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Biden: America, ti ho dato il meglio di me stesso

Scritto da Corriere della Sera.

Articolo del Corriere

«America, ti ho dato il meglio di me stesso», dice Joe Biden dal palco di Chicago dopo che cessano i 4 minuti di applausi e standing ovation. Non capita spesso, a una convention, di assistere a episodi davvero storici. Il passaggio del testimone della campagna elettorale di Biden alla sua vice Kamala Harris è stato uno di quei momenti.
Su quel palco Biden avrebbe dovuto accettare la nomination per la rielezione: invece l’ha ceduta dopo le pressioni del suo partito.
Alla fine c’era tutta la famiglia di Biden là sopra: i figli Hunter e Ashley (lei lo ha presentato lei e il padre, commosso, ha dovuto asciugarsi le lacrime prima di parlare) e almeno sei nipoti, incluso il piccolo Beau Jr., che il presidente Usa ha preso per mano mentre usciva di scena. Kamala Harris e il marito Doug Emhoff li hanno raggiunti e abbracciati. È l’immagine che avremmo visto nell’ultima serata della convention se Biden fosse stato nominato candidato del partito alla Casa Bianca. Ed è una immagine che colpisce anche perché Biden non ebbe una simile standing ovation quando fu nominato nel 2020, in piena pandemia: era circondato da poche persone in una stanza buia.
Biden aveva definito la sua corsa per la Casa Bianca nel 2020 come una lotta per «l’anima della nazione». Ieri notte ha detto di aver dato la propria stessa anima a questa nazione, nel mezzo secolo in cui è stato in politica. «Quando avevo 30 anni mi dicevano che ero troppo giovane per fare il senatore, adesso che sono troppo vecchio per fare il presidente. Ma ho più ottimismo oggi nel mio cuore per il futuro di quanto ne avevo a 29 anni». Il presidente ha espresso gratitudine alla sua famiglia e al Paese. Ha cercato di spiegare i suoi successi, un tema su cui spesso si è trovato in difficoltà e si è sentito non capito dall'elettorato e dai media. Ha citato sovente e sin dall’inizio Donald Trump («Trump non ha mai costruito una singola dannata cosa»).
Ma ha anche indicato il futuro, affermando che Harris, seduta in tribuna tra il marito Doug e il vice Tim Walz, è stata una partner essenziale di governo, colei che - data la maggioranza ristrettissima al Senato - ha spesso dato il voto decisivo per le loro conquiste legislative più importanti. Biden ha definito la decisione di sceglierla come vice la «cosa migliore che ho fatto nella mia carriera». Poi ha ripreso una frase dal suo ultimo discorso allo Studio Ovale: «In nessun'altra nazione del mondo un ragazzino balbuziente di Scranton avrebbe potuto sedersi dietro al Resolute Desk nella Casa Bianca». E il passaggio conclusivo, accolto dagli applausi del pubblico: «Ho fatto molti errori nella mia carriera, ma America per 50 anni ti ho dato il meglio di me».
Tra le conquiste rivendicate con più forza dal presidente nel suo discorso c'è l’aver portato infrastrutture e tecnologia in ogni parte del Paese («Come fece Roosevelt con la rete elettrica») e in politica estera l’allargamento della Nato: «Trump si inchina a Putin. Io non l’ho mai fatto e vi prometto che non lo farà neanche Kamala Harris». Ma Biden sa bene che il pubblico che lo interrompe più volte per gridare «Thank you Joe» lo ringrazia non solo per i suoi successi, ma per il fatto di essersi ritirato.
Biden ha riconosciuto che i manifestanti «hanno le loro ragioni» (senza però spiegare se non avrebbe potuto riconoscerle prima): «Lavoriamo 24 ore su 24 per il cessate il fuoco a Gaza», ha detto, ottenendo un grande applauso quando ha detto che la guerra «deve finire». Alcuni delegati filo-palestinesi gli davano però le spalle, avvolti nelle kefiah, e si tappavano la bocca con la mano, sollevando l’altra per mostrare una spilla con la scritta «non un’altra bomba».
Ci sono 30 delegati «uncommitted» (non legati a nessuno) su circa 4.600: sono il risultato del voto di protesta contro Biden per Gaza nelle primarie in Minnesota, Michigan e altri Stati. La maggior parte (11) vengono dal Minnesota. Volevano un posto a tavola: chiedevano che una pediatra che ha lavorato a Gaza potesse parlare sul palco ma questo non accadrà. Però è stato concesso loro ieri di tenere un incontro proprio come tutti gli altri «caucus» o gruppi di attivisti che compongono il partito (Lgbtq+, donne, nativi americani e così via). Una conquista definita storica dagli stessi partecipanti, molti dei quali hanno perso famigliari e amici a Gaza. Come i manifestanti fuori dall’arena, però, questi delegati vogliono sia un cessate il fuoco a Gaza che un embargo - cui Harris non è favorevole - sulle armi inviate a Israele.
Il discorso è durato 45 minuti: cominciato alle 10:30 (le 11:30 di sera sulla Costa Est) non era in prima serata. Alcuni dei delegati hanno iniziato ad andar via, anche se la stragrande maggioranza sono rimasti fino alla fine, a sventolare i cartelli.
Quei cartelli sollevati in aria, con la scritta «I love Joe» e - in piccolo nell'angolo - «Pagato dalla campagna di Kamala Harris» raccontano da soli la storia del capovolgimento della corsa per la Casa Bianca.

