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Destinazione 2030

Scritto da Patrizia Toia.

Patrizia ToiaArticolo di Patrizia Toia.

Destinazione 2030: ecco la bussola dell'Ue per le ambizioni digitali, all'interno e all'esterno dell'Unione.
É questa in sintesi la rotta tracciata dall'Ue con il lancio del "Decennio digitale" per la trasformazione digitale del nostro continente nei prossimi dieci anni, che sarà fondamentale anche ai fini della transizione verso un'economia circolare e resiliente, a impatto zero sul clima. Per arrivare alla meta, con l'ambizione di conseguire la sovranità tecnologica richiesta dalle sfide del nostro tempo, l'esecutivo Ue ha presentare poche settimane fa una roadmap, poi nella pratica tradotta in una bussola che servirà a orientare e tradurre in termini concreti le ambizioni dell'Europa sul fronte digitale, sulla base di quattro punti cardinali.
La nostra stella polare è e deve essere la valorizzazione della persona, con le sue competenze e la sua professionalità. Ambire ad avere l'80% della popolazione europea in possesso di competenze digitali di base, da una parte, e il 5%, almeno, di specialisti del settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione significa innanzitutto perseguire politiche che conferiscano ai cittadini e alle imprese l'autonomia e la responsabilità necessarie per conseguire un futuro digitale antropocentrico e più sostenibile.
Sostenibilità che, tuttavia, si sostanzia non solo se declinata nella sua accezione economicista, pur necessaria, ma anche sociale, in primis nella valorizzazione del capitale umano femminile che ha dimostrato di essere un valore aggiunto irrinunciabile per la crescita delle nostre società.
Infrastrutture performanti, digitalizzazione delle nostre imprese e dei servizi pubblici rappresentano gli altri punti cardinali.
Non sono più tollerabili le disparità in termini di connettività e di accesso alla rete nella nostra Unione, come non è accettabile avere una pubblica amministrazione ancora troppo poco digitalizzata, per esempio riguardo l'accesso alle cartelle cliniche elettroniche o l'utilizzo di sistemi di identificazione digitale unici.
L'innovazione deve essere il volano della ripresa del nostro paese e della Ue tutta, a servizio innanzitutto delle nostre piccole e medie imprese. Con il Consiglio europeo dell'innovazione, da quest'anno pienamente operativo all'interno di #HorizonEurope, l'Ue si è dotata di uno strumento che può fare la differenza e agevolare quel trasferimento tecnologico su cui dobbiamo ancora lavorare molto, in Italia in primis.
Infine, i diritti e i valori dell'UE devono restare al centro del modello europeo dell'UE per il digitale, incentrato sulla persona, e dovrebbero trovare pieno riscontro nello spazio online, al pari di quanto accade nel mondo reale. È per questa ragione che la Commissione propone anche l'elaborazione di un quadro di principi digitali (per es. l'accesso a una connettività di alta qualità, a competenze digitali sufficienti, a servizi pubblici e a servizi online equi e non discriminatori) da discutere in un dibattito pubblico di ampia portata e poi sancire eventualmente tramite una dichiarazione interistituzionale solenne del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, che integrerebbe il pilastro europeo dei diritti sociali. Tanto più cruciale adesso che si stanno definendo i Piani di ripresa e resilienza post-Covid, la cui missione "digitale" avrà un portafoglio straordinario ad hoc di almeno 20% degli stanziamenti disponibili.
A queste sfide si accompagna tutto un lavoro di diplomazia e azione esterna per portare il dibattito su scala multilaterale e inglobare attori, come gli Stati Uniti, che condividendo le nostre ambizioni e criticità possono tracciare un sentiero positivo anche nei lavori presso le organizzazioni internazionali.
Accolgo con favore dunque la notizia del rilancio del partenariato transatlantico che verrà strategicamente rafforzato da un nuovo Consiglio UE-USA per il commercio e la tecnologia.
Siamo all'anno uno di questo lungo tragitto. L'Ue sta facendo la propria parte per guidare la rivoluzione digitale in corso. Un impegno, questo, che ci deve trovare assolutamente preparati per il bene, in primis, delle prossime generazioni.

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