Al Traumatologico mancano gli ausiliari
Al servizio traumatologico d’urgenza dell’Istituto ortopedico Gaetano Pini di Milano, attivo 24 ore su 24, mancano gli ausiliari,ne opera solo uno nei giorni feriali dalle 11 alle 18, non ne è presente nessuno quindi gran parte della mattina, la sera e tutta la notte; ma Mantovani rinvia la soluzione del problema.
E’ una risposta parziale e incompleta quella data dall’assessore regionale alla Sanità, oggi, in Terza commissione, alla nostra interrogazione in merito. Su segnalazione dei tecnici di radiologia dell’Istituto, abbiamo chiesto all’assessore le ragioni del non adeguamento del personale ausiliario, ma Mantovani si è limitato a rispondere che la problematica potrà essere affrontata quando si delineerà la rideterminazione dei fabbisogni del personale. Per ora ha garantito solo che saranno assunti due nuovi tecnici di radiologia, come chiesto dalla direzione generale dell’Istituto. Secondo Mantovani le condizioni di lavoro non sono tali da mettere a rischio la sicurezza di personale e pazienti ma sufficienti a garantire la continuità del servizio. Una risposta insoddisfacente, dunque, che non fa che replicare quella già data dalla direzione del personale. Al Gaetano Pini il problema resta. Vigileremo perché almeno in occasione della rideterminazione del fabbisogno del personale venga risolto.
La riforma della sanità non può diventare una partita a risiko, un gioco a ridisegnare le Asl e le aziende ospedaliere. Anche perché ai cittadini interessa una sanità efficiente e più vicina, meno costosa, con ticket più leggeri e equi. Ai pazienti importa ben poco se il direttore dell’Asl sta nella loro provincia o in quella confinante e ancor meno gli interessa conoscere la sua corrente politica. Non si possono che commentare così le indiscrezioni apparse sulla stampa sulle due proposte di riforma della sanità regionale, firmate l’una dal consigliere regionale, e responsabile sanità del Pdl,Stefano Carugo, l’altra dal presidente leghista della commissione Sanità Fabio Rizzi, mentre iniziano a circolare alcune proposte dell’assessorato. La sanità regionale ha urgente bisogno di essere riformata e il fatto che siano in circolazione più proposte di esponenti della maggioranza genera solo confusione. Ma è la prospettiva a essere sbagliata: occorre partire dal ripensamento del modello, da chi fa che cosa, da come si organizzano i servizi sul territorio; il tema della governance viene solo in ultimo. È una discussione che andrebbe condotta quanto prima nei luoghi deputati, in primis nella commissione Sanità, aprendo a una consultazione dei territori e degli operatori sui bisogni attuali dei cittadini. Non è certo con le sparate sui giornali che si può riformare la sanità.
La riforma della sanità non può diventare una partita a risiko, un gioco a ridisegnare le Asl e le aziende ospedaliere. Anche perché ai cittadini interessa una sanità efficiente e più vicina, meno costosa, con ticket più leggeri e equi. Ai pazienti importa ben poco se il direttore dell’Asl sta nella loro provincia o in quella confinante e ancor meno gli interessa conoscere la sua corrente politica. Non si possono che commentare così le indiscrezioni apparse sulla stampa sulle due proposte di riforma della sanità regionale, firmate l’una dal consigliere regionale, e responsabile sanità del Pdl,Stefano Carugo, l’altra dal presidente leghista della commissione Sanità Fabio Rizzi, mentre iniziano a circolare alcune proposte dell’assessorato. La sanità regionale ha urgente bisogno di essere riformata e il fatto che siano in circolazione più proposte di esponenti della maggioranza genera solo confusione. Ma è la prospettiva a essere sbagliata: occorre partire dal ripensamento del modello, da chi fa che cosa, da come si organizzano i servizi sul territorio; il tema della governance viene solo in ultimo. È una discussione che andrebbe condotta quanto prima nei luoghi deputati, in primis nella commissione Sanità, aprendo a una consultazione dei territori e degli operatori sui bisogni attuali dei cittadini. Non è certo con le sparate sui giornali che si può riformare la sanità.