Stampa

Con chi unirà il centrosinistra

Scritto da Giuliano Pisapia.

Giuliano Pisapia
Intervista a Giuliano Pisapia di Maurizio Giannattasio per Il Corriere della Sera.

Giuliano Pisapia, l’11 marzo a Roma ci sarà il lancio ufficiale del Campo progressista. Cosa si aspetta?
«Sarà il momento in cui si guarderanno in faccia e si conosceranno di persona le tante realtà che in questi mesi mi hanno manifestato un’esigenza: quella di avere una casa comune nella quale le differenze siano considerate una ricchezza e non un ostacolo. Dalle realtà di base parte una grande richiesta di unità del centrosinistra, c’è disorientamento per le divisioni tra persone che hanno gli stessi valori ma che continuano a separarsi. Persone che hanno perso la fiducia nella politica, nella buona politica e che vogliono ritrovarla.
A Roma ci sarà un’iniziativa nazionale, una festa per il battesimo di Campo progressista, che è un soggetto nuovo, non un nuovo partitino».
Come ha vissuto la scissione del Pd?
«Le separazioni sono sempre una sconfitta. La mia esperienza, anche come avvocato, mi dice che bisogna fare di tutto per evitarle. Ma quando la convivenza è impossibile e si arriva a un livello di scontro irreversibile allora è meglio separarsi. La cosa peggiore è continuare a litigare e insultarsi. L’importante però è che poi si riprenda dialogo e il confronto. È questo che io auspico».
Lei ha sempre parlato della necessità di una coalizione forte di centrosinistra, è ancora possibile?
«Se non fossi certo che è ancora possibile riunire le forze del centrosinistra non mi butterei in questa avventura. Venerdì sera ero a San Donato Milanese, sabato mattina a Torino, c’era il diluvio, ma la sala era strapiena e negli ultimi mesi è andata sempre così. Significa che ne sono convinte anche le persone. Quello che ho toccato con mano in questi mesi è un grande bisogno di unità. Quello che esprime la “base” è questo».
Più facile un’alleanza con il PD o con MDP. Con Renzi o con Bersani -D’Alema?
«Per me l’alleanza può essere solo con tutti coloro che si sentono parte integrante di un nuovo centrosinistra aperto al civismo, all’ambientalismo, all’associazionismo e che trovi un punto di equilibrio fra posizioni diverse avendo come obiettivo il bene comune. L’unico scenario che immagino è la ricostruzione di un nuovo centrosinistra. Non mi interessa fare un altro partitino o peggio ancora entrare in logiche di schieramento che non sono le mie».
Il 30 aprile ci saranno le primarie del PD: da spettatore interessato cosa chiede ai candidati e non teme che saranno 2 mesi di ulteriori polemiche?
«In questi anni ci sono state primarie che hanno risvegliato le coscienza, hanno fatto tornare la passione dell’impegno per la collettività e primarie che invece hanno portato polemiche e divisioni. Certo che temo le polemiche ma bisogna riuscire a porre fine all’astio personale. Mi piacerebbe che si riuscisse a evitare le personalizzazione e a confrontarsi sulle idee».
Lei ha votato sì al referendum ma ha anche criticato l’ex premier sul Jobs act e altri provvedimenti. Crede che la leadership di Renzi sia definitivamente in crisi o che possa recuperare dopo la sconfitta?
«Sono un uomo libero. Non ho mai votato “contro” qualcosa o qualcuno, ma sempre “per”. La risposta verrà proprio dalle primarie. Di sicuro non sono primarie “confermative” e lo dimostra la candidatura di Orlando. Vedo positivamente che Cuperlo con Sinistradem, ha deciso di appoggiare la sua candidatura».
Che idea si è fatto dell’inchiesta Consip che coinvolge Lotti e il padre di Renzi?
«Mi sono sempre battuto per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura ma anche per l’autonomia e l’indipendenza della politica. Come dice la Costituzione sono due poteri separati e tali devono restare senza innescare cortocircuiti impropri. E sono anche abituato a non dare giudizi sulle indagini se non sulla base della conoscenza degli atti processuali. Posso solo dire, come ho sempre detto a proposito di chiunque, che ogni indagato è un presunto innocente fino all’ultimo grado di giudizio. Qui non siamo arrivati neanche al primo grado e l’esperienza ci insegna che nel nostro Paese, in certi ambienti, ci sono tanti millantatori che dicono cose non vere per interessi personali».
Quando pensa che si dovrebbe votare e cosa vorrebbe che facesse il governo Gentiloni nei prossimi mesi?
«Ormai è certo che non si voterà prima dell’estate. Ho fatto un approfondimento sui lavori d’aula e vedo concretamente la possibilità che questo Parlamento possa approvare riforme importanti quale lo ius soli, la lotta alla povertà, nuove positive norme sui beni confiscati alla mafia, riforma della giustizia, reato di tortura e sviluppo economico e sociale. Se il Parlamento riuscirà a trovare le maggioranze per l’approvazione di gran parte di queste norme sarebbe un grande passo avanti e così si potrebbe andare fino al termine della legislatura. Altrimenti si vada a elezioni».
Pin It