Cosa dovrà affrontare il nuovo Governo
Articolo di Patrizia Toia.
È veramente molto quello che si è sciaguratamente messo in gioco con la caduta del governo Draghi ed è moltissimo quelli che potremmo perdere. Abbiamo nesso in gioco e indebolito la proposta del TETTO al prezzo del gas, obiettivo caparbiamente perseguito da Draghi.
Ora si era quasi in dirittura di arrivo al Consiglio di ottobre, chi mai potrà ottenere questa misura se non un uomo come Draghi con la sua credibilità economica e la sua indiscussa competenza?
Abbiamo messo in gioco la stabilità, bene prezioso anche per l’economia come dimostra la crescita del nostro PIL, più forte che in altri paesi europei, e come dimostrano i dati dell'export. Abbiamo messo a rischio l'attuazione del PNRR e i relativi finanziamenti che stavano regolarmente arrivando.
E adesso “il governo che verrà' avrà di fronte scelte cruciali, dalle alleanze dell'Italia in Europa e dell'Europa nel mondo, alla riforma del PATTO di STABILITÀ. Ora il Patto è sospeso, ma andrà presto riscritto. Ci sono due opzioni molto diverse: regole nuove leggermente edulcorate, con un po’ meno di austerità ma sempre orientato alla ristrettezza, al controllo rigoroso di bilancio fine a sé stessa. L'altra opzione della riforma punta alla crescita, agli investimenti, allo sviluppo che incorpora i target sociali, non solo parametri su deficit e debito, ma parametri su servizi sociali, sull’educazione, la scuola, sulla qualità della vita dell'infanzia e sulla condizione femminile.
E ancora regole che rendano perenni strumenti straordinari e sistemi innovativi come gli eurobond, il debito comune europeo, la solidarietà attiva tra i vari paesi e il varo di nuove misure economiche e di finanza innovativa come le risorse proprie. Un cambiamento così grande, una rivoluzione così significativa delle policies, delle priorità e degli strumenti può farla solo un’Europa autorevole con leader lungimiranti e stimati da tutti. Ci mancherà Draghi, ma vera debacle sarà un’Italia guidata da un uomo o da una donna non adeguati per questo immane compito.
È veramente molto quello che si è sciaguratamente messo in gioco con la caduta del governo Draghi ed è moltissimo quelli che potremmo perdere. Abbiamo nesso in gioco e indebolito la proposta del TETTO al prezzo del gas, obiettivo caparbiamente perseguito da Draghi.
Ora si era quasi in dirittura di arrivo al Consiglio di ottobre, chi mai potrà ottenere questa misura se non un uomo come Draghi con la sua credibilità economica e la sua indiscussa competenza?
Abbiamo messo in gioco la stabilità, bene prezioso anche per l’economia come dimostra la crescita del nostro PIL, più forte che in altri paesi europei, e come dimostrano i dati dell'export. Abbiamo messo a rischio l'attuazione del PNRR e i relativi finanziamenti che stavano regolarmente arrivando.
E adesso “il governo che verrà' avrà di fronte scelte cruciali, dalle alleanze dell'Italia in Europa e dell'Europa nel mondo, alla riforma del PATTO di STABILITÀ. Ora il Patto è sospeso, ma andrà presto riscritto. Ci sono due opzioni molto diverse: regole nuove leggermente edulcorate, con un po’ meno di austerità ma sempre orientato alla ristrettezza, al controllo rigoroso di bilancio fine a sé stessa. L'altra opzione della riforma punta alla crescita, agli investimenti, allo sviluppo che incorpora i target sociali, non solo parametri su deficit e debito, ma parametri su servizi sociali, sull’educazione, la scuola, sulla qualità della vita dell'infanzia e sulla condizione femminile.
E ancora regole che rendano perenni strumenti straordinari e sistemi innovativi come gli eurobond, il debito comune europeo, la solidarietà attiva tra i vari paesi e il varo di nuove misure economiche e di finanza innovativa come le risorse proprie. Un cambiamento così grande, una rivoluzione così significativa delle policies, delle priorità e degli strumenti può farla solo un’Europa autorevole con leader lungimiranti e stimati da tutti. Ci mancherà Draghi, ma vera debacle sarà un’Italia guidata da un uomo o da una donna non adeguati per questo immane compito.
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