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Appunti sparsi

Scritto da Lorenzo Gaiani.

Lorenzo Gaiani Analisi elettorale di Lorenzo Gaiani.

1.Aumenta il ruolo e la visibilità delle Regioni, ma esistono le società regionali? Intendo dire:un cittadino di Milano, uno di Viadana e uno di Chiavenna che cosa hanno realmente in comune a parte la consapevolezza di dipendere da un governo e da un apparato burocratico che hanno sede al Pirellone? Sono riuscite le Regioni in cinquant'anni a forgiare un'identità comune dei loro territori oppure rimangono solo soggetti in qualche modo astratti che si identificano all'interno di confini tracciati arbitrariamente? E le Province - che invece un'identità storica indubbiamente la esprimono - quale futuro avranno?
2. Le alleanze politiche non sono pure e semplici sommatorie di voti, in assenza di una piattaforma programmatica e - per così dire- ideologica comune. E in ogni caso spesso non c'è neppure la sommatoria: in Veneto, Liguria e Campania il Presidente uscente vince con la maggioranza assoluta. In Toscana e Puglia il voto disgiunto, se pure c'è stato, ha avuto effetti ininfluenti sul risultato finale. Nelle Marche la somma dei voti di centrosinistra e M5S rimane comunque al di sotto dei voti ottenuti dal candidato della destra. A meno di non voler dire che un accordo generalizzato avrebbe portato ad un effetto psicologico più forte, ad un'onda di consenso più intensa. Ma manca la controprova.
3. Le scissioni non portano nulla di buono, soprattutto se si pretende non di contestare la linea politica (come fece chi rifiutò in radice l'accordo di governo dell'estate 2019), ma di volerla interpretare a proprio piacimento godendo i benefici del Governo ma nel contempo indulgendo a scorribande esterne. I giochi di prestigio non pagano, specie in una fase emergenziale.
4. Il PD in questo momento è la forza politica più strutturata del Paese, ed è il garante a livello interno ed esterno (soprattutto europeo) della coerenza e della efficacia dell'azione di governo. Il riformismo possibile non passa oggi attraverso gesti eclatanti o spinte improvvise ma piuttosto attraverso un lavoro costante, sistematico e discreto su obiettivi certi e ben definiti. Non è l'ora di Fanfani, è quella di Moro.
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