Ovazione e lacrime per Biden sul palco della convention di Chicago. “Trump un perdente, Kamala la scelta migliore” – Articolo di Repubblica 

Prima cosa, difendere e rivendicare i risultati della sua amministrazione. Un po’ per togliersi il sassolino dalla scarpa di essere stato costretto al ritiro, quando avrebbe meritato il secondo mandato, e un po’ per sollevare dalle spalle di Kamala Harris il peso di farlo lei nel suo discorso, lasciandola libera di puntare invece sulla visione per il futuro.
Seconda cosa, lanciare senza rancori o riserve la candidatura della vice, perché è la migliore in grado di preservare e proseguire la sua eredità politica, ma soprattutto perché è l’opzione più affidabile per "preservare la democrazia", impedendo a Donald Trump di tornare alla Casa Bianca.
Lungo queste due direttive si è mosso il discorso che ieri sera Joe Biden ha tenuto alla Convention democratica di Chicago, un po’ testamento di una vita dedicata alla politica e all’America, e un po’ passaggio della torcia nelle mani della nuova generazione di Kamala.
La Convention gli ha lanciato un messaggio collettivo di amore, disegnando la serata inaugurale come omaggio e ringraziamento a Joe, per i risultati raggiunti e per essersi fatto da parte. L’intera arena era tappezzata dagli slogan preferiti dal capo della Casa Bianca, tipo "Spread the faith" e "History is in your hands", ossia "la storia è nelle vostre mani, vinciamo insieme". Ad introdurlo ci hanno pensato la moglie Jill, che fino all’ultimo aveva caparbiamente difeso il suo diritto a continuare la corsa presidenziale, e la figlia Ashley. Lui si è commosso, al punto di tirare fuori il fazzoletto per asciugare qualche lacrima.
Poi ha rivendicato i successi, che secondo lui gli avrebbero dovuto garantire il secondo mandato. Primo fra tutti il merito di aver salvato il paese dall’epidemia di Covid, così mal gestita o ignorata da Trump per salvaguardare il suo interesse personale. Poi gli stimoli economici con cui ha fatto rinascere gli Usa dalla recessione, anche se molti li accusano di essere all’origine dell’inflazione.
Quindi gli oltre 16 milioni di posti di lavoro creati, almeno 800.000 nel settore manifatturiero; leggi e regole per affrontare l’emergenza clima; le iniziative per ricostruire le infrastrutture, rilanciare la produzione dei chip in patria, abbassare i prezzi delle medicine. E ovviamente la leadership internazionale, soprattutto nel consolidare l’alleanza occidentale per fermare Putin in Ucraina, anche se 36 delegati non impegnati a sostenerlo si preparavano a contestare le sue scelte a Gaza. Ai manifestanti ha concesso che "hanno le loro ragioni per protestare", ma ha ribadito che "lavoriamo 24 ore su 24 per un cessate il fuoco".
Poco dopo, partendo da Chicago per la prevista vacanza in California, ha detto che "Israele dice di poter trovare una soluzione. È Hamas che adesso si sta tirando indietro".
Biden ha descritto il suo mandato come un successo complessivo per gli Usa, che ora però è minacciato dal pericolo posto da Trump per le basi stesse della democrazia. Perciò ha indicato in Harris la scelta più logica per proteggere la sua eredità politica e far procedere il rilancio dell’America, come paese inclusivo dove l’opportunità di realizzare i sogni viene offerta a tutti nella stessa maniera.
"Non c'è posto negli Stati Uniti per la violenza politica", ha detto il presidente ricordando le violenze fomentate da Trump, dall’assalto al Congresso del 6 gennaio alle manifestazioni di Charlottesville. In tutti questi casi "la democrazia ha prevalso e adesso deve essere mantenuta", eleggendo Kamala.
Biden ha stigmatizzato anche le critiche del rivale: "Non si può amare il proprio Paese solo quando si vince". Eppure la minaccia del tycoon "è ancora viva e se perde si rischia un bagno di sangue". Ha detto che "Trump è un bugiardo, un perdente e un criminale condannato. L'America invece è prospera e vincente. Non c'è nessun Paese al mondo che non pensi che l'America deve guidarlo".
Quindi è passato a spiegare il motivo del suo ritiro: "Amo il mio lavoro, ma amo il mio Paese di più". Perciò si è fatto da parte, convinto che "Kamala e Tim continueranno quel lavoro". Perché "sceglierla come vice presidente è stata la migliore decisione della mia carriera. E' tosta, è preparata ed ha una grande integrità".
E poi "i migliori presidenti sono stati vice presidenti", incluso se stesso, ha detto con una battuta.
Quanto a rancori o divisioni, ha voluto rassicurare tutti: "Sarò il primo e il miglior volontario che Kamala e Tim abbiano mai avuto". Dunque un passaggio del testimone sentito e sincero, perché ormai la priorità comune è vincere e tenere Trump fuori dalla Casa Bianca, affinché "la democrazia sia preservata".

