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Aiutare di più la Milano che fa fatica

Scritto da Giuseppe Sala.

Giuseppe Sala
Articolo pubblicato da Repubblica.

"Sono fiero di vedere le classifiche su Milano" prima città per qualità della vita, "però la mia speranza per il 2019 è quella di occuparmi ancora di più degli ultimi e dei quartieri della città": è un auspicio per il 2019, quello del sindaco di Milano Beppe Sala, che cade proprio alla vigilia della data che segna la metà del suo mandato. E, durante il tradizionale brindisi con i cronisti a Palazzo Marino, ha tratteggiato l'agenda dell'anno che sta per iniziare.
Certo, conta la recentissima conquista di Milano del vertice della classifica sulla qualità della vita nelle città, ma Sala sa che ci sono luci e ombre: "Su temi come quello delle infrastrutture, il turismo, la reputazione e l'internazionalizzazione di Milano abbiamo lavorato bene e adesso il lavoro passa agli uffici - ha detto - per consolidare. Ma io intendo occuparmi di più, come tempo, vicinanza e ascolto a quella parte di Milano che fa più fatica, lo sento nel cuore. Anche perché fare il sindaco di Milano è la cosa che mi piace più di ogni altra". Fondamentale la collaborazione con tante realtà, con la Curia: "Nei prossimi giorni vedrò l'arcivescovo, monsignor Mario Delpini, e saremo insieme anche alla messa di Natale al carcere di Bollate. La sua idea di un sinodo laico mi trova d'accordo, è ottima. Per me rappresenta un alleato importante ed è il partner con cui inizierò il 2019". E fondamentale anche l'impegno sul Piano quartieri: "Sono convinto che possiamo portare a casa tanto. Anche sul recupero degli appartamenti sfitti siamo a quota 601-602 su un obiettivo di 3 mila".
Progetti che però non devono allontanare Milano dal resto del Paese: "Milano non ha istinti autonomisti e non si vede come una città-stato, vogliamo essere parte del Paese e collaborare con tutti, con il governo, con la Regione Lombardia, ma su cose concrete e non a parole. Penso di avere dimostrato che quando si tratta di collaborare lo faccio e non mi fermo davanti a barriere politiche se c'è di mezzo il bene dei cittadini".

Articolo pubblicato da La Stampa.

Le classifiche sono una cosa, «e sappiamo tutti che possono essere relative». Ma i progetti, i lavori in corso e l’indiscusso stato di grazia di una città che sembra destinata a conquistare tutti i primati d’Italia, sono fatti.
Eppure per il sindaco dei milanesi - imbruttiti e non - è arrivato il momento della svolta. «Sono fiero di vedere le classifiche su Milano» prima città per qualità della vita, «però la mia speranza per il 2019 è quella di occuparmi ancora di più degli ultimi e dei quartieri della città». E non è solo un programma politico. «Lo sento nel cuore», aggiunge inaspettatamente Beppe Sala, con quel tono di sincerità che ha fatto e sta facendo di lui uno dei sindaci più amati di Milano dal dopoguerra ad oggi. Talmente sicuro del consenso che ancora lo circonda, da potersi permettere d’intervenire l’altro ieri in un video dedicato al Natale del Milanese Imbruttito in una parodia di se stesso.
È come se questo manager prestato alla politica avesse trovato il modo d’incarnare e riscoprire quel riformismo socialista, che pur diventato concetto desueto nel moderno linguaggio di quest’era post ideologica, è sempre stato in realtà il filo rosso che ha percorso negli anni l’anima più profonda della città, unendo sindaci come Aniasi o Tognoli o ancora, sebbene espressione di una destra liberale, Gabriele Albertini, non a caso un altro primo cittadino molto amato e durante il cui mandato la città seppe rifiorire dalle macerie di Mani Pulite. «Farò il mio dovere di milanese», dice Sala alzando il calice per un brindisi coi giornalisti e, di nuovo, sorprende la platea annunciando che vorrebbe perfino una sorta di “sinodo aperto e laico” come proposto dal cardinale Mario Delpini, un vescovo illuminato, un “martiniano” con cui il sindaco ha scoperto di avere grande sintonia. «Mi sta molto a cuore il lavoro con la Curia. Il Vescovo per me rappresenta un alleato importante, saremo insieme alla messa di Natale nel carcere di Bollate, è il partner con cui inizierò il 2019».
Su temi come quello delle infrastrutture, il turismo, la reputazione e l’internazionalizzazione di Milano il primo cittadino spiega: «Abbiamo lavorato bene e adesso il lavoro passa agli uffici per consolidare. Ma io intendo occuparmi di più, come tempo, vicinanza e ascolto a quella parte di Milano che fa più fatica, lo sento nel cuore. Anche perché fare il sindaco di Milano è la cosa che mi piace più di ogni altra».
Il prossimo anno sarà anche quello del Piano quartieri: «sono convinto che possiamo portare a casa tanto. Anche sul recupero degli appartamenti sfitti siamo a quota 601-602 su un obiettivo di 3 mila». Sui Navigli invece, Sala conferma il suo progetto di parziale riapertura ma, avverte, siamo ancora all’ascolto della città e «delle mille proposte che ci sono arrivate». Infine sull’inquinamento fa capire che la strada è ormai tracciata: «Non possiamo rispondere con le domeniche a piedi. Sono simpatiche iniziative ma non servono a nulla». Se vogliamo allinearci alle città del mondo, spiega, dobbiamo rapportarci ai temi ambientali in un modo più globale. Vale a dire che prima o poi, anche a Milano si arriverà ad usare pochissimo l’auto.
Infine un richiamo al pragmatismo istituzionale per chi iniziava ad avere strane fantasie su Milano che, spiega Sala. «non ha istinti autonomisti e non si vede come una città-stato». «Vogliamo essere parte del Paese e collaborare con tutti, con il governo, con la Regione Lombardia, ma su cose concrete e non a parole - ha concluso -. Penso di avere dimostrato che quando si tratta di collaborare lo faccio e non mi fermo davanti a barriere politiche se c’è di mezzo il bene dei cittadini».

Articolo pubblicato da Il Giorno.

«Nel 2019 voglio occuparmi ancora di più degli ultimi e dei penultimi, di quella parte di Milano che fa più fatica, lo sento nel cuore». Il sindaco Giuseppe Sala incontra i cronisti per il tradizionale brindisi natalizio nella Sala dell’Orologio di Palazzo Marino e indica le priorità per la seconda parte del suo mandato, da qui alle elezioni comunali del 2021. Sala mette al primo posto il Piano Quartieri e frena sulla riapertura dei Navigli: «Il progetto Navigli ha un senso, ma non me la sento, se non sono sicuro delle risorse finanziarie, a lancialo in questo momento. Continuo a contare sul supporto di Regione e Governo. Sponsor privati? Non è possibile. Il lavoro sul Piano quartieri ci ha fatto capire che abbiamo tanti progetti e c’è tanto bisogno». In sintesi: più periferie, meno Navigli.
Certo, il primo cittadino dice di essere «fiero di vedere le classifiche» che mettonoMilano ai primi posti per la qualità della vita e descrive con orgoglio i risultati raggiunti negli ultimi due anni e mezzo: dall’accordo sugli ex scali ferroviari per realizzare nuove case a prezzi abbordabili all’internazionalizzazione di Milano che dopo l’Expo 2015 ha fatto aumentare il numero di turisti stranieri in città. Su questi temi la direzione è segnata, sottolinea Sala, che adesso però guarda ad altre priorità: gli ultimi e le periferie. Con un alleato di eccezione, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini. «Vedrò Delpini nei prossimi giorni – anticipa il sindaco –. La sua idea di “sinodo laico’’ mi trova totalmente d’accordo. Per me è un alleato importante, con lui ricomincerò il 2019». Ieri mattina, intanto, Sala ha affrontato il nodo sicurezza con il ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini durante il brindisi in Prefettura: «Mi pare che Salvini si muova su Milano con un certo rispetto, da milanese non può far finta che la città non funzioni. Avere un ministro milanese è un vantaggio, se si lavora bene assieme. Siamo d’accordo nel rafforzare l’organico delle forze di Polizia».
Sala dice che 50 agenti in più sono in arrivo e che dialogherà ancora con Salvini per averne altri. Un’altra priorità di medio periodo riguarda la candidatura alle Olimpiadi invernali del 2026 che vede Milano-Cortina contrapposte a Stoccolma. Il risultato finale si saprà a giugno. Sala per ora si dichiara «ottimista». Tanto che passerà il Capodanno all’hotel Cristallo di Cortina, come “suggerito’’ dal Milanese Imbruttito. La priorità immediata, invece, è trovare un accordo con la Regione sul biglietto unico integrato per il trasporto pubblico: «Ne ho parlato con Fontana. Le formule ci sono. Esiste la possibilità di avere un periodo temporaneo di sperimentazione». Su Area B al via in febbraio, nessun ripensamento: «Non possiamo rispondere al problema dell’inquinamento con le domeniche a piedi». Il sindaco, inoltre, si dice «molto preoccupato» delle mosse del Governo su Imu e Tasi. Nelle casse del Comune potrebbero venire mancare 100 milioni di euro. Prima del brindisi natalizio, infine, Sala conferma che «se c’è una cosa che mi piace fare è il sindaco».

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