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Disegno di legge Zan: dialettica con il centrodestra e tempi d'approvazione

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento alla videoconferenza organizzata dal Circolo PD Prato-Bicocca di Milano.

Il disegno di legge Zan al Senato è stato assegnato alla Commissione Giustizia, dove faccio il Capogruppo per il PD, per cui sto seguendo e gestendo questa vicenda.
Il disegno di legge Zan è stato approvato a novembre scorso alla Camera dei Deputati, dopo una lunga discussione, con una maggioranza più larga di quella che sosteneva il Governo Conte Bis, in quanto fu votato anche da diversi parlamentari di Forza Italia.
Il disegno di legge Zan è importante perché si è arrivati alla sua approvazione parziale dopo 27 anni che in Italia si tentava di mettere in campo una legge, uguale a quella che c’è in quasi tutti i Paesi avanzati dell’Europa, per punire le discriminazioni e gli atti di violenza contro persone omosessuali, transessuali (a cui poi la legge ha aggiunto altri soggetti).
L’obiettivo, quindi, era quello di dare anche all’Italia una legge che punisce le discriminazioni e le violenze contro questi soggetti che spesso sono vittime di odio per le proprie scelte e per la propria condizione.
La ragione per cui ci stiamo battendo, dunque, è che serve a questo Paese una legge coerente con le Direttive dell’Unione Europea, ribadite e approvate anche recentemente dal Parlamento Europeo, che ha definito il territorio dell’Unione come “LGBT Friendly”, cioè un luogo in cui si proteggono e non possono essere discriminate queste persone.
La Legge Zan va in quella direzione e, secondo me, è necessaria: non è perfetta ma il testo è già stato approvato alla Camera dei Deputati e approvarlo ora al Senato consentirebbe finalmente di coprire un vuoto che c’è nella nostra legislazione.
La Legge Zan, così com’è uscita dalla discussione seria e approfondita che è stata fatta alla Camera dei Deputati, nella sostanza, estende le aggravanti e le pene previste dalla Legge Mancino (che punisce l’odio e la violenza per ragioni etniche, raziali e religiose) per chi discrimina o compie gesti di violenza o di odio nei confronti degli omosessuali, di disabili, di donne e di transessuali.
Questo è il cuore della Legge Zan.
Si tratta di aggravanti in quanto la violenza è sempre punita in quanto tale.
Come la Legge Mancino interveniva per dare un messaggio culturale, politico rispetto ai reati di odio per ragioni raziali, etniche o religiose, anche in questo caso la proposta di legge mira a dare un segnale di contrasto alle violenze e alle discriminazioni per omosessuali, transessuali, donne e disabili.
Si è discusso molto su quali dovessero essere le figure comprese nel disegno di legge prima di arrivare a queste definizioni. Su alcune di queste scelte c’è una discussione aperta anche a sinistra, nel mondo delle femministe (che ritengono che le donne non possano essere messe sullo stesso piano di chi ha fatto scelte sessuali diverse o di chi sta facendo una transizione sessuale), così come sul tema dell’identità di genere alcuni la vedono come il tentativo di legittimare comportamenti che, però, con la legge non c’entrano.
Sono tornate discussioni con argomentazioni che avevamo già sentito durante il percorso di approvazione della legge sulle unioni civili, soprattutto provenienti dalla destra.
Con la legge sulle unioni civili si disse che si sarebbero aperte le porte all’utero in affitto e ad altre pratiche che nel nostro Paese sono e restano vietate. Adesso queste argomentazioni sono tornate fuori anche in rapporto alla Legge Zan ma in realtà il testo di legge prevede solo che vengano punite le discriminazioni e le violenze su alcuni soggetti.
Il disegno di legge Zan serve a consentire che gli omosessuali possano baciarsi in strada senza rischiare che qualcuno vada a picchiarli o possa prenderli in giro.
Un’altra critica riguarda il fatto che questa legge stabilirebbe un reato di opinione ma non è così: il testo non parla di reati di opinione ma violenze o istigazione alla violenza.
Nella Legge Zan si prevede anche di istituire una giornata in cui nelle scuole si potranno organizzare iniziative per valorizzare le differenze e la tolleranza. La critica che viene mossa è che si andrà a insegnare ai bambini a cambiare sesso o a fare propaganda all’utero in affitto ma in realtà c’è soltanto l’idea di educare al rispetto delle differenze.
Questo nel complesso è il senso della legge Zan.
Di fronte a questa legge, c’è una posizione molto rigida e anche violenta da parte del centrodestra e, in particolare, della Lega.
La Lega ha iniziato il percorso spiegando che questa legge non andava più portata avanti in Senato perché il Paese aveva cose più importanti di cui occuparsi. È seguita la tesi secondo cui, siccome questa legge divide l’attuale maggioranza di Governo, bisognasse bloccarla, riconoscendosi una sorta di potere di veto mentre in realtà la legge era nata in Parlamento e non era legata a iniziative del Governo, per cui sarebbe sbagliato non provare ad approvarla definitivamente.
In Senato, in Commissione Giustizia in particolare, c’è una maggioranza diversa rispetto a quella che ha votato la Legge Zan alla Camera dei Deputati.
Inizialmente le intenzioni della Lega erano di non far discutere il disegno di legge Zan in Commissione Giustizia del Senato.
Sarebbe ovvio che una legge già approvata alla Camera dei Deputati venga subito calendarizzata in Commissione al Senato e viceversa, mentre invece per diversi mesi non si è riusciti a farlo perché in Commissione Giustizia del Senato c’è un Presidente della Lega che si sta molto applicando nell’azione di ostruzionismo e di dilazione rispetto alla Legge Zan.
Dopo, il Presidente della Commissione Giustizia si è inventato qualche altro tema tecnico per rallentare il percorso ancora di qualche settimana, abbinando la Legge Zan ad altri testi che trattavano materie analoghe; poi si è votato per ottenere di calendarizzare la legge e abbiamo avuto la maggioranza.
Adesso la Lega ha proposto oltre 200 audizioni per perdere tempo e impedire l’approvazione della legge in via definitiva.
Discuteremo a breve per ridurre le audizioni e chiederemo che finisca tutto l’iter in Commissione entro giugno. I voti ci sono ma il Presidente di Commissione ha un ruolo importante su questo. Nelle prossime settimane decideremo cosa fare di fronte a questo continuo ostruzionismo, compresa la possibilità di non chiudere il provvedimento in Commissione e andare direttamente in Aula del Senato.
Il famoso intervento di Fedez al Concertone del 1° maggio ha avuto un merito oggettivo: dopo quell’intervento la Lega e il centrodestra non hanno più potuto negare la necessità di una legge sulla discriminazione, pur non volendo il testo di Zan. Dopo l’intervento di Fedez, infatti, nel centrodestra è nata l’idea di presentare una loro legge contro le discriminazioni, che poi in realtà smonterebbe addirittura la Legge Mancino perché interviene anche sui temi trattati lì.
L’intervento di Fedez, quindi, ha dimostrato che il centrodestra e Salvini in particolare avevano la coda di paglia e hanno dovuto pararsi il fianco dall’accusa di omofobia.
Adesso, però, temo che l’effetto Fedez sia passato, tanto che in questi giorni stanno ritornando tutti gli argomenti più beceri.
Una parte di noi, Italia Viva ma anche il mondo cattolico, invece, aveva evidenziato alcune cose che non andavano bene nel disegno di legge Zan e avevano chiesto un tavolo per cambiarle, con l’impegno di votarle al Senato e poi approvare definitivamente il testo di nuovo alla Camera dei Deputati. Qui, però, ci sono stati una serie di problemi: innanzitutto non si è tutti d’accordo sulle questioni su cui sono stati chiesti dei cambiamenti, inoltre è chiaro che l’obiettivo della destra e soprattutto della Lega non è cambiare la Legge ma affossarla, tanto che non volevano neanche che iniziasse la discussione in Commissione e il Presidente ha inserito continuamente cavilli per cui ha preso davvero in ostaggio la Commissione.
Il disegno di legge Zan non è perfetto ma insisto su un punto: quello che c’è nella legge non produce danni mentre cambiare la legge oggi vorrebbe dire affossarla, perché i tempi della Legislatura sono stretti, e così rinunciare a punire duramente le discriminazioni e le violenze contro omosessuali, transessuali, donne e disabili.