Le lacrime di Biden sul palco di Chicago e la figlia Ashley: “Il voto di novembre sarà la battaglia della vita” – Articolo della Stampa

Joe Biden che si asciuga le lacrime con un fazzoletto, la figlia Ashley che lo introduce sul palco e parla delle elezioni di novembre come della «battaglia della vita». Sono due dei fotogrammi della serata di ieri, la prima della convention democratica di Chicago, dove il presidente ha passato ufficialmente il testimone della corsa per la Casa Bianca a Kamala Harris. Biden è stato accolto dal coro "Thank you, Joe!" e da una lunga standing ovation dei delegati e del pubblico. «Siete pronti a eleggere Kamala Harris e Tim Walz?», ha chiesto Biden all'inizio del suo intervento. «Sì!», la risposta della convention.
«Papà mi ha sempre detto che non sono migliore di nessun altro e che nessuno è meglio di me - ha detto Ashley, 43 anni, unica figlia di Joe e Jill Biden - Mi ha insegnato che tutti meritano un'opportunità e che non dobbiamo lasciare indietro nessuno. Questo è ciò che si impara da un lottatore che è stato sottovalutato per tutta la vita. Quando guardo papà, vedo grazia, forza e umiltà, vedo uno dei leader più importanti della storia».
Impegnata nel sociale - lavora con le donne ex detenute - ex direttrice del Centro per la giustizia del Delaware, dove si è occupata di programma per combattere la violenza delle armi e le gang giovanili, che ha lasciato nel 2019 per seguire la campagna elettorale del padre, non ama stare sotto i riflettori.
Con l'eccezione del 2020, quando introdusse il padre insieme al fratellastro Hunter alla convention di Milwaukee, e, suo malgrado, lo stesso anno, quando una donna rubò dalla sua casa in Florida un suo diario e altri suoi effetti personali, che vendette a un media dell'estrema destra per 20mila dollari.
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