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Un anno dall’arrivo dei Talebani a Kabul

Scritto da Marina Sereni.

Articolo di Marina Sereni.

Ad un anno esatto dall’arrivo dei Talebani a Kabul la situazione della popolazione civile in quel Paese e’ sempre più difficile.
La crisi umanitaria è gravissima, mancano i servizi essenziali, aumentano gli episodi di violenza e repressione contro le minoranze e gli attivisti, la condizione delle bambine e delle donne sembra tornata indietro di venti anni…
Proprio per questo non possiamo dimenticarci dell’Afghanistan e dobbiamo continuare a lavorare sul piano diplomatico e politico, su quello degli aiuti umanitari per scongiurare che quell’area torni ad essere il porto sicuro per le organizzazioni terroristiche e per tutelare i diritti umani delle persone, a cominciare dalle donne e dai gruppi più esposti.
Il governo ha preso degli impegni importanti che intende onorare. Abbiamo costituito lo scorso agosto un tavolo permanente con la società civile che abbiamo riunito regolarmente per tenere sempre alta l’attenzione sulla situazione nel Paese e per programmare i nostri aiuti e la nostra azione in un’ottica di medio periodo e in stretto rapporto con le Organizzazioni della Società Civile che operano da tempo in Afghanistan e che hanno deciso di rimanere per occuparsi di salute, educazione, sicurezza alimentare, diritti delle donne. Lo scorso anno abbiamo stanziato 100 milioni di Euro per l’emergenza umanitaria e anche quest’anno abbiamo assunto impegni per 50 milioni di Euro. A settembre, sulla base del confronto con le Regioni, gli Enti Locali e le Osc, definiremo le finalità più precise cui destinare queste risorse con l’obiettivo di dare continuità agli interventi delle principali agenzie delle Nazioni Unite e di sostenere concretamente i progetti delle Osc italiane.
Resta alto anche l’impegno per aiutare Unhcr e Oim nei paesi limitrofi, a partire da Pakistan e Iran, che stanno ospitando la maggior parte dei circa due milioni di rifugiati fuggiti dall’Afghanistan dopo il 15 di agosto dello scorso anno.
Così come continueremo a lavorare per accogliere quelle persone, donne, bambini, attivisti, gruppi particolarmente vulnerabili, che non possono rimanere in Afghanistan perché troppo esposti.
A Luglio abbiamo ricevuto le prime 300 persone che hanno raggiunto l’Italia grazie ai Corridoi Umanitari frutto di un Accordo tra Ministero Interno, Maeci, Unhcr, Oim, Comunità di Sant’Egidio, Tavola Valdese, Federazione delle Chiese Evangeliche, Caritas e Arci. I viaggi continueranno nelle prossime settimane così come continuerà lo sforzo straordinario per far uscire dall’Afghanistan persone che hanno riferimenti e legami con il nostro Paese.
Sul piano politico-diplomatico l’Italia ha partecipato e parteciperà a tutte le iniziative promosse a livello internazionale per evitare il collasso del Paese e per spingere sulle Autorità de-facto affinché, come si erano impegnate a fare con gli Accordi di Doha, possa nascere un governo inclusivo di tutte le componenti della società afgana e vengano i riconosciuti i diritti essenziali delle donne, a cominciare da quello all’istruzione.

Per seguire l'attività di Marina Sereni: sito web

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