Politiche pubbliche condivise
Articolo di Chiara Braga.
Il maggior coinvolgimento dei cittadini alle decisioni e alle azioni pubbliche costituisce per le istituzioni una risorsa decisiva nel processo decisionale. Questo perché aiuta a comprendere meglio i bisogni e le complessità sociali; permette un confronto immediato fra le posizioni delle parti; diventa una condizione importante per l'efficienza e la verifica delle politiche pubbliche, per la ricomposizione dei conflitti e la responsabilizzazione reciproca. Inoltre aumenta la visibilità dell’operato pubblico.
Purtroppo quanto messo in atto dal Governo Meloni nei primi mesi di legislatura va esattamente nella direzione opposta, in una preoccupante controtendenza.
Si pensi a titolo d’esempio alla nuova formulazione dell’art. 40 del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, voluta dal ministro Salvini, che prevede un deciso depotenziamento dell’Istituto del Dibattito Pubblico, trasformato in mero adempimento burocratico. C’è poi tutta la questione del Pnrr. La Cabina di regia spostata a Palazzo Chigi, con la relativa riorganizzazione delle strutture ministeriali dedicate, ha contribuito ad aumentare i ritardi nell’esecuzione del Piano. Anche la Corte dei Conti ha espresso grande preoccupazione sulla nuova governance. Da qui forse viene la ragione di un nuovo tentativo di depotenziamento del ruolo di controllo della stessa Magistratura contabile.
Il Pnrr non è mai diventato un Piano condiviso. Permangono tuttora, sostanzialmente inalterati dall’avvio del nuovo Governo Meloni, la chiusura al dialogo sociale e al coinvolgimento che ne hanno invece caratterizzato la costruzione. Il mondo della cittadinanza attiva, del Terzo Settore più in generale, del lavoro e delle imprese, nonché i centri di competenza nazionali non sono stati messi in condizione di contribuire ad uno slancio e a un salto di qualità a prescindere dalle appartenenze politiche. Per dare gambe e anima al Pnrr e per assicurare quella responsabilizzazione di tutti i soggetti interessati all’attuazione, indispensabile per il suo successo, lo sforzo deve essere necessariamente corale. Di tutti, nessuno escluso.
Qui il link per rivedere il mio intervento al convegno pubblico promosso dall' Osservatorio Civico PNRR, dal Forum Disuguaglianze Diversità e dalla campagna #datibenecomune.
Il maggior coinvolgimento dei cittadini alle decisioni e alle azioni pubbliche costituisce per le istituzioni una risorsa decisiva nel processo decisionale. Questo perché aiuta a comprendere meglio i bisogni e le complessità sociali; permette un confronto immediato fra le posizioni delle parti; diventa una condizione importante per l'efficienza e la verifica delle politiche pubbliche, per la ricomposizione dei conflitti e la responsabilizzazione reciproca. Inoltre aumenta la visibilità dell’operato pubblico.
Purtroppo quanto messo in atto dal Governo Meloni nei primi mesi di legislatura va esattamente nella direzione opposta, in una preoccupante controtendenza.
Si pensi a titolo d’esempio alla nuova formulazione dell’art. 40 del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, voluta dal ministro Salvini, che prevede un deciso depotenziamento dell’Istituto del Dibattito Pubblico, trasformato in mero adempimento burocratico. C’è poi tutta la questione del Pnrr. La Cabina di regia spostata a Palazzo Chigi, con la relativa riorganizzazione delle strutture ministeriali dedicate, ha contribuito ad aumentare i ritardi nell’esecuzione del Piano. Anche la Corte dei Conti ha espresso grande preoccupazione sulla nuova governance. Da qui forse viene la ragione di un nuovo tentativo di depotenziamento del ruolo di controllo della stessa Magistratura contabile.
Il Pnrr non è mai diventato un Piano condiviso. Permangono tuttora, sostanzialmente inalterati dall’avvio del nuovo Governo Meloni, la chiusura al dialogo sociale e al coinvolgimento che ne hanno invece caratterizzato la costruzione. Il mondo della cittadinanza attiva, del Terzo Settore più in generale, del lavoro e delle imprese, nonché i centri di competenza nazionali non sono stati messi in condizione di contribuire ad uno slancio e a un salto di qualità a prescindere dalle appartenenze politiche. Per dare gambe e anima al Pnrr e per assicurare quella responsabilizzazione di tutti i soggetti interessati all’attuazione, indispensabile per il suo successo, lo sforzo deve essere necessariamente corale. Di tutti, nessuno escluso.
Qui il link per rivedere il mio intervento al convegno pubblico promosso dall' Osservatorio Civico PNRR, dal Forum Disuguaglianze Diversità e dalla campagna #datibenecomune.
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