Stampa

La Sanità territoriale in Lombardia va rifatta

Scritto da Carlo Borghetti.

Carlo BorghettiIl Piano vaccinale di Regione Lombardia è nel caos totale. La gestione dell’azienda regionale Aria fa acqua.
Ogni giorno si registrano disservizi di ogni genere: anziani che ancora attendono la convocazione, altri che vengono spediti a decine di chilometri da casa, fragili che non si sa quando verranno vaccinati.
Per non parlare delle altre categorie: che ne sarà dei settantenni, quando nelle altre regioni già cominciano a prenotarsi? E i fragili? Solo quelli nelle strutture sono negli elenchi.
La lista potrebbe continuare con i parenti degli ospiti delle Rsa, con i caregiver, con gli insegnanti lasciati a metà per il blocco temporaneo di uno dei vaccini.
“Sono fatti e cifre di un’organizzazione sanitaria territoriale lombarda in ginocchio, proprio mentre siamo dentro la terza ondata innescata dalle varianti: mentre gli ospedali si organizzano per ricevere con grande abnegazione i pazienti Covid, sul territorio il servizio sanitario non riesce a fare un efficiente contact tracing, non mette tempestivamente in quarantena i contagiati e i loro contatti stretti per evitare l’allargamento del contagio, non mette efficacemente in rete i medici di famiglia e non ha le squadre per portare al domicilio le cure a chi ha sintomi lievi, per evitare di doverli ospedalizzare. Intanto è passato un anno dall’inizio della pandemia”, commenta amareggiato Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd e vicepresidente dell’Aula.
Per questo per Borghetti è urgente “che la Regione cambi in fretta governance e priorità del servizio sanitario regionale, esageratamente ospedalocentrico, ormai quasi privo di ‘territorio’. E lo ha chiesto anche il Ministero della Salute, cogliendo le opportunità del Recovery Plan”. Per il vicepresidente c’è una strada sola da seguire: “Va superato il sistema Ats-Asst e ridata forza al governo della sanità territoriale, vanno istituiti veri Dipartimenti di prevenzione e veri Distretti sanitari, dando ruolo anche ai sindaci. Non solo: bisogna mettere in rete i medici di medicina generale e istituite le Case della salute o di Comunità, va riequilibrato il rapporto pubblico-privato secondo una programmazione basata sui bisogni di salute dei lombardi, va implementata l’Agenzia di controllo. Perché la lotta al Covid in Lombardia passa per una urgente riforma sociosanitaria. Che va fatta subito”, conclude Borghetti.

Per seguire l'attività di Carlo Borghetti: sito web - pagina facebook

Pin It