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Largo Treves diventerà un’isola

Scritto da Mattia Abdu.

Mattia AbduIntervista del Corriere della Sera a Mattia Abdu, Presidente del Municipio 1 di Milano

Da pochi giorni è il presidente del Municipio 1, ma lui in realtà vive col suo compagno Andrea dalle parti di via Cenisio. «Il centro per me costa decisamente troppo». Mattia Abdu ha una storia a suo modo milanesissima. Il papà egiziano che arriva in Italia negli anni Settanta e che incontra la mamma, milanesissima e di professione merciaia. «Insieme hanno costruito una vita di lavoro, di sacrifici ma anche di gioia. E una famiglia». Il papà gestisce per tanti anni un ristorante in corso Garibaldi e poi dal ‘96 una gelateria dall’altra parte della strada. E Mattia in gelateria lavora ancora. Eccome. Aiuta il papà tra coni e coppette tutti i pomeriggi. Lavoro e politica. Una passione iniziata al Politecnico, dove Abdu ha studiato Pianificazione urbanistica e dove è stato a lungo rappresentante degli studenti.
Poi il partito, la «giovanile» dei Ds, il Pd e poi il Municipio, quindici anni fa la prima volta. Consigliere d’opposizione, poi di maggioranza, infine assessore e ora presidente. Abdu si attribuisce altre due passioni: i tram milanesi - di cui conosce tutto: storia, linee, percorsi - e le canzoni dialettali di Nanni Svampa e della mala. «I leghisti si stupiscono quando, a dispetto del mio cognome, scoprono che conosco il dialetto meglio di loro. Mando in crisi le certezze», racconta.
Un presidente gelataio (e urbanista) per il centro di Milano. E con un sacco di idee. «Intanto partirei dalla mappatura di tutte le barriere architettoniche presenti agli attraversamenti pedonali. È un tema che non può essere rimandato». E poi le piste ciclabili. Dopo la Cerchia dei Navigli, ecco quella dei Bastioni. Spiega Abdu: «Oggi c’è una corsia per le bici solo tra Porta Venezia e viale Montesanto e in un breve tratto della Darsena e di via Pagano. Vogliamo estendere la pista protetta a tutta la Cerchia». E il verde. Abdu ha un’idea: «Creare continuità tra i Giardini Montanelli e quelli di Villa Reale, depavimentando via Marina e via Palestro, garantendo l’accesso ai civici dei residenti e le funzioni della Galleria d’arte moderna».
Nella lista dei buoni propositi c’è anche la piscina di via Fatebenesorelle «dopo la conclusione degli interventi di bonifica del terreni» e altri quattro dossier su altrettanti spazi abbandonati ma strategici per il futuro del centro storico: «Palazzo Calchi Taeggi in corso di Porta Vigentina, l’edificio abbandonato di via Conca del Naviglio, i magazzini dei Bastioni di Porta Venezia lungo viale Vittorio Veneto, le parti abbandonate della caserma di via Mascheroni».
Capitolo a parte i lavori di largo Treves. «Questa settimana partono i cantieri di riqualificazione che dureranno 90 giorni per l’acquedotto. Subito dopo, a gennaio, inizieranno invece quelli per il restyling complessivo della piazza che proseguiranno fino all’estate».
«Largo Treves oggi è un anonimo e caotico incrocio di strade. Diventerà uno spazio in gran parte pedonale (mantenendo l’accesso carrabile a tutte le vie) e restituito all’uso pubblico e alla socialità». I taxi parcheggeranno solo in via Statuto, l’edicola manterrà la stessa posizione, arriveranno nuove panchine e sedute. E nella nuova piazza «liberata» si pianterà un grande platano per far compagnia, pochi metri più in là, al bagolaro centenario. «Per ogni quartiere abbiamo questioni aperte di cui occuparci», continua il neopresidente: «Penso alla viabilità pericolosa per i pedoni in via Canonica, alle aree della movida e agli interventi di mitigazione del conflitto locale, alle riqualificazioni superficiali delle fermate M4. Oltre agli interventi a sostegno delle fasce deboli come la nostra popolazione anziana in stato di solitudine e dei tanti senzatetto».
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