto politico forte che ha obbligato tutti ad impegnarsi di fronte ai cittadini. Si è così chiusa una fase in cui gli interessi personali e le vicende processuali di Berlusconi hanno condizionato anche gli ultimi mesi di governo, utilizzando strumentalmente argomenti importanti, come ad esempio il fisco, per minacciare la sopravvivenza dell’esecutivo in assenza di un intervento che garantisse l'impunità al leader del PDL.
Oggi le Camere hanno votato il discorso di Letta in cui è stato chiarissimo ciò che da mesi in tanti diciamo: la politica non può arrogarsi il diritto di cambiare le scelte della magistratura, ma solo rispettare la legge e le sentenze.
La pretesa di Berlusconi di far dimettere i suoi parlamentari e i ministri del PDL per far cadere il governo, che non è giustamente intervenuto per garantirgli una sorta di impunità, ha rischiato di far ripiombare il Paese in una situazione ancora più grave dell'attuale.
Con lo spread che sarebbe tornato ad aumentare e che avrebbe causato un costo alto per la collettività (ogni 10 punti costano un miliardo in più di debito pubblico), molti provvedimenti in cantiere che sarebbero stati vanificati (a partire da quelli sull'IMU), fino alla impossibilità di concretizzare le misure in cantiere per occupazione e povertà. Ha rischiato anche di riportarci al voto senza cambiare la legge elettorale, con il rischio di perpetuare una situazione di ingovernabilità che significherebbe accrescere la distanza tra cittadini, politica e istituzioni.
In questi giorni tutto il mondo economico, sindacale e delle imprese hanno fatto appello alla responsabilità delle forze politiche perché si evitasse una crisi che avrebbe messo in ginocchio il Paese, facendolo cadere nel baratro ad un passo dal traguardo del risanamento.
In parlamento si è così formata una nuova maggioranza che ha raccolto questi appelli, una maggioranza più coesa che fa guardare con più ottimismo al futuro. Una maggioranza forte di una parte del centrodestra che ha abbandonato le posizioni oltranziste che Berlusconi ha rappresentato e che danneggiano l'Italia. E poco conta se, a cose fatte, strumentalmente, dopo aver chiesto il voto subito e criticato violentemente il governo, Berlusconi ha deciso di votare la fiducia. Questo governo non dipende più dai suoi interessi.
Il governo Letta ha assunto tanti provvedimenti in questi mesi, spesso nascosti dalla polemica politica e dalle vicende giudiziarie: su IMU, pagamento dei debiti alle imprese, bonus fiscale, decreti che tornano a finanziare cultura e istruzione, commissariamento dell’Ilva per salvare 1500 lavoratori e il risanamento ambientale.
Ma c'è ancora tanto da lavorare per fare ciò che serve agli italiani, a partire dalla legge di stabilità. Abbassare le tasse sul lavoro, continuare a sostenere scuola e cultura, approvare le norme per fermare il consumo di suolo, dare sostegno e prospettive agli otto milioni di italiani senza reddito. Hanno prevalso, in Parlamento, le forze che in una fase di emergenza hanno scelto di mettere da parte il proprio interesse per metter al centro l'interesse del Paese e dei cittadini, dei giovani, dei lavoratori e di chi un lavoro non l'ha, delle famiglie.
Credo sia una buona notizia per tutti, comunque la si pensi.