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Le osservazioni del Partito Democratico al Recovery Plan

Scritto da Partito Democratico.

Recovery PlanLe osservazioni presentate dal Partito Democratico al Recovery Plan (documento PDF).
Articolo di Immagina»
Sintesi delle agenzie di stampa:

Patto per il Paese o rischio di proposte frammentarie: non basta correggere, bisogna ricostruire - "Dopo la pandemia, un altro Paese. Più investimenti, meno trasferimenti". E' il titolo del documento di "osservazioni" del Partito democratico sulla bozza di Recovery plan. Dieci pagine che partono da una indicazione: " Il Recovery Plan è l'occasione per un nuovo "patto italiano" che affronti la crisi con il coraggio del cambiamento, vinca la sfida della transizione verde e digitale, riduca le disuguaglianze sociali, di genere e territoriali, costruisca opportunità di qualità per le nuove generazioni".
"Abbiamo dinanzi a noi un'occasione senza precedenti e un dovere morale che ci impegna soprattutto nei confronti delle generazioni future: cambiare in meglio la società italiana, affrontare i problemi strutturali del nostro Paese, resi ancora più evidenti dalla crisi sanitaria che ha amplificato disuguaglianze e limiti dell'attuale sistema economico e sociale", si legge. "Gli assi portanti su cui è costruito il Piano sono la modernizzazione del Paese, la rivoluzione digitale ed ecologica, la riduzione delle disuguaglianze sociale e territoriali, la parità di genere. Per questo è importante che le intenzioni riformatrici del Piano e il filo conduttore che segna il ruolo e la missione dell'Italia nel dopo pandemia siano rese più esplicite, contrastando il rischio che la proposta di cui discutiamo assuma un carattere frammentario e talvolta contradditorio. Occorre evitare che la giusta ambizione che ispira il documento proposto dal Governo si concretizzi talvolta in una serie di progetti che rischiano più di consolidare o soltanto correggere il Paese che c'è, con i suoi limiti, i suoi ritardi e le sue ingiustizie, piuttosto che delineare un'altra idea dell'Italia, un altro realistico e desiderabile modello di sviluppo. Questo è a nostro avviso il punto politico centrale; occorre una maggiore discontinuità negli obiettivi di trasformazione del Paese perché l'obiettivo non deve essere "ricostruire" quel che c'era, ma "rigenerare" il Paese investendo nelle sue enormi potenzialità e affrontando le sue fragilità".
La governance supporti, non sostituisca la Pubblica Amministrazione - "Riteniamo che per ogni singola azione vanno specificati meglio gli indicatori, in grado di definire l'impatto ambientale, sociale, di genere, territoriale dei singoli progetti. Riguardo al tema della governance del Piano riteniamo corretto impostarlo nella forma della sussidiarietà, ma non della sostituzione delle prerogative dell'amministrazione centrale e periferica dello stato". E' quanto si legge nelle osservazioni presentate dal Pd al Recovery plan. "Tutti i progetti di investimento e i trasferimenti avranno una ricaduta sui territori; per questo occorre costruire da subito un forte e proficuo dialogo con essi. Lo sviluppo del Piano rappresenta l'occasione per migliorare la capacità operativa e di spesa della pubblica amministrazione a tutti i livelli, obiettivo che dovrà proseguire e svilupparsi attraverso un forte investimento in competenze e professionalità nella macchina pubblica, con l'innesto di una nuova generazione di tecnici e professionisti - si legge ancora - Riteniamo inoltre fondamentale garantire il coinvolgimento del Parlamento, anche nel percorso di monitoraggio dell'attuazione del Piano. Le scelte che stiamo compiendo riguardano davvero il futuro del nostro Paese; per questo è fondamentale che il Governo si faccia garante di un confronto costante e di un coinvolgimento delle forze economiche e sociali e del Terzo settore, delle associazioni delle donne, del mondo dell'ambientalismo, dei giovani".