I giallo-verdi che sono ancora la maggioranza in Commissione Giustizia al Senato non sono coesi. Stiamo lavorando insieme, stiamo votando insieme: non c’è un problema di maggioranza in Commissione Giustizia. Al di là delle maggioranze, però, ci sono tanti modi di manifestare una volontà politica: basta presentare un migliaio di emendamenti per provare a bloccare un provvedimento.
Per questo, penso che alla fine dovremo decidere di andare in Aula e votare la calendarizzazione della legge Zan per discuterla direttamente in Aula.
Nel dibattito del PD ci sono stati dei distinguo, anche culturali, però, abbiamo fatto la riunione del Gruppo con il Segretario e non mi pare che ci siano pericoli di defezioni nei voti del partito: anche chi critica alcuni passaggi della legge, comunque, ha dichiarato che la voterà.
Lo spazio che alcuni speravano che ci potesse essere per modificare la legge aprendo un rapporto con Forza Italia non c’è e ormai se ne sono accorti tutti.
Il capogruppo di Italia Viva, la scorsa settimana, ha insistito per aprire un tavolo ma non gli ha risposto nessuno dal centrodestra.
La discussione sulle possibili modifiche, quindi, mi pare un po’ oziosa: non mi pare che possa portare a creare condizioni diverse rispetto a quelle che ci sono oggi.
Come Salvini continua a ripetere, la Lega e una parte del centrodestra non vuole la legge Zan, l’hanno boicottata dal primo momento.

Bisognerà capire se quando andremo in Aula, soprattutto durante i voti segreti, riusciremo ad avere i numeri. Personalmente sono ottimista ma è vero che rispetto alla legge sulle unioni civili, sulla legge Zan, il fatto che il Governo non si possa schierare comporta che il testo andrà votato.

Abbiamo chiesto al Presidente della Commissione Giustizia di preparare un programma dei lavori da chiudersi a giugno ma sono abbastanza sicuro che non lo farà.
Queste discussioni sono abbastanza incomprensibili, personalmente preferisco far politica in altro modo e confrontandomi sul merito delle questioni.
Andremo comunque fino in fondo, per approvare la legge Zan così com’è, come richiesto nel mandato che ha dato il Segretario Letta.

Credo che la società italiana sia molto più avanti della politica rispetto alle questioni che riguardano i diritti civili.
Non può bastare il dire che noi non discriminiamo: viviamo in un mondo in cui in Ungheria e Polonia le istituzioni hanno create delle zone interdette agli omosessuali e le discriminazioni sono introdotte nelle leggi. Il pericolo delle discriminazioni è forte anche in Europa, soprattutto perché ci sono forze politiche che incanalano la rabbia e le paure delle persone verso i diversi.
C’è da fare, quindi, un ragionamento molto serio.
Non è un caso che la legge proposta dal centrodestra su questo metta in discussione la Legge Mancino, mettendo tutti sullo stesso piano.
La Legge Mancino è importante perché stabilisce il principio che chi uccide o discrimina una persona perché è ebreo o nero non è uguale a chi uccide in uno scatto d’ira o per vendetta per torti subiti. Credo che sia giusto che lo Stato dica che chi compie violenza per motivi di religione, razza o etnia è più grave perché le ragioni sono più gravi, in quanto c’è la scelta precisa di colpire delle persone per la loro condizione.
Dobbiamo tenere conto di questo, perché non è tutto uguale dal punto di vista sociale e culturale. Per questo penso che sia giusto estendere la protezione della Legge Mancino ad altri soggetti. È sbagliato pensare che questo non sia un valore per una legislazione.
Nel testo si parla di “sesso” traducendolo con “donne” in quanto la Legge Zan punisce anche la misoginia, in quanto punisce chi fa violenza o discrimina le donne in quanto donne.
Il disegno di legge Zan non è perfetto ma non ci trovo limiti particolari.
Si possono fare approfondimenti culturali anche impegnativi sull’identità di genere. In ogni caso, gli effetti pratici di questa legge non verrebbero modificati e, quindi, credo che sia giusto lavorare per approvarla così com’è.
Resto convinto che chi ha già votato la Legge Zan alla Camera dei Deputati la voti anche al Senato, compresa Italia Viva.
Italia Viva sta provando a svolgere un ruolo di ponte con Forza Italia e il centrodestra ma al momento la mediazione non riesce perché la Lega non vuole una legge su quelle materie.
Credo, quindi, che alla fine anche Italia Viva voterà la Legge Zan.
In Forza Italia ci sono posizioni diverse e non so come si esprimeranno nei voti.
Il PD si batterà per approvare la Legge Zan e spero che ci si riesca. In ogni caso, questa è una battaglia giusta, qualificante e di civiltà che il PD deve fare e ce la stiamo intestando giustamente.
Abbiamo di fronte una destra, in particolare la Lega, becera su questo tema.
La Lega è il movimento che in Italia raccoglie quelle spinte a criminalizzare le differenze e a giudicare negativamente tutti quelli che non stanno dentro ad una normalità presunta che porta alle situazioni che ci sono in Ungheria e Polonia e non è un caso che i Premier di quei Paesi siano gli alleati di Salvini.
Devo dire che nella discussione di queste settimane, ad esempio, la Chiesa non ha avuto la posizione della Lega: Bassetti ha detto che una legge contro le discriminazioni ci vuole, anche se la vorrebbe modificata rispetto al testo di Zan, quindi riconosce il fatto che quelle persone necessitano di protezione.
I temi dell’identità di genere e della transizione sessuale non sono normati dalla Legge Zan.
Si sono aperte una serie di discussioni su alcune questioni importanti di cui non si è mai discusso ma non rientrano nella Legge Zan.
La Legge Zan non apre chissà quali scenari nel nostro Paese.
Attenzione a pensare che quei reati sono comunque già puniti: questa è una delle argomentazioni che utilizza la destra, vale per la Legge Zan ma anche per la Legge Mancino e questo ci farebbe tornare indietro molto rispetto a battaglie di civiltà che dobbiamo saper fare.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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