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Il ruolo della Brigata ebraica nella Liberazione

Scritto da Massimo Cingolani.

Articolo di Massimo Cingolani pubblicato da Arcipelago Milano.

Le contestazioni anche violente alla presenza della Brigata Ebraica durante il corteo del 25 Aprile iniziarono 10 anni fa a Milano: furono talmente esasperate che fu necessaria una “scorta” da parte dei militanti del PD. A Roma i suoi rappresentanti rinunciarono addirittura a partecipare alla ricorrenza.
La Brigata Ebraica per le sue caratteristiche di corpo volontario, assimilabile a una brigata partigiana erede anche di quelle Internazionali che hanno combattuto il fascismo nella guerra civile spagnola, è l’unica struttura che legittimamente può partecipare alla manifestazione.
Furono oltre 30.000 gli ebrei che si arruolarono volontariamente, entrando a far parte delle varie Compagnie Ebraiche nell’esercito britannico. Erano principalmente ebrei inglesi, polacchi, canadesi, sovietici, ma c’erano anche alcuni ebrei italiani riparati prima della guerra in Palestina, come Giuliano Baroccio che diventerà poi ambasciatore di Israele.
Nel settembre del 1944, in seguito allo sforzo diplomatico dell’Agenzia Ebraica, il governo inglese istituì la Brigata Ebraica Combattente, un’unità militare indipendente dell’esercito con una propria bandiera e un proprio emblema. Dopo un primo addestramento ad Alessandria d’Egitto, la Brigata venne inviata il 31 ottobre 1944 sul fronte italiano. Sbarcata a Taranto, dove i soldati ricevettero un ulteriore addestramento, fu inquadrata nel X Corpo dell’VIII Armata Britannica, successivamente effettuò il trasferimento verso il fronte nel settore adriatico. Entrata in linea dal 3 marzo 1945 vicino ad Alfonsine sul fiume Lamone, la Brigata combatté con le proprie insegne a fianco di unità italiane e polacche, poi venne trasferita più a sud di fronte a Cuffiano, sulle prime pendici dell’Appennino. Il 27 marzo combatté contro la IV Divisione Paracadutisti tedesca.
Il 3 aprile 1945 a Brisighella, sull’Appennino tosco-romagnolo fu consegnata alla Brigata la propria bandiera azzurro-bianco-azzurro con la stella di David al centro. Il 9 e 10 aprile 1945 partecipò alla battaglia dei tre fiumi assieme alle forze alleate, con le quali fu protagonista dello sfondamento della Linea Gotica. Il 14 Aprile la Brigata ricevette l’ordine di fermarsi alla periferia di Bologna e di non proseguire. Il Governo inglese era preoccupato di polemiche sull’uso di soldati ebrei come “carne da cannone”. Ecco perché non compare nella iconografia ufficiale della liberazione. Come sempre a sfilare sono quelli che hanno combattuto poco o per niente.
Sulla base di questa storia la presenza delle bandiere della Brigata Ebraica è significativa e non si capisce quale strano meccanismo possa associare la Brigata alla politica del governo israeliano, forse perché la sua bandiera assomiglia a quella di Israele?
Ma anche la bandiera palestinese assomiglia a quella dei volontari arabi seguaci del gran Muftì di Gerusalemme che segui Hitler nel bunker di Berlino, ma nessuno associa necessariamente i palestinesi ai nazisti, anche se il 7 Ottobre ci dovrebbe far riflettere.
Comunque se vogliamo dare al 25 Aprile un senso di liberazione per tutti i popoli, dilatandone il significato, ci vogliono anche le bandiere ucraine, una guerra che non suscita più grande interesse e solidarietà, per non parlare delle donne afgane e iraniane, della guerra tra Armenia e Azerbaigian, e di tutti i conflitti dimenticati.
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