Meno incentivi e più investimenti per l’industria - "Il frequente ricorso all'uso di contributi, sgravi fiscali, incentivi non sempre selettivi a scapito di progetti complessivi per la trasformazione del Paese rischia di compromettere le potenzialità di cambiamento del piano. + fondamentale invece rafforzare la componente degli investimenti". Lo si legge nel documento del Pd sul Recovery plan. "Nelle politiche industriali una serie di misure tendono più a consolidare l'esistente piuttosto che a promuovere innovazione", come il super ammortamento di Industria 4.0. "Spicca l'assenza di risorse per la trasformazione del settore siderurgico e la transizione di quello automobilistico".
"Anche le grandi aziende pubbliche devono essere protagoniste di questo progetto, avere una "missione paese" su cui indirizzare il loro lavoro. Gli investimenti attivabili con il Recovery Plan devono puntare a rafforzare i "campioni nazionali" in settori strategici, come quello digitale e dell'energia". Lo si legge nel documento del Pd sul Recovery plan. "In particolare riguardo alla siderurgia appare indispensabile tenere conto dell'avvio del piano di decarbonizzazione dell'ex Ilva di Taranto. Per noi si tratta di un primo passo, indispensabile ma parziale, che va accompagnato da investimenti mirati per spingere più avanti il processo di produzione di acciaio verde, ecosostenibile e compatibile con la salute e la vita dei cittadini. L'ambizione di Taranto capitale della green economy deve trovare impegni significativi e coerenti nel Recovery plan", aggiungono i Dem.
Serve una “Cultura 5.0” e più risorse al turismo - "Andrebbe creata un'apposita cornice per le industrie creative e culturali, che nel mondo sono un pezzo dell'economia più innovativa. Proponiamo una vera e propria Cultura 5.0, con misure di attrazione e sostegno degli investimenti in cultura, innovazione creativa e rafforzamento delle filiere dell'industria e dell'impresa culturale". Lo si legge nel documento del Pd di osservazioni sul Recovery plan. "Ancora sulle questioni delle politiche industriali appaiono scarse le risorse che riguardano il turismo, che ha subito gli effetti della crisi congiunturale e che necessiterebbe di maggiori investimenti per qualificare l'offerta ricettiva e le strutture dal punto di vista ambientale e digitale. Sarebbe inoltre fondamentale prevedere misure di sostegno per fronteggiare la trasformazione, che si è venuta ad accelerare a seguito del Covid, nell'ambito del commercio", aggiunge.
Rischi alti senza una riforma degli ammortizzatori sociali - "Preoccupazione" per "l'assenza di adeguati strumenti normativi in vista dell'esaurimento degli interventi straordinari tesi ad impedire i licenziamenti". Lo si legge nel documento del Pd sul Recovery plan dove si evidenzia come "la mancanza di un disegno riformista sul fronte degli ammortizzatori sociali, così come nell'ambito delle politiche attive del lavoro e delle infrastrutture sociali, rischia di rendere ancor più traumatiche, dal punto di vista sociale, le conseguenze della crisi generata dal Covid".
Servono chiarimenti sulla struttura della cybersecurity - "Riteniamo debba poi essere meglio chiarito lo scopo della struttura indicata della cyber security, in particolar modo il modo in cui si relaziona e si integra con gli strumenti già oggi finalizzati alla tutela della sicurezza nazionale". Lo si legge nel documento del Pd sul Recovery plan.
Serve più discontinuità anche sulla parità genere - "Sono le infrastrutture sociali e l'investimento sulle infrastrutture sociali che rendono credibili le politiche di genere, in particolare l'obiettivo della crescita dell'occupazione femminile". Lo si legge nel documento del Pd sul Recovery plan che chiede di usare "l'approccio di gender mainstreaming e misurare ex ante l'impatto di genere delle diverse progettualità. La parità di genere non emerge invece - scrivono i Dem - come obiettivo condiviso dalle diverse missioni, di fatto adesso viene indicata solo nella missione equità e inclusione sociale e territoriale. In generale il grande tema della cura non viene assunto come questione pubblica, nonostante quello che la crisi pandemica ci ha mostrato. Gli investimenti in infrastruttura sociale hanno il vantaggio di liberare il tempo delle donne e di creare occupazione in settori fortemente caratterizzati dalla presenza femminile". "Bene il fondo sull'imprenditoria femminile - si legge ancora - ma anche in questo paragrafo deve emergere maggiore discontinuità, invece aver separato i nidi dall'istruzione e dalla progettualità 0-6 anni, ne lede il carattere universale e di segmento dell'istruzione che ormai questi hanno. Parlare di servizi in termini di sostegno alle donne lavoratrici non mette al centro i diritti delle persone che vengono tutelati attraverso le politiche sociali e fa ricadere solo sulle donne la responsabilità della cura e della conciliazione dei tempi di vita".
Investire su scuola, sanità e partecipazione democratica - Nel settore digitale i governo deve puntare a livello nazionale su "soggetti in grado di competere su scala globale". Lo chiede il Pd nelle osservazioni sul Recovery plan del governo. "Anche nel settore digitale va più chiaramente definito l'indirizzo strategico, in grado di orientare il mercato e di far sorgere in ambito nazionale, in relazione ai piani di sviluppo europeo, soggetti imprenditoriali in grado di operare e competere su scala globale contribuendo a preservare la sovranità digitale del nostro continente. Dobbiamo evitare che le risorse erogate contribuiscano a consolidare posizioni già oggi dominanti e compromettere il patrimonio di dati disponibili per lo sviluppo futuro del nostro sistema produttivo", si legge. "Tra i grandi progetti nazionali che potrebbero orientare il mercato nella direzione indicata riteniamo che tre possano caratterizzare questo obiettivo: la digitalizzazione nella scuola, nella sanità e delle città anche in relazione a forme di partecipazione democratica, alle scelte delle comunità interessate".
Poche risorse per assistenza, sanità, istruzione - Nel Recovery plan sono insufficienti le risorse previste per le "infrastrutture sociali". Lo scrive il Pd nelle osservazioni al piano del governo per il Recovery. "Ultimo, ma non per importanza, è il tema delle infrastrutture sociali, alle quali non viene riconosciuto un peso adeguato. Assistenza, sanità e istruzione nell'insieme rischiano di avere risorse complessivamente inadeguate", si legge. "Nonostante l'apprezzamento per le progettualità dedicate all'istruzione pensiamo ci sia l'esigenza di una maggiore centralità dell'investimento in conoscenza, condizione per raggiungere anche gli obiettivi di competitività indicati nel piano, essenziale per il successo delle due grandi transizioni che dovremmo affrontare. Non appaiono assolutamente sufficienti le risorse quelle per i nidi, progetto che riteniamo strategico, rispetto agli obiettivi indicati di copertura, poche sono le risorse per i giovani, per la vulnerabilità e scarsa l'attenzione rivolta al Terzo settore".
Si rafforzino gli investimenti Green - "E' fondamentale confermare e rafforzare alcune leve centrali del processo di transizione" ecologica: "gli investimenti in efficienza energetica, anche del patrimonio edilizio pubblico e dell'edilizia sociale, delle energie rinnovabili con progetti che prevedano l'impiego di tecnologie avanzate e con la previsione di procedure autorizzative rapide e efficaci, del trasporto pubblico locale sostenibile che può essere ulteriormente sostenuto anche dirottando risorse oggi previste per il trasporto privato". Lo scrive il Pd nelle osservazioni al Recovery Plan. I Dem lamentano anche che "le misure attualmente previste dal piano non appaiono sufficienti a realizzare il progetto di transizione agroecologica di cui l'agricoltura italiana dovrebbe rendersi protagonista". Inoltre, parlando del Mezzogiorno, si sottolinea: "Il tema di fondo è che l'insieme della filosofia del Piano deve essere ispirata dalla necessità di ridurre il divario storico e il dualismo economico-sociale che divide ancora Nord e Sud, a costruire coesione attraverso la qualità degli investimenti innanzitutto".

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