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Risorse per l'estensione degli ammortizzatori

Scritto da Annamaria Parente.

Annamaria ParenteAbbiamo presentato un emendamento all'articolo 1 del Jobs Act perche' siano previste risorse per finanziare l'estensione degli ammortizzatori sociali e la realizzazione delle politiche attive, che la delega prevede. Si tratta di un emendamento firmato da tutto il Pd nella Commissione Lavoro. La riforma degli ammortizzatori sociali e' il punto cruciale della delega perche' estendere i sostegni economici a tutti i lavoratori che oggi non ce l'hanno, in primis i giovani parasubordinati, e' la vera innovazione rispetto al sistema attuale. Estendere le tutele a tutti i lavoratori costa circa 2 miliardi all'anno. Il nostro emendamento prevede che una parte delle risorse sia reperita attraverso la prevista revisione della Cassa Integrazione e della Cassa Integrazione in deroga e che il resto venga stanziato con la legge di stabilità. L'emendamento prevede lo stanziamento di risorse anche per l'istituzione dell'Agenzia Nazionale per l'impiego e l'allestimento dei servizi di formazione e ricollocazione su tutto il territorio nazionale.

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Sul Jobs Act

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco MirabelliArticolo pubblicato da Europa.

Credo che i toni che sta assumendo la discussione sulla legge delega sul lavoro dentro e fuori il PD non aiutino a capire di cosa si sta discutendo e, soprattutto, rischino di dare una rappresentazione della riforma e dei suoi obiettivi lontana dalle reali volontà, più volte affermate dal governo e riportate nel testo della norma in discussione.
Quindi, innanzitutto va sgombrato il campo da equivoci e vanno ricostruiti i reali obbiettivi che la legge si propone.
Primo: Non si tolgono tutele a chi le ha. I nove milioni di lavoratori che hanno un contratto a tempo indeterminato non saranno toccati dalla riforma, chi parla di riduzione delle tutele per chi lavora dice una cosa non vera e chi racconta di un tentativo di omogeneizzare al ribasso i diritti dei lavoratori retrocedendoli tutti in serie C fa propaganda; l'art.18 e il diritto al reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa non verrà meno per i contratti in essere.

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Dare diritti e far crescere le imprese

Scritto da Marina Sereni.

Marina SereniCredo che un partito progressista debba partire, parlando di lavoro, dalle diseguaglianze e puntare ad estendere le tutele a chi non ne ha. La storia migliore del movimento dei lavoratori va da sempre in questa direzione: non difendere l’esistente, ma sconfiggere tabù e andare oltre. Non bastano le leggi a creare occupazione, ma alcune buone leggi possono facilitarla e soprattutto colmare divari di diritti e di futuro all’interno dello stesso luogo di lavoro. D'altra parte alle imprese dobbiamo dare regole chiare e semplici, riducendo il numero delle forme contrattuali a quelle essenziali e coniugando flessibilità e tutele. Assicurare minimi di retribuzione, tutelare sempre la maternità, garantire a tutti i lavoratori e le lavoratrici un sostegno universale di fronte alla disoccupazione devono essere gli obiettivi centrali della riforma e il Pd deve impegnarsi per approvare e attuare il Jobs act al più presto.

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Per tutelare i giovani abolire l’articolo 18

Scritto da Marco Leonardi.

Marco LeonardiArticolo pubblicato da Linkiesta
L’articolo 18, inteso come la possibilità del lavoratore di essere reintegrato se il licenziamento viene giudicato illegittimo (detto anche tutela reale), è un simbolo tradizionalmente e comprensibilmente caro alla sinistra. In politica, i simboli contano più di qualunque altra cosa, ma è bene capire come funziona l’articolo 18 oggi e come funzionerebbero le due alternative di riforma proposte.
Nella prima alternativa i nuovi assunti non avrebbero diritto alla copertura ex articolo 18 fino al termine del terzo anno di contratto; nella seconda alternativa non avrebbero mai una copertura ex articolo 18 e il licenziamento avverrebbe solo a fronte di un’indennità monetaria. La discussione chiaramente verte solo sul licenziamento di tipo economico poiché per un licenziamento disciplinare o discriminatorio rimane in ogni caso l’obbligo di reintegro, se il licenziamento è giudicato illegittimo.

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