La settimana al Parlamento Europeo

Sono tanti i temi di cui abbiamo discusso durante questa settimana al Parlamento europeo, ma è inevitabile porre l'accento anche sulla conclusione del G7, che ci restituisce uno scenario positivo e incoraggiante, decisamente in discontinuità rispetto alla presidenza Trump, grazie a un approccio molto più collaborativo e disteso da parte del nuovo Presidente americano Joe Biden nei confronti dell'Ue.
La questione relativa al superamento dei dazi ne è l'esempio più concreto.
La Carta del Consumo Circolare

La Direzione Investigativa Antimafia
Chiederei due chiarimenti rispetto alle cose dette dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia.
Rispetto al personale della Direzione Investigativa Antimafia, il Direttore ha esplicitato un dato interessante che vorrei approfondire nelle ragioni. Il Direttore ha raccontato di un personale anziano, con un’anzianità di servizio molto significativa ma questo apre continuamente problemi di reintegro.
Vorrei capire a cosa è dovuta questa situazione; se è dovuta al fatto che alla Direzione Investigativa Antimafia partecipano soprattutto funzionari della polizia, della Guardia di Finanza e dei Carabinieri con già uno stato di servizio avanzato o altro.
Tra gli amministratori minacciati, pochi denunciano

“Non ho denunciato perché l’ho ritenuto inutile”. Allarma la risposta fornita da alcuni sindaci, assessori e dipendenti comunali della Lombardia all'indagine conoscitiva sul fenomeno delle intimidazioni contro gli amministratori locali, un'indagine promossa dalla Prefettura di Milano, da Anci Lombardia e Avviso Pubblico con il supporto dell'Università degli Studi di Milano. I risultati sono stati resi noti lo scorso 10 giugno alla presenza del prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale della Pubblica sicurezza, del prefetto di Milano Renato Saccone. Ben il 76 per cento dei 300 sindaci, 607 amministratori locali e 457 tra segretari comunali e direttori generali che hanno risposto al questionario afferma di non aver ricevuto mai intimidazioni o minacce relative all’incarico pubblico ricoperto.
Le ragioni per considerare non completamente finita l’emergenza ci sono
Le ragioni per considerare non completamente finita l’emergenza ci sono.
La campagna vaccinale è ancora in corso, ci sono ancora contagiati e problemi per la salute.
Fortunatamente, gli interventi che sono stati fatti in questi mesi, insieme alle vaccinazioni, ci consentono di guardare al futuro con molto ottimismo.
Nel nostro Continente, però, abbiamo anche realtà come la Gran Bretagna che testimoniano il fatto che i rischi di una ripresa di qualche variante vanno contenute. Credo, quindi, che non dobbiamo dare il senso di mettere i remi in barca.
Dobbiamo aprire il più possibile ma rimanendo pronti, nel caso che riparta la pandemia attraverso qualche variante.