Non si può tornare indietro sulla riforma del Senato
Lettera di Giorgio Napolitano al Corriere della Sera.
Caro Direttore, la discussione sul progetto di riforma costituzionale, giunto alla terza lettura in Senato, ha appena superato un passaggio decisivo. La senatrice Finocchiaro, da presidente della 1ª Commissione e da relatrice, ha nella sua replica raccolto nel modo più comprensivo e in termini di inequivoca puntualità, i temi e le posizioni che hanno avuto modo di esprimersi in Commissione nel corso di molte settimane in luglio ed agosto. Governo e maggioranza avevano da tempo saggiamente convenuto sulla necessità di non stringere i tempi del confronto fino ad arrivare a votazioni impegnative nell’Assemblea del Senato prima della pausa estiva.
Più prudenza nei toni
“Siamo impegnati in una sfida importante, portare il Paese fuori dalla crisi realizzando le riforme che per tanti anni sono state rimandate. Dovremmo avere responsabilità e coraggio per investire tutte le energie su questo obiettivo; invece, purtroppo, negli ultimi mesi c’è sempre più divisione”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini. Quanto alla presa di posizione di ieri di Pier Luigi Bersani, osserva: “Il disagio è difficile non vederlo: ogni giorno il partito discute su ogni cosa e non riusciamo a trovare la sintesi su temi importanti. Però dobbiamo andare avanti, decidere; e a maggior ragione visto che guidiamo il governo. L’elettorato vuole le riforme. E noi dobbiamo dimostrare di essere la politica che sa decidere”.
Non possiamo dividerci
Intervengo con una nota sul dibattito interno al Pd. Prendo spunto dall'articolo pubblicato sul Manifesto e scritto dall'onorevole del Pd Franco Monaco, che stimo per il grande impegno politico nei Democratici di Prodi e nella Margherita, prima, e nel Pd oggi, verso la realizzazione di un centro-sinistra moderno e verso una vocazione maggioritaria italiana compiuta. Auspicare come fa lui, con un atteggiamento molto pragmatico, la consensuale separazione fra la maggioranza Pd e la minoranza interna di sinistra mi sembra un po' troppo. Non possiamo dividerci, non possiamo ipotizzare un Partito liberale-riformatore guidato da Renzi, da una parte, ed un Partito riformista di sinistra dall'altra. Due compagini divise che poi - in sede elettorale - si riuniscono a costituire un centro-sinistra di governo.
Barriere al malaffare e incentivi a qualità delle cure
Abbiamo ottenuto barriere al malaffare e incentivi alla qualità delle cure. Meno ticket, più controlli, manager non più politicizzati, ruolo dei comuni nella programmazione dei servizi. Sono tra i risultati che le opposizioni hanno ottenuto sul tavolo della trattativa aperta con Maroni e la sua maggioranza dopo aver intrapreso insieme la linea dura sulla riforma della governance della sanità lombarda, con oltre 24mila ordini del giorno e quasi tremila emendamenti. Rimane però la contrarietà sull’impianto generale della legge e sulla modalità con cui è stato condotto il dibattito fino ai lavori d’Aula, e permane quindi il giudizio finale negativo, ma quanto ottenuto è indubbiamente un successo di Pd, M5S e Patto Civico nell’interesse dei cittadini.