A Piacenza e Torino fatti gravissimi
Sono gravissime le risultanze delle inchieste di Piacenza e di Torino che hanno svelato comportamenti delittuosi da parte di tutori dell’ordine e agenti di custodia.
La cosa che più colpisce e appare più odiosa è, in entrambi i casi, l’accanimento violento e umiliante contro soggetti deboli, spesso costretti, da parte di chi invece dovrebbe garantire la sicurezza, mostrare umanità e garantire il rispetto dei diritti di tutti, anche di è sotto la loro custodia.
Non emerge solo la volontà di approfittare della divisa o di arricchirsi violando la legge, che è già grave, ma il gusto di umiliare, prevaricare, torturare persone che avrebbero dovuto tutelare.
Il museo del Giocattolo in Valtellina

Una passione senza tempo quella di Massimo Cingolani, classe 1956, milanese di adozione, valtellinese di origine, assicuratore: all’età di cinque anni lui i giocattoli non li rompeva ma li riponeva nelle scatole dei vini. «Ritagliavo legnetti per comporre i divisori - ricorda Cingolani - lì dentro finivano trenini, automobiline, soldatini. Quelle confezioni regalo erano già piccoli musei».
Comincia così una carriera da collezionista che gli è valsa anche l’accredito a perito in tribunale, specializzato nei modellini ferroviari.
Il CAI non è solo alpinismo
Governo, ambiente e mafie ai tempi del Covid

È utile discutere per avere contezza di ciò che il Partito Democratico e il Governo stanno cercando di fare. Questo Governo è nato cercando di mettere insieme partiti che alle ultime elezioni si sono presentati come avversari e, quindi, si deve cercare una sintesi tra posizioni che sono diverse e questa non è un’impresa semplice.
Abbiamo fatto una scelta chiara: evitare di portare il Paese alle elezioni per impedire alla destra estremista di andare al Governo e, soprattutto, di portare il Paese lontano dall’Europa.
Non si arresta il consumo di suolo

Purtroppo non si arresta il consumo di suolo in Italia. I dati ISPRA presentati oggi lanciano l’allarme nazionale: 57 km2 (57 milioni di metri quadrati), 2 metri quadrati al secondo persi nel 2019.
Negli ultimi venticinque anni è scomparso un quarto della terra coltivata. Continuare a perdere terreno vergine, anche a fronte di un calo demografico drammatico e confermato di recente dall’ISTAT, significa non solo perdere la bellezza del nostro paesaggio ma rendere il nostro territorio più insicuro, con l’aumento legato al rischio idrogeologico e la perdita di suolo agricolo.