Le risposte siano frutto di un impegno comune fra tutti

Mi permetto nuovamente, care concittadine e cari concittadini, di rivolgermi a voi, nel corso di questa difficile emergenza, per condividere alcune riflessioni. Ne avverto il dovere.
La prima si traduce in un pensiero rivolto alle persone che hanno perso la vita a causa di questa epidemia; e ai loro familiari.
Il dolore del distacco è stato ingigantito dalla sofferenza di non poter essere loro vicini e dalla tristezza dell’impossibilità di celebrare, come dovuto, il commiato dalle comunità di cui erano parte. Comunità che sono duramente impoverite dalla loro scomparsa.
Emergenza coronavirus sia fonte di resilienza per l’Italia e l’Europa

Mentre continuiamo a contare drammaticamente il numero dei contagiati e dei decessi in Italia, soprattutto in Lombardia ed in Emilia Romagna, Paese che dopo la Cina, ha avuto l’impatto più devastante della pandemia in corso che sta affliggendo tutti i Paesi del mondo, dovremmo anche riflettere, certo dopo aver sconfitto il virus, sullo scenario economico-sociale che ci sarà consegnato dopo la fine dell’emergenza.
Risulta a mio modo di vedere chiaro come il sole che i giorni del coronavirus rappresenteranno uno spartiacque nelle nostre storie nazionali ed in quelle di tutti i Paesi del mondo e da questo, dovremmo uscirne in modo completamente diverso da come ne siamo entrati.
A capo delle Regioni ci sono i Presidenti non i Governatori

Vogliamo per cortesia applicare la Costituzione? L'art. 121 della stessa dice che a capo delle Regioni ci sono i Presidenti non i Governatori, questo titolo improprio, è stato introdotto da Roberto Formigoni, che della Lombardia e stato per ben 18 anni (1995-2013) non Governatore e non Presidente ma imperatore della Regione, i suoi danni nella gestione della sanità, privilegiando, sostenendo e finanziando quella privata a discapito di quella pubblica, li stiamo pagando oggi. Purtroppo, anche chi è venuto dopo di lui ha proseguito sulla stessa disastrosa gestione, la giustizia terrena l'ha condannato, essendo lui un credente, spero che anche quella divina faccia altrettanto.
In tempo di epidemia

«Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda.
Cambiamo strategia

Nella lettera, dopo un confronto diretto con i medici di base, "denunciano come l’epidemia sia più diffusa di quello che appare dai dati ufficiali. Il numero di contagiati, che comprende i molti cittadini a casa con sintomi riconducibili al Covid19 - coloro che non ricorrono alle cure ospedaliere e né vengono sottoposti a tampone - è dunque molto più alto". La situazione delle persone sottoposte a quarantena è "largamente fuori controllo".