Stampa

25 aprile, Festa della Liberazione

Scritto da Chiara Braga.

Chiara BragaQuarantanove. Sono i giorni trascorsi dalle elezioni politiche del 4 marzo e il nostro Paese, nonostante le dichiarazioni di vittoria all’indomani del voto, è ancora senza un Governo. Certo, siamo una Repubblica parlamentare e la maggioranza che consenta di dar vita ad un esecutivo si deve formare in Parlamento, quindi occorre tempo.
Il sistema elettorale e soprattutto il quadro politico tripolare fotografato dalle ultime elezioni hanno reso oggettivamente più difficile comporre una maggioranza. Ma tutto ciò non toglie che lo stallo in cui si trovano ormai da settimane le forze politiche premiate dagli elettori dimostra plasticamente l’incapacità dei leader di quelli schieramenti di anteporre le ragioni del Paese a quelle proprie.
Fino a che si è trattato di “accomodarsi” sulle poltrone istituzionali – Presidenti di Camera e Senato, Questori, Presidenti delle Commissioni speciali – tutto è apparso più facile. Ora che occorre assumersi una responsabilità più grande ed urgente, anche alla luce della situazione internazionale che si è aggravata nelle ultime settimane, non si riesce ad andare oltre al gioco di veti, provocazioni, strumentalizzazioni del voto regionale in Molise e Friuli a cui ci stanno sottoponendo Salvini, Di Maio, Berlusconi e Meloni.
Abbiamo visto naufragare l’incarico esplorativo della Presidente del Senato Casellati; il Presidente Mattarella probabilmente domani incaricherà con un mandato simile, ma non identico, il Presidente della Camera Fico. Molti commentatori in questi giorni ci dicono che centrodestra e M5S vogliono prendere tempo, che tutto è già scritto, e che alla fine si arriverà ad un accordo di governo tra i grillini e la Lega di Salvini.
Sarà, ma io non riesco a rallegrarmene e nemmeno a stare tranquilla di fronte ad uno scenario del genere. Per almeno due ragioni.
La prima: non ce la faccio ad augurare al mio Paese un governo di destra come quello che ne verrà fuori, che ci porterà a posizionarci in Europa e nel mondo dalla parte dei sovranisti, che scasserà un’altra volta i conti pubblici e che si arrenderà di fronte alle sfide di un mondo che, piaccia o no a Salvini, continua a cambiare, proponendo chiusure e ricette antiche, in gran parte irrealizzabili, e chiudendo il cantiere che in questi anni avevamo aperto per far progredire insieme nuovi diritti e nuovi doveri di cittadinanza.
La seconda: viste le anticipazioni di questi giorni è chiaro ciò che importa più di tutto ai due leader della Lega e del M5S non è farsi carico dei problemi del Paese, ma mettersi nelle condizioni migliori per capitalizzare il consenso personale e del proprio partito; insomma, un accordo per spartirsi ed occupare posti di potere e usarli per accrescere la propria influenza sullo scacchiere politico.
In questi giorni il PD con la guida di Maurizio Martina è tornato a rilanciare le questioni che noi riteniamo fondamentali per il Paese e ha fatto bene ad affermare con forza che il PD non si dividerà, nemmeno nel caso in cui lo scenario dovesse cambiare nelle prossime settimane. L'ambiguità di Di Maio rispetto alle ipotesi di alleanze e l’ipocrisia con cui pone un veto su Berlusconi e FI e nello stesso tempo ne pretende i voti per governare, dimostrano la sua inaffidabilità di interlocutore.
Si apre la prossima settimana una fase nuova, rispetto a cui il PD si mostrerà come sempre rispettoso ed attento alle indicazioni del Presidente della Repubblica. E a differenza di quanto si legge in queste ore, il Parlamento non è affatto “in vacanza” fino al 7 maggio. Già domani riprendono i lavori della Commissione speciale della Camera, di cui faccio parte per il gruppo del PD; saremo chiamati a lavorare su diversi provvedimenti importanti varati dal Governo Gentiloni (qui il link del calendario della Commissione della prossima settimana).
Domani mattina però, prima di partire per Roma, incontrerò gli alunni di una scuola media del nostro territorio per parlare con loro della nostra Costituzione; e il 25 aprile sarò a Como, nella nostra città, a festeggiare insieme la Festa della Liberazione.
Perché da lì sono nate la nostra Costituzione e le nostre istituzioni democratiche, quelle che siamo chiamati a rispettare ed onorare ogni giorno, nel nostro impegno quotidiano.

Per seguire l'attività di Chiara Braga: sito web - pagina facebook

Pin It