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Expo è stato il più grande beneficio per Milano

Scritto da Giuseppe Sala.

Giuseppe Sala
Articolo di Repubblica.

L'attacco è diretto: "E' vero, io ho una condanna sulla testa, ma - e l'ha riconosciuto anche il tribunale - sono riuscito a fare un'impresa di alto valore morale, che voi non riuscireste non dico a organizzare, ma nemmeno a concepire". Il sindaco di Milano Beppe Sala parla nell'aula del Consiglio comunale, a tre giorni dalla condanna a 6 mesi (tramutata in una multa di 45mila euro) per falso materiale e ideologico nel processo sui verbali retrodatati della Piastra di Expo. E nel suo discorso non risparmia bordate al Movimento 5 Stelle, che da subito ha chiesto le sue dimissioni. E ironizza: "Quando dite che devo restituire la tessera del Pd, e che Zingaretti mi deve mandare via, vi esponente al ridicolo, aspettate almeno che prenda la tessera del Pd".
"Andrò avanti, responsabilmente. Al Movimento 5 Stelle e ad alcuni rappresentanti politici che chiedono le mie dimissioni dico che andrò avanti con più determinazione della settimana scorsa, perché sono convinto di rappresentare quello che Milano vuole". "Le sentenze vanno rispettate ma spero che in un Paese democratico si possano almeno commentare e lo farò", ha esordito, spiegando poi, in riferimento all'assoluzione dei suoi tre coimputati: "Sono l'unico condannato, come se avessi pensato, costruito, firmato da solo quel documento, non ho competenze legali nemmeno per immaginarlo uno schema del genere. Comunque non sarei stato meno amareggiato". "Sono stato condannato senza che l'accusa potesse produrre una telefonata, o un sms, una mail che dimostrasse che ero consapevole del fatto che stavo firmando un atto illegittimo, senza che in tribunale mi si mettesse a confronto con un testimone che potesse dire, guardandomi in faccia: te lo avevo detto". Sala infine ha ribadito: "Non ricordo nemmeno quel documento, che per me rimane uno dei migliaia che ho firmato e che firmo ancora giornalmente - ha concluso -. Confesso che anche oggi a volte firmo alle 20.30, dopo 12 ore senza controllare la data".
"Le attenuanti riconosciute - continua Sala - mi aiutano a interpretare questa sentenza. Per il tribunale avrei agito per l'interesse superiore del Paese. Sarebbe stata compiuta (la firma retrodatata, ndr.) per non pregiudicare la realizzazione di opere di Expo, per far sì che si potesse fare nei tempi previsti. Expo non è stato solo un grande evento ma un modo per reinventare in modo contemporaneo questa manifestazione. Il più grande beneficio per Milano negli ultimi decenni" conclude.

Articolo pubblicato da Il Giorno.

"Le sentenze vanno rispettate ma spero che si possano almeno commentare in un Paese democratico". Esordisce così il sindaco di Milano Giuseppe Sala in Consiglio comunale dove riferisce sulla sentenza che lo riguarda del processo milanese in cui è stato condannato a 6 mesi (condanna poi convertita in 45mila euro di sanzione) per la piastra Expo.
"Sono l'unico condannato come se io avessi pensato, costruito, firmato da solo quel documento - osserva Sala -. Non ho competenze legali neanche per immaginarlo uno schema del genere". Inoltre, aggiunge il sindaco, "sono stato condannato senza che l'accusa potesse produrre una telefonata, un sms o una mail che dimostrasse che io avessi firmato un atto illegittimo, senza che in tribunale mi si mettesse a confronto con un testimone che potesse dire guardandomi in faccia 'te lo avevo detto' (che quegli atti erano retrodatati, ndr.)". "Le attenuanti riconosciute - continua Sala - mi aiutano a interpretare questa sentenza. Per il tribunale avrei agito per l'interesse superiore del Paese. Sarebbe stata compiuta (la firma retrodatata, ndr) per non pregiudicare la realizzazione di opere di Expo, per far sì che si potesse fare nei tempi previsti. Expo non è stato solo un grande evento ma un modo per reinventare in modo contemporaneo questa manifestazione. Il più grande beneficio per Milano negli ultimi decenni", conclude Sala.
Commenta la sentenza del tribunale sulla piastra Expo, Sala e ribadisce davanti il Consiglio comunale di non ricordare il documento 'sotto accusa' perché retrodatato. "Io non ricordo nemmeno quel documento, per me rimane uno delle migliaia che ho firmato e che firmo ancora. Confessandovi - ammette - che anche oggi, a volte, firmo alle 20.30 di sera dopo dodici ore di lavoro, senza controllare la data". Infine, il sindaco annuncia che con ogni probabilità ricorrerà in Appello: "Le sentenze si rispettano, se si ritengono sbagliate si appellano e credo proprio che lo faremo ma questo campo è degli avvocati".